Camolese Torino: «Vlasic è forte, si doveva solo aspettarlo. Ecco cosa il Toro dovrà fare nelle 9 gare che restano. Gravina a Superga, un bel messaggio» | OneFootball

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·24 marzo 2025

Camolese Torino: «Vlasic è forte, si doveva solo aspettarlo. Ecco cosa il Toro dovrà fare nelle 9 gare che restano. Gravina a Superga, un bel messaggio»

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Le parole di Giancarlo Camolese, Vicepresidente dell’Associazione italiana allenatori ed ex tecnico del Torino sulla stagione dei granata

Vicepresidente dell’Associazione italiana allenatori, Giancarlo Camolese ha guidato il Torino nel passato e oggi giudica la squadra in mano a Paolo Vanoli in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

IL FINALE DI STAGIONE DEL TORO – «Prestazioni e risultati. Sono gare che faranno capire cosa serve per fare un Toro più forte il prossimo anno».


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CI SONO BASI SOLIDE – «Sì. Vanoli è stato bravo a capire che dopo l’infortunio di Zapata c’era da cambiare qualcosa. Lo ha fatto passando a quattro in difesa, portando Lazaro a metà campo, mettendo due trequartisti che potessero sostenere Che Adams, che all’inizio doveva essere una punta di raccordo e che poi invece si è trovato a fare la prima punta».

IL GRANDE IMPATTO DEL MERCATO DI GENNAIO – «Sì. La squadra stava già facendo bene col nuovo sistema di gioco. Trovare il vice Zapata non era più una necessità, è stato più utile potenziare la trequarti sulla base del nuovo assetto».

L’EUROPA É POSSIBILE – «L’obiettivo è sempre fare il massimo. Ci sono anche gli avversari, però il Torino, per la sua storia e per quello che sta facendo vedere, ci deve provare».

IL MIGLIOR VLASIC IN GRANATA – «Sì. Le sue prestazioni indicano che si è creato l’ambiente giusto. Vlasic è un giocatore forte, aveva avuto un infortunio, bisognava soltanto aspettarlo. Può fare la differenza».

GRAVINA A SUPERGA – «Quando ho prospettato al presidente di venire all’Università a far conoscere il mondo del calcio ai ragazzi, mi ha detto “Sei tu che mi fai un regalo se mi fai parlare con i giovani”. Abbiamo tenuto il convegno “All a round soccer” e alla fine gli ho detto che, se gli avesse fatto piacere, l’avrei portato a Superga. Ha accettato subito con entusiasmo. “Il Toro di quell’epoca era la Nazionale, rappresentava l’Italia”, mi ha detto. È stata una bella dimostrazione da parte della federazione».

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