Lazionews24
·12 dicembre 2024
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La vittoria di Napoli di domenica sera ha permesso alla Lazio di confermarsi ai vertici e i biancocelesti ora si preparano alla doppia sfida con Ajax e Inter. Ma come saranno i match con gli olandesi e la squadra di Inzaghi? Che messaggio ha dato alle rivali la vittoria del Maradona dei ragazzi di Baroni? A questi quesiti, e non solo, ha risposto l’ex calciatore Massimo Bonanni in esclusiva a Lazionews24.
Domenica la Lazio ha replicato contro il Napoli il successo ottenuto già in Coppa Italia contro la formazione di Conte. Con questo risultato così pesante ai fini della classifica, che messaggio lancia la Lazio alle rivali al vertice? Da ex calciatore ti chiedo, che sapore dà ad Isaksen e Noslin a livello umorale per il proseguo della stagione essere stati coloro che hanno deciso due match fondamentali per le aquile, considerando specialmente che l’ex Verona non ha moltissimo spazio?
«Più che un messaggio alle rivali, la vittoria di Napoli ha dato un significato di una Lazio compatta e coesa e questo ha dato una grandissima autostima al gruppo. La Lazio al Maradona ha fatto una partita da squadra vera e il risultato ottenuto è pesante ai fini della classifica. Alla vigilia l’eventuale sconfitta sarebbe più pesata alla squadra di Conte rispetto ai biancocelesti, che stanno facendo un percorso e questo successo è la ciliegina sulla torta. Cosa hanno lasciato a Noslin e Isaksen le due partite in cui sono stati decisivi? Beh, per l’ex Verona la tripletta in Coppa Italia è fondamentale per permettergli di proseguire al meglio l’annata, anche se Baroni ha sempre avuto grandissima stima e fiducia in lui, visto che lo ha voluto con sé nella capitale. Per quanto riguarda Isaksen, il gol decisivo di domenica è un’iniezione di fiducia ulteriore per lui, essendo stato fino ad ora al di fuori dal coro, giocando meno bene rispetto agli altri».
Alla luce di come sono andate le due sfide tra Napoli e Lazio, Conte è stato criticato sul fatto che ha sofferto l’idea tattica moderna di Baroni. Quale è stata nelle due sfide l’idea innovativa del tecnico toscano, secondo te, che ha messo in crisi il leccese e perchè possiamo definire l’ex Verona un tecnico moderno?
«I risultati hanno parlato chiaro in entrambe le partite e hanno dimostrato che la Lazio ha giocato in maniera propositiva. Specialmente al Maradona ha giocato una grande partita, ma gli azzurri lotteranno fino alla fine per lo scudetto, invece i biancocelesti escono da questo doppio match compatti e completi. La Lazio si può considerare una squadra moderna perchè sa correre, è una squadra molto fisica e cosa importante non smette mai di attaccare, con Baroni che ha nel suo arco delle armi non indifferenti quali Tavares o ad esempio Dele-Bashiru. La Lazio, come gioco e come idee tattiche, è impressionante e pazzesca e sta facendo benissimo».
Quale calciatore ti ha sorpreso particolarmente nella partita di domenica in positivo e che, invece, alla vigilia non ti aspettavi potesse rendere come è riuscito poi a fare in campo?
«La Lazio al dire il vero mi è piaciuta tutta. Tutta la squadra, secondo me, ha fatto un’ottima partita. Mi viene da pensare ad esempio a Dele-Bashiru, oppure a Guendouzi che ha amministrato alla grande la zona del centrocampo. Ma anche gli esterni biancocelesti hanno saputo dare un contributo importante e decisivo sia per quanto riguarda la fase offensiva che quella difensiva».
Prima della partita di lunedì con l’Inter la Lazio dovrà vedersela con l’Ajax. Che match ti aspetti e quanto rischio c’è che la squadra di Baroni possa avere la mente già all’Inter? Cosa deve fare per evitare che questo accada, a prescindere dal fatto che sfiderà una grande squadra come quella di Farioli?
«La squadra sa benissimo che deve andare di partita in partita. Con l’Ajax mi aspetto tanti cambi, prevedo una partita complicata contro una squadra forte e come nella sfida contro il Napoli, anche contro gli olandesi, qualora la Lazio non riuscisse a vincere, non sarebbe un dramma. Anche perchè in Europa i biancocelesti stanno facendo un ottimo percorso in questa prima fase della competizione».
L’Inter ha perso, seppur nei minuti finali, contro il Bayern Leverkusen. Se tu fossi al posto di Baroni e iniziassi a preparare già il match, che indicazioni ti lascerebbe la sconfitta dei nerazzurri in Germania? Ritieni che lunedì sarà tutta un’altra partita? Quanto conterà che i nerazzurri abbiano il vantaggio dei due giorni di riposo in più?
«Io, sul fatto di avere dei giorni in più, non ci ho mai creduto ed è un discorso che lascia il tempo che trova, anche perchè entrambe verranno da una trasferta europea e quindi da un viaggio lungo e rispetto ai miei tempi possono avere la fortuna di giocare il lunedì. Per esempio, quando ero al Palermo, nonostante giocassimo in trasferta in Europa, quando dovevamo poi affrontare il turno di campionato si giocava direttamente la domenica. La partita contro l’Inter sarà un difficile, la squadra di Inzaghi è attrezzata ed abituata a giocare ogni tre giorni, ma i biancocelesti possono dare fastidio alla compagine meneghina, seria candidata allo scudetto».
