Juventusnews24
·21 ottobre 2025
Calciomercato Juventus, la richiesta chiara di Tudor a Comolli nella scorsa estate: un centrocampista. Il preferito era lui

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·21 ottobre 2025
Alla base dei rapporti tesi tra Igor Tudor e i vertici della Juventus c’è una profonda mancanza di fiducia o, per meglio dire, di complicità. La relazione tra il tecnico e la dirigenza è descritta come fredda, puramente professionale, e il motivo è strutturale: il croato non è un uomo di Comolli.
Il suo incarico, infatti, era nato con presupposti diversi. Tudor avrebbe dovuto soltanto traghettare la squadra fuori dalle secche in cui si era incagliata con la gestione di Thiago Motta. La sua conferma estiva non è stata una scelta entusiasta, ma quasi un obbligo: Comolli è stato quasi costretto a confermarlo di fronte ai “no” di Conte e Gasperini e all’incombenza del Mondiale per Club, un appuntamento che imponeva di prendere una decisione in tempi brevi, senza poter avviare una lunga ricerca.
Se l’affinità non è mai sbocciata, il mercato, poi, non ha aiutato a crearla. Le richieste di Tudor sono state chiare e specifiche, ma quasi totalmente ignorate. Il tecnico aveva chiesto solamente un centrocampista (la sua preferenza era l’irraggiungibile Tonali) e dava per scontata la conferma di Kolo Muani. La società, al contrario, ha operato in modo diverso: gli ha apparecchiato lo scambio Alberto Costa-Joao Mario, un’operazione a cui l’allenatore era contrarissimo, e in più gli ha preso Openda e Zhegrova, due profili non richiesti. Lo scrive Repubblica.
È lì che hanno cominciato a insinuarsi certe crepe, un malcontento percepito anche dai giocatori, che sono consapevoli che la posizione del tecnico non è mai stata salda.
Nonostante questo, Tudor ha scelto una linea diversa rispetto al suo passato (alla Lazio, per esempio, arrivò allo scontro). Ha preferito non andare allo scontro e comportarsi nella maniera più aziendalista possibile. Questa scelta è dettata da due ragioni: la prima, perché ama realmente la Juve e il suo sogno era allenarla; la seconda, perché è consapevole che, se facesse bene in bianconero, la sua carriera prenderebbe un’altra piega. Così si convive, più per forza che per amore, mentre i giocatori, perplessi, se ne rendono conto.
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