Calcionews24
·29 settembre 2025
Capello sorprende: «Gasperini è come me»

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Una leggenda del calcio italiano a tutto tondo. Ospite del podcast di Alessandro Cattelan ‘Supernova’, l’ex allenatore Fabio Capello ha offerto la sua lucida analisi sul campionato, incoronando il suo erede in panchina e svelando toccanti retroscena sul suo rapporto con la Nazionale.
Alla domanda su chi veda come suo successore spirituale tra i tecnici della Serie A, Capello non ha dubbi e indica l’attuale allenatore della Roma, Gian Piero Gasperini. «Dall’esigenza che vedo in tutte le squadre in cui è andato Gasperini, secondo me è uno come me: molto mirato nell’ottenere dai giocatori le cose che pensa siano importanti per la squadra».
“Don Fabio”, che conosce benissimo le pressioni della piazza giallorossa dopo averci vinto uno scudetto, ha promosso a pieni voti l’impatto di Gasperini nella Capitale, un test di maturità dopo gli anni “protetti” di Bergamo. «Lo dico perché finché era all’Atalanta era, sotto un certo aspetto, in una piazza ‘comoda’ e in qualche modo anche ‘protetto’. Conoscendo bene le difficoltà nell’allenare la Roma, mi sembra di capire che sia entrato subito a piedi pari e i risultati già si vedono. Questo credo sia molto positivo».
Capello ha poi aperto il cassetto dei ricordi, parlando del suo “no” alla panchina della Nazionale nel 2016 e del suo viscerale legame con la maglia azzurra, vissuto intensamente prima da calciatore e ora da tifoso. «Non lo sentivo giusto in quel momento e ho detto di no. Stavo allenando già dei club. Non mi è mai dispiaciuto. La Nazionale la sento come non mai, a casa mi alzo in piedi e canto l’Inno quando c’è la partita. Una delle cose più belle della mia carriera è quando ho segnato contro gli Inglesi a Wembley, abbiamo vinto e ho dedicato il gol ai 20mila camerieri. Quando siamo stati eliminati in Germania è stata la cosa più brutta. Ci urlavano di tutto contro. Quando vedo i calciatori della Nazionale giocare senza sangue, senza voglia, mi fa male».
Un racconto appassionato che svela l’uomo dietro l’allenatore, un professionista esigente la cui carriera è sempre stata guidata da due fari: la ricerca della vittoria e l’amore incondizionato per il calcio e la maglia azzurra.
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