Caressa allo scoperto: «Dobbiamo metterci d’accordo su cosa deve essere la Juventus! Se è la squadra che va a Madrid per non prendere la goleada parliamo di un lungo percorso di ridimensionamento…» | OneFootball

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·24 ottobre 2025

Caressa allo scoperto: «Dobbiamo metterci d’accordo su cosa deve essere la Juventus! Se è la squadra che va a Madrid per non prendere la goleada parliamo di un lungo percorso di ridimensionamento…»

Immagine dell'articolo:Caressa allo scoperto: «Dobbiamo metterci d’accordo su cosa deve essere la Juventus! Se è la squadra che va a Madrid per non prendere la goleada parliamo di un lungo percorso di ridimensionamento…»

Caressa, giornalista e telecronista di Sky, si è espresso così nella sua analisi sul momento della Juventus. Ecco le dichiarazioni dopo il Real Madrid

Un sospiro di sollievo, ma anche un campanello d’allarme sulla mentalità. L’analisi del noto telecronista Fabio Caressa sulla Juventus vista a Madrid è profonda e va oltre il risultato. Pur riconoscendo il merito della squadra di non essere crollata, l’opinionista di Sky Sport ha lanciato un monito: accontentarsi di una sconfitta onorevole significa ridimensionare l’idea stessa di Juve.

“Non crollare non basta”: il monito di Caressa

Dopo la sconfitta per 1-0 al Santiago Bernabéu, Caressa ha analizzato la prestazione dei bianconeri. «Sicuramente non è crollata la Juventus come si poteva temere. E questo può essere letto come un elemento positivo», ha premesso. Ma ha subito aggiunto il suo vero cruccio: «Qui ci dobbiamo mettere d’accordo su cosa deve essere la Juventus».


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Il rischio del “ridimensionamento”

Per il giornalista, l’errore più grande sarebbe accontentarsi. «Se la Juventus deve diventare una squadra che va a Madrid per non prendere la goleada, allora dobbiamo parlare di un lungo percorso di ridimensionamento», ha tuonato. Ha ricordato la Juve di pochi anni fa, che andava ovunque per vincere, non per limitare i danni. Essere contenti di aver perso 1-0 con il portiere (Di Gregorio) migliore in campo, per Caressa, «non è la Juventus».

“La Juve è un’altra cosa”: un richiamo all’identità

L’analisi è un richiamo all’identità storica del club. «La Juventus che noi siamo abituati a vedere è un’altra cosa», ha continuato. Accontentarsi di prestazioni dignitose nelle sconfitte significa, secondo Caressa, abbassare l’asticella, tradire il DNA vincente che ha sempre contraddistinto la Signora.

Pur senza mettere in discussione Igor Tudor nell’immediato, il messaggio è chiaro: la Vecchia Signora non può accontentarsi di lottare per il quarto posto o di perdere “bene” contro le grandi d’Europa. Serve ritrovare l’ambizione, la fame, la mentalità che l’hanno resa una superpotenza. Le prossime partite, a partire dalle delicate sfide contro Lazio e Udinese, saranno fondamentali per capire se la Juve ha recepito il messaggio.

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