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Calcionews24

·10 settembre 2025

Brasile ko con la Bolivia, Ancelotti furioso. «Giocato contro arbitri, polizia e raccattapalle»

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Brasile ko con la Bolivia, Ancelotti furioso. «Giocato contro arbitri, polizia e raccattapalle». Prima sconfitta per il ct italiano sulla panchina verdeoro

A 4.150 metri sopra il livello del mare, dove l’aria è rarefatta e il pallone viaggia a una velocità innaturale, la Bolivia compie un’impresa destinata a rimanere nella storia del calcio sudamericano. A El Alto, in uno stadio che è una fortezza naturale, la Verde batte 1-0 il Brasile, infliggendo a Carlo Ancelotti la sua prima sconfitta in quattro partite da commissario tecnico della Seleção. A decidere la sfida è un rigore glaciale di Miguelito, un gol che vale oro e proietta un’intera nazione verso un sogno chiamato Mondiale. Al fischio finale, i giocatori boliviani crollano a terra, tra lacrime e abbracci: dopo trentadue anni, l’assenza dalla fase finale della Coppa del Mondo potrebbe finalmente finire.

Questa vittoria miracolosa, unita alla rovinosa sconfitta per 6-3 del Venezuela contro la Colombia, permette alla Bolivia di scavalcare proprio la Vinotinto e di agguantare il settimo posto nel girone unico sudamericano. Una posizione che non vale la qualificazione diretta, ma garantisce l’accesso agli spareggi intercontinentali di marzo, un mini-torneo in Messico dove due posti saranno contesi da sei nazionali provenienti da altrettante confederazioni.


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Per il Brasile, già qualificato da tempo, la serata si trasforma invece in un’amara statistica. La sconfitta sancisce il quinto posto finale nel girone, la peggior classifica nella storia delle qualificazioni mondiali per la nazionale verdeoro. Nessuna colpa può essere attribuita ad Ancelotti, subentrato solo alla fine di un percorso già segnato da risultati deludenti con i precedenti ct. Il tecnico italiano aveva del resto annunciato l’intenzione di utilizzare la sfida per fare esperimenti e, soprattutto, per risparmiare ai suoi uomini chiave gli effetti devastanti dell’altitudine.

La formazione brasiliana è infatti rivoluzionata, con nove cambi rispetto alla squadra che aveva battuto il Cile. L’unico “italiano”, il romanista Wesley, è costretto al forfait per un problema muscolare. In campo scendono Alisson tra i pali; Vitinho, Fabrício Bruno, Alex e Caio Henrique in difesa; Andrey Santos, Bruno Guimarães e Lucas Paquetá a centrocampo; Luiz Henrique, Richarlison e Samuel Lino in attacco. Solo l’ex portiere della Roma e il centrocampista del Newcastle erano titolari nella gara precedente.

Fin dai primi minuti è evidente come l’altitudine sia il dodicesimo uomo in campo per i padroni di casa. I giocatori brasiliani, a cui erano state fornite confezioni di ossigeno individuali, faticano a trovare ritmo e distanze. La Bolivia, spinta dalla necessità di vincere, parte forte e al 16′ sfiora il vantaggio con il suo talento più brillante, Miguelito, il cui tiro angolato viene deviato in corner da un ottimo intervento di Alisson. Il Brasile riesce a riequilibrare il gioco solo nel finale di tempo, ma proprio quando il riposo sembra vicino, arriva l’episodio che decide il match. Al 45′, il VAR richiama l’arbitro cileno Garay, che dopo aver rivisto l’azione assegna un calcio di rigore per un fallo di Bruno Guimarães su Fernández. Dal dischetto si presenta Miguelito, che al 48′ spiazza Alisson con un tiro basso e preciso.

Ancelotti, visibilmente contrariato, protesta con il direttore di gara all’intervallo. Nella ripresa, prova a cambiare l’inerzia con quattro sostituzioni simultanee, inserendo Marquinhos, João Pedro, Estêvão e Raphinha. Il Brasile migliora, diventa più incisivo e pressa fino alla fine, ma la serata è della Bolivia, che si difende con ordine e coraggio.

Nel post-partita, Ancelotti ammette le difficoltà: «È stata una partita difficile a livello fisico e tecnico, un calcio un po’ diverso». Ma le critiche più aspre arrivano dal presidente della Federcalcio brasiliana, Samir Xaud, che denuncia un clima ostile e antisportivo: «Abbiamo giocato contro 14 (gli 11 boliviani, arbitro e guardalinee, ndr). È triste quello che è successo qui oggi. Siamo venuti qui per giocare a calcio e ciò che abbiamo visto fin dal nostro arrivo è stato antigioco. A 4.000 metri di altitudine, abbiamo giocato contro gli arbitri, la polizia e raccattapalle, togliendo palloni dal campo e mettendone altri. È stata una vergogna. Calcio da oratorio». Ancelotti stesso ha protestato per il comportamento delle forze dell’ordine a bordo campo: «Di questo aspetto non si devono occupare gli allenatori, ma gli ufficiali di gara». Nonostante la frustrazione, il tecnico guarda avanti: «Ho piena fiducia nella squadra per avere una Coppa del Mondo di successo, per lottare in ogni partita. Ovviamente, alcune cose possono migliorare. Quella di oggi è stata una partita unica, molto complicata per noi».

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