Inter News 24
·29 settembre 2025
Berti ricorda: «Ai miei tempi il Var sarebbe stato un problema, ad ogni derby con Baresi…»

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·29 settembre 2025
Nicola Berti, ex centrocampista dell’Inter e della nazionale italiana, ha riflettuto sull’introduzione della VAR nel calcio moderno. In un’intervista a IlPiacenza, Berti ha dichiarato che, se fosse stato in attività durante l’era della tecnologia video, il VAR sarebbe stato un grosso problema per lui e i suoi compagni. Ha raccontato com’era diverso il gioco ai suoi tempi, dove insulti, gomitate e interventi duri erano all’ordine del giorno, specialmente nei derby contro il Milan, dove affrontava difensori come Franco Baresi.
Berti ha anche parlato del suo tempo libero, rivelando che, nonostante non avesse il vizio del gioco d’azzardo, spesso si divertiva a giocare a carte con compagni di squadra come Paul Ince e Youri Djorkaeff. Infine, ha espresso un’opinione sull’uso del cellulare in spogliatoio, suggerendo di vietarlo durante i momenti di condivisione tra i giocatori.
AI MIEI TEMPI IL VAR SAREBBE STATO UN PROBLEMA – «Dicevamo e ci dicevamo delle cose, durante le partite, oggi impensabili. Insulti su insulti. E anche gomitate e colpi. Io nei derby con il Milan di Franco Baresi uscivo dal campo sempre con dei tagli, delle ferite, delle caviglie grosse così. I difensori facevano delle entrate che oggi verrebbero punite con cartellini gialli e rossi. È cambiato tutto: sono contento di aver giocato nella mia epoca, ma fossi capitato in quella di oggi, mi sarei adattato. Comunque avevo un bel fisico in allenamento mi lamentavo per la durata della seduta: pensa te, avrei voluto correre, giocare e allenarmi di più».
SUI CALCIATORI COL VIZIO DEL GIOCO D’AZZARDO – «L’unico vizio che non ho è quello per il gioco. Ritorno al discorso del tempo libero: o il calciatore si impegna in qualcos’altro, o non sa come trascorrere il tempo. Infatti si cerca di tenere il più possibile gli atleti impegnati nei centri d’allenamento. Altrimenti il calciatore è sopraffatto dalla noia: io, durante i viaggi in trasferta, giocavo a carte con i compagni, per combattere la noia. In particolare giocavo con Paul Ince e Youri Djorkaeff. Ince, se gli portavi via 10mila lire, ti menava. Comunque il telefonino lo proibirei nei momenti di gruppo e di condivisione: andrebbe vietato in spogliatoio, ad esempio».