Caressa: «Caso Donnarumma? Paga le sue scelte. Cosa cambia se in banca hai 110 o 140 milioni!?» | OneFootball

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Calcionews24

·19 agosto 2025

Caressa: «Caso Donnarumma? Paga le sue scelte. Cosa cambia se in banca hai 110 o 140 milioni!?»

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Caressa: «Gattuso darà emozione, Donnarumma paga le sue scelte. Con Bergomi come fratelli». Le dichiarazioni del celebre telecronista

La sua voce ha raccontato un’era del calcio italiano, ha fatto da colonna sonora a trionfi mondiali, europei e a notti di Champions indimenticabili. Fabio Caressa non è solo un telecronista, ma un pezzo della nostra cultura sportiva, un narratore che ha saputo evolversi con il gioco, rinnovando il linguaggio e creando uno stile unico e riconoscibile. La sua simbiosi con Beppe Bergomi è diventata leggenda, una “vecchia coppia” alla Jack Lemmon e Walter Matthau che ha accompagnato le domeniche di milioni di tifosi. Ma dietro il professionista c’è l’uomo, il ragazzo che imitava Enrico Ameri nelle sue telecronache a Subbuteo e che, con studio e passione, è arrivato a festeggiare un Mondiale e un Europeo dal posto più bello, quello del commentatore. Oggi, alla vigilia di una nuova, intensa stagione su Sky, Fabio Caressa si racconta in una lunga e appassionata intervista a La Gazzetta dello Sport, un viaggio tra i ricordi, i segreti del mestiere e una lucida analisi sul calcio di oggi, dalla Serie A alla Nazionale, fino al controverso caso Donnarumma.

COME SI STA PREPARANDO ALLA NUOVA STAGIONE – «In estate fondamentalmente mi riposo, con un occhio alle amichevoli per capire come giocheranno le squadre e quale sviluppo possa avere la stagione. Devo dire che quest’anno mi sembra tutto molto confuso… C’è stato pure l’infortunio di Lukaku, è impossibile fare una griglia di partenza, ci sono troppe cose da fare sul mercato. Il Napoli finora è la squadra che si è mossa meglio, ma Juve e Inter devono completarsi, mentre del Milan mi intriga il cambio di posizione di Leao».


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LA NAZIONALE DI GATTUSO – «L’Italia deve aggrapparsi a quello che può darle Rino come compattezza, che si era un po’ persa. Ma la situazione non è per niente facile. Gattuso secondo me può ridare emozione alla Nazionale e noi le cose migliori le abbiamo fatte proprio quando siamo riusciti a toccare certe corde. Su questo Rino è l’uomo giusto».

IL CASO DONNARUMMA – «Io l’ho sempre difeso perché credo sia il più forte portiere del mondo, però certe scelte di vita portano anche a un certo percorso di vita. Mi spiego: se fai scelte economiche, come quella di andare al Psg e non rimanere al Milan, lo stesso potranno fare i club che ti hanno acquistato. Da questo punto di vista non possiamo parlare di sentimenti… Molti giocatori si muovono in una direzione meramente economica, senza pensare ad arricchirsi come uomini e calciatori. Mi auguro che soprattutto i giovani capiscano che in questo modo mettono a repentaglio la loro felicità. Che poi mi chiedo, nella vita, se in banca hai 110 milioni o 140, ma che te cambia??».

ERA IL CLASSICO BAMBINO CHE IMITAVA BRUNO PIZZUL? – «A dire il vero preferivo Ameri… Le prime telecronache le ho fatte durante le sfide a Subbuteo tra mio fratello Maurizