Calcionews24
·25 febbraio 2025
Bruno Longhi: «Berlusconi non sapevo neanche chi fosse… Maradona e Zico mi hanno reso orgoglioso. Da Mazzola scoprii la nuova Inter. E so perché Moratti voleva Recoba»
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·25 febbraio 2025
Bruno Longhi è stato uno dei grandi telecronisti della tv italiana, che ha raccontato pagine importanti della storia del calcio. Il Corriere della Sera lo ha intervistato, adesso che ha 77 anni, per la rubrica “Che fine ha fatto?”. Ecco un estratto, con incursione anche nella musica.
LUCIO BATTISTI – «Con Mario Lavezzi e Sergio Poggi facevo parte della sua stessa casa discografica, la Numero 1. Avevamo un rapporto molto forte, per un anno abbiamo bevuto il caffè alla solita ora e al solito bar. Pagavo io, diciamo che Lucio era molto trattenuto nell’esposizione monetaria… Si incuriosiva alla mia vita. Una volta si chiuse con me in una stanza affinché gli raccontassi del militare che lui non aveva fatto».
IL PRIMO INCONTRO CON BERLUSCONI – «Piero Dardanello, allora capo dello sport al Corriere d’Informazione, doveva realizzare per lui un’intervista a Liedholm in vista di Juve-Milan. Ebbe un imprevisto: “Puoi andare tu?”, mi chiese. Vado a Milanello, la faccio. Mi telefona un uomo di Berlusconi dal fortissimo accento milanese: “La vuole conoscere”. Non sapevo neanche chi fosse: “Ma come? Quello di Edilnord, Milano 2… un grande manager”. “Senta — risposi io — se mi chiede di Mazzola è un conto, ma questo Berlusconi non so proprio chi sia”».
MARADONA – «Nel 1996 riceve il Pallone d’oro alla carriera. La cerimonia si tiene all’ultimo piano del palazzo di France Football, a Parigi. In diretta con una radio argentina si lascia andare: “Sono qui con i più grandi giornalisti del mondo, Gianni Minà e Bruno Longhi”. Mi ha fatto volare sopra le nuvole».
ZICO – «Stavamo tornando da Cremona, dove aveva partecipato all’addio al calcio di Cabrini. Eravamo in macchina con le rispettive mogli, erano le 2 di notte. Ci ferma la polizia, gli agenti si avvicinano al finestrino e ci puntano la torcia addosso. Uno di loro lo riconosce: “Potete andare”, ci disse. Zico, ironico, finse stupore: “Ma sei proprio famoso tu eh”».
MAZZOLA – «Ero nel suo ufficio. Dovevo intervistarlo, ma a un certo punto la segretaria lo chiama fuori. Sulla scrivania aveva lasciato un foglio su cui era scritta la formazione dell’anno seguente. C’erano Falcao e Giordano, evidentemente i primi obiettivi di mercato. Lui mi fece giurare di non dire nulla a nessuno, promettendomi che mi avrebbe ripagato. Quando prese Rummenigge, lo seppi prima di tutti».
MORATTI – «Tutti i sabati pomeriggio organizzava delle partite nella sua villa a Imbersago. Pensavo che col pallone fra i piedi fosse scarso, invece aveva un mancino favoloso. Per questo non rimasi sorpreso quando si innamorò di Recoba».