Braghin: «Cantore? Mercato impazzito, non metterò più clausole. E su Michelle Kang…» | OneFootball

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·9 ottobre 2025

Braghin: «Cantore? Mercato impazzito, non metterò più clausole. E su Michelle Kang…»

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Braghin, direttore della Juventus Women, parla così sul mondo bianconero: tutte le dichiarazioni

Stefano Braghin, direttore della Juventus Women, ha rilasciato un’intervista The Athletic in cui ha affrontato diversi temi legati alla squadra bianconero e al calcio femminile nazionale e internazionale.

RINCORSA AI TOP CAMPIONATI – «È come correre una maratona con qualcuno che è partito tre ore prima. Arriveranno primi. Questa non è una scusa, è un dato di fatto. Sempre più ragazze stanno giocando e questo è già un buon trend, ma la strada è lunga. Siamo fiduciosi, perché tutte le squadre giovanili a livello nazionale stanno andando bene: per la prima volta, si sono tutte qualificate per la Coppa del Mondo nelle rispettive categorie d’età. Invito sempre le nostre istituzioni a lavorare alla base della piramide, non alla punta. Se hai 50.000 giocatrici tesserate, hai meno peso politico e meno opzioni rispetto a quando ne hai 300.000 o 400.000, come in Inghilterra».


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CANTORE A WASHINGTON – «È un assegno sostanzioso quello emesso da Spirit. Nessuno in Europa era disposto a farlo. Non inserirò più clausole nei contratti perché con il mercato che sta impazzendo, quello che oggi sembra tanto potrebbe non sembrare più così enorme tra un paio di mesi»

COSTI E SETTORE GIOVANILE – «I costi sono raddoppiati senza crescita dei ricavi. Questi ultimi sono ancora bassi. Abbiamo un ottimo vivaio con 158 ragazze. Ci lavoriamo sodo e investiamo molto Abbiamo 23 ragazze in prestito. Alcune di loro sono all’estero. Ce n’è una all’Anderlecht (Belgio), un’altra al Servette (Svizzera). Stanno fuori per un anno o due, tornano e formano una vera e propria seconda squadra. Abbiamo una responsabile dei prestiti, Matilde Malatesta, il cui unico obiettivo è la loro crescita».

LA MULTI-PROPRIETA’ DI MICHELLE KANG«A mio parere, la UEFA ha attualmente bisogno di grandi investitori nel calcio femminile. Quindi sta facendo tutto il possibile per attrarli. Non credo che stia ancora ponendo ostacoli, e forse è la cosa giusta da fare. Il fatto è che un giorno avremo bisogno di regole. Cosa faremo se un giorno il London City giocherà contro il Lione in finale di Champions League?».

SPESE FUORI PORTATA – «È chiaro che dobbiamo fare le cose in modo un po’ diverso. L’errore più grande che un club del nostro livello possa fare è sfidare le grandi squadre facendo le cose a modo loro e spendendo un sacco di soldi. Secondo me, con un buon lavoro si può essere competitivi».

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