Lunedì contro l’Inter mancherà in particolare Castellanos perchè squalificato e Lotito ha commentato dicendo «I fatti sono sotto gli occhi di tutti». Ritieni che il presidente abbia voluto lasciar intendere che ci siano dei retropensieri, come diceva anche Conte, nel discorso riferito al Var?
«Beh questo è un pensiero di Lotito che può essere condivisibile o meno, ma è una sua considerazione. Io sinceramente non credo che esistano delle congetture e della malizia sul fatto che Castellanos non potrà esserci lunedì contro i nerazzurri. L’ex Girona è stato ammonito e quindi non sarà presente alla partita, ma come sarebbe capitato in qualsiasi sfida. Quindi non c’entra assolutamente nulla il fatto di giocare contro la squadra di Inzaghi».
Tu hai indossato nella tua carriera la maglia della Lazio, seppur in prestito. Cosa ricordi di quel periodo a Formello e qual è la cosa più indelebile che porti ancora nel tuo cuore di quella esperienza nonostante sia stata breve? E’ stato un problema nell’approccio con l’ambiente e con i tifosi aver avuto un trascorso, seppur nelle giovanili, alla Roma?
«La mia esperienza alla Lazio è stata breve ed è durata sei mesi, ma i presupposti erano ben diversi visto che quando firmai per i biancocelesti, che sono la squadra che ho sempre tifato fin da ragazzo, lo avevo fatto per una durata di 4 anni. Poi però ho capito che le idee tattiche stavano cambiando e il modulo era diverso, quindi questo ha sancito il mio successivo addio alla squadra. Il problema è stato più che altro sponda Roma, perchè io ho fatto tutta la trafila professionistica con i giallorossi, ed ero nell’organico della squadra dello scudetto del 2001. Andai poi in prestito, ma con l’obiettivo di rientrare alla base nel 2004 e in quell’anno alla guida della squadra c’era mister Del Neri. Ma la contestazione dei tifosi del Vicenza bloccò tutto e quindi andai a Palermo e poi successivamente alla Lazio, di cui ho ricordi bellissimi e importanti, specialmente di compagni straordinari quali De Silvestri, Di Canio e Liverani tra i tanti».
Se dovessi tornare indietro e rianalizzeresti la tua breve esperienza alla Lazio, ad oggi accetteresti il modo in cui sia andata oppure ti penti di non aver fatto qualcosa faresti ora?
«La mia esperienza alla Lazio, se la dovessi rianalizzare, ka rifarei tutta da capo. Delio Rossi mi cercò a Gennaio moltissimo e l’accordo per il mio approdo in biancoceleste avvenne l’ultimo giorno della sessione invernale, ossia il 31. L’arrivo di mister Papadopulo a Palermo spinse molto la possibilità di un mio trasferimento, anche perchè l’idea di gioco del tecnico era diversa rispetto al passato, con me e Grosso che facevamo gli esterni della squadra. Se non fossi arrivato alla Lazio a Gennaio sarebbe capitato a Giugno di quell’anno, ma comunque ci sarei andato. La cosa che ricordo è stata la fatica che ho fatto ad inserirmi nella tipologia di allenamento, che era diversa rispetto a quella che facevo a Palermo».
Nella tua carriera hai giocato a centrocampo. Se dovessi individuare nella Lazio di Baroni un Massimo Bonanni, quale nome faresti e che consiglio gli daresti per rendere al meglio?
«Io quando giocavo a pallone ero un esterno mancino di corsia di sinistra e alla Lazio mi dividevo il ruolo con Berhami, il quale faceva il medesimo compito ma sulla corsia opposta. Questi calciatori qua adesso difficilmente si trovano nel calcio di oggi. Se dovessi dire un nome di chi mi potrebbe somigliare direi Isaksen, perchè è anche un calciatore dinamico ed ha sempre dimostrato il suo valore, ma io e lui non siamo totalmente simili. Il consiglio che posso dargli è ascoltare sempre l’allenatore, perchè ha la possibilità di essere guidato da un grande tecnico, che ha fatto gavetta e ora si è meritato questa grossa chance di guidare un grande club come la Lazio».
La Lazio sta discutendo il rinnovo di mister Baroni. Se dovessi scegliere un motivo particolare per cui il tecnico toscano merita il prolungamento, quale sceglieresti più degli altri? Ti sarebbe piaciuto farti allenare da mister Baroni oppure il tuo stile di gioco non combacia con l’idea tattica dell’ex tecnico del Benevento?
«Baroni merita il rinnovo perchè in pochissimi mesi ha svolto un grandissimo lavoro alla Lazio, dove ha fatto ricredere gli scettici di questa estate. E poi con il bel gioco sta facendo innamorare il pubblico laziale e l’affluenza di spettatori all’Olimpico ne è una testimonianza ad ogni partita dei biancocelesti. Se mi sarebbe piaciuto? Assolutamente si e poi è un tecnico che conosco anche molto bene, perchè l’ho affrontato come avversario e ho seguito anche la sua carriera e le sue esperienze nelle squadre che ha allenato, Non in tutte ha avuto particolare fortuna, come per esempio a Pescara, ma ora, come detto, si è meritato l’opportunità di allenare una big. Baroni è anche un tecnico di principi e valori, quindi non penso che ci siano dubbi della sua voglia di continuare adesso e anche in futuro con la Lazio, anche se dovesse arrivare magari, chissà, la chiamata di un altro club. La testa del tecnico è solo alla realtà biancoceleste».
Si ringrazia Massimo Bonanni per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista.
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