Calcio e Finanza
·12 novembre 2019
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·12 novembre 2019
L’Aic e i calciatori professionisti attualmente tesserati per il Rieti, denunciano la propria inaccettabile e insostenibile condizione lavorativa. La maggior parte dei calciatori ancora oggi – sottolinea l’associazione italiana calciatori – ”nonostante formale messa in mora, non ha ricevuto il pagamento delle mensilità di luglio e agosto 2019 e nessun dipendente ha ancora ricevuto il pagamento della mensilità di settembre 2019”.
Alla stessa maniera, a nessun calciatore risultano corrisposte le ritenute IRPEF e i contributi previdenziali dovuti per le mensilità scadute. ”Appare evidente, pertanto, come la società – afferma l’Aic – versi oggi in una situazione di grave incertezza economica, lasciando poche speranze sulla possibilità di proseguire il campionato fino al termine della stagione sportiva. Fino ad oggi l’intera rosa della Prima Squadra ha continuato ad allenarsi e a giocare con impegno e spirito di sacrificio, per rispetto verso la città e verso i tifosi”.
Le difficoltà ora evidenziate, ”purtroppo – aggiunge l’Aic – stanno pregiudicando anche la serenità familiare di molti calciatori e rendono impossibile lo svolgimento dell’attività lavorativa in modo dignitoso e consono alla categoria. Tale situazione ci amareggia, specie in considerazione delle gravi ripercussioni di carattere economico ed alimentare che vivono i lavoratori coinvolti, i quali risultano sprovvisti della loro fonte di sostentamento da oltre tre mesi pur avendo reso, con la dovuta diligenza e professionalità, le proprie prestazioni professionali nel corso della stagione sportiva. Per tali motivi l’AIC e i calciatori professionisti tesserati con la società F.C. Rieti S.r.l., dichiarano lo stato di agitazione e preannunciano, sin d’ora, lo sciopero per la giornata di domenica 17 novembre 2019, ”auspicando che la Società, posto il preavviso di sciopero, adempia al pagamento delle somme contrattualmente dovute per tutte le mensilità ad oggi maturate entro la giornata di venerdì, in modo così da evitare l’esercizio del diritto di sciopero”.