Calcionews24
·4 ottobre 2025
Bologna, perché hai la pareggite? Italiano non è preoccupato. I 3 motivi per superare il momento negativo

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·4 ottobre 2025
È un inizio di stagione che sa di “già visto” per il Bologna di Vincenzo Italiano. Le prime partite di quest’annata, osservandole con attenzione, mostrano sorprendenti somiglianze con quelle dell’anno passato. Certo, allora c’era la novità del tecnico, il cambio di sistema di gioco e qualche “vedova” di Thiago Motta, ma al di là di ciò, i contenuti di quel Bologna e di questo hanno aspetti innegabilmente comuni. E proprio forte di aver già attraversato e superato queste difficoltà, Italiano continua a vedere il bicchiere mezzo pieno, cercando di rassicurare sia una squadra preoccupata che l’ambiente circostante. Ecco l’analisi proposta dal Corriere dello Sport.
La ricetta di Italiano: intensità, aggressività e pressione alta. «È solo una questione di tempo, quando staremo meglio fisicamente e anche gli ultimi arrivati si saranno calati del tutto nella nostra realtà vedrete che torneremo a essere quelli dell’anno passato, forse anche più forti», ha dichiarato il tecnico giovedì sera dopo il Bologna-Friburgo. Perché non credergli? I suoi inizi di annata sono stati sempre sufficientemente complicati. Il motivo è semplice: il calcio di Italiano è fatto di intensità, aggressività e pressione alta. Per giocare così, è indispensabile stare bene fisicamente, altrimenti si rischia di restare sempre in mezzo al guado.
L’esempio del Friburgo è illuminante: finché il Bologna ha retto fisicamente, ha concesso poco o niente. Poi, dopo il gol del pari, si è smarrito per una ventina di minuti, perdendo brillantezza, arrivando sempre secondo su ogni pallone. A questo si aggiunge un fattore psicologico: quando certe giocate ti venivano a memoria e ora non ti vengono nemmeno se ci pensi, si finisce per pagare dazio a livello mentale, diventando più vulnerabili.
Non è colpa di Beukema e Ndoye: la “pareggite” del passato. Qualcuno potrebbe invocare l’assenza di Beukema in difesa e Ndoye in attacco, partiti rispettivamente per Napoli e Nottingham Forest. La loro importanza per il Bologna è nota, ma la spiegazione non regge: giovedì, Vitik e Cambiaghi, impiegati al loro posto, hanno fatto una buona partita. In realtà, “Sam e Dan” (come venivano chiamati lo scorso anno) incidevano poco all’inizio del campionato passato, in un Bologna che non aveva né capo né coda.
Curiosamente, il Bologna di ieri aveva 1 punto in meno in classifica rispetto a quello di oggi dopo 5 partite e nelle successive 3 mise a segno ben 3 pareggi di fila, due dei quali al Dall’Ara. La “pareggite” è un male antico, ma il tecnico è convinto che si possa curare.
La crescita attesa: da Freuler a Ferguson, passando per Bernardeschi. La verità è che tanti giocatori devono ancora crescere: Holm e Miranda non possono essere questi, Freuler e Ferguson devono migliorare sul piano fisico, così come Bernardeschi, Orsolini, Rowe, Zortea e quasi tutti gli altri. Contro il Friburgo, Odgaard ha mostrato passi avanti. Adesso, Italiano si aspetta che lo facciano anche gli altri. Prima ci riusciranno, meglio sarà per il Bologna, che ha bisogno di ritrovare la brillantezza fisica e psicologica per esprimere al meglio il calcio intenso del suo allenatore.
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