Inter News 24
·2 luglio 2025
Capello diretto: «Calhanoglu è il Rodri dell’Inter, Lautaro ha parlato da capitano ma secondo me non ha fatto bene. I nerazzurri si sono sopravvalutati»

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·2 luglio 2025
Intervenuto sulle colonne della Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha voluto dire la sua sul finale di stagione dell’Inter e sulle novità introdotte da Cristian Chivu in queste partite del Mondiale per Club. Poi l’ex tecnico si è soffermato sulla patata bollente del caso Lautaro-Calhanoglu.
VERO CHE ARRIVARE SECONDI NON E’ UN FALLIMENTO? – «Anche io ho giocato finali senza riuscire ad alzare la coppa, nel calcio capita ed è giusto così, ti aiuta a formarti. Ma alla fine ciò che conta è sempre la bacheca, e quella dell’Inter quest’anno è rimasta vuota. Marotta muove i conti, e sono sempre ottimi, così come gran parte delle prestazioni, ma ho l’impressione che la squadra si sia un po’ sopravvalutata».
COSA INTENDO? – «Parlo del campionato, non della Champions League. Lì c’è poco da dire: al netto della finale persa 5-0, le partite contro il Bayern Monaco e il Barcellona sono state straordinarie e uniche. Resteranno impresse nella storia. Ma in Serie A non s’è vista quella rabbia agonistica e continua mostrata più volte in Europa».
SE MI RIFERISCO AI PUNTI PERSI? – «Sì, vedi Parma, Lazio e tante altre. Più volte, nella stessa partita, abbiamo visto due Inter molto differenti. Un grande dominio nella prima fase e poi grandi disattenzioni nella seconda. Questo ha portato i nerazzurri a lasciare sul cammino diversi punti o a rischiare grosso in gare già chiuse, come ad esempio quella contro l’Udinese in casa dove ha rischiato parecchio. Serviva sicuramente più attenzione a livello di continuità».
SE PENSO CHE LA STANCHEZZA ABBIA INFLUITO? – «Al Mondiale credo che sia stata determinante. Il Fluminense ha avuto maggiore freschezza, agilità, anche fortuna, perché l’Inter ha colpito due legni e ha creato moltissimo. I giocatori erano stanchi di gambe e di testa. Non è un alibi, ma un fatto. In fondo, le 63 partite dell’anno pesano. Volevano passare il turno a tutti i costi, ma erano palesemente stanchi».
COSA MI E’ PIACIUTO DELL’INTER DI CHIVU? – «Ho visto alcuni giocatori impegnarsi alla grande, come Barella o Lautaro, ma anche un cambio di mentalità. Qualcosa di diverso. Mi riferisco ai giovani come Pio Esposito o Carboni, ma anche a Sucic. Il più interessante dei nuovi. Anche se queste partite non fanno molto testo: il caldo umido ha influito parecchio ed è stato decisivo. I brasiliani, ad esempio, erano più abituati. Le condizioni atmosferiche hanno alimentato la stanchezza».
PIO ESPOSITO MERITA FIDUCIA? -«L’ho detto e lo ribadisco ancora: è giovane, forte e italiano. L’Inter fa bene a tenerlo».
CHE IDEA MI SONO FATTO SUL CASO LAUTARO-CALHANOGLU? – «Queste dinamiche dovrebbero essere risolte negli spogliatoi. Lautaro ha parlato da capitano, com’è giusto che sia, ma quando metti nel mirino un compagno che non è presente in quel momento, allora secondo me non va bene. I problemi vanno sempre risolti faccia a faccia. È l’unica soluzione».
UNO COME CALHANOGLU E’ RIMPIAZZABILE? – «È il Rodri dell’Inter. Un faro, un giocatore indispensabile per il gioco nerazzurro. Fa parte di quei perni con cui far girare la squadra. È logico che non sarà facile, in caso, sostituire uno come lui».
SI PARLA DI EDERSON DELL’ATALANTA – «Nessuno mette in dubbio le sue qualità, ma riparliamone quando sarà una cosa concreta».
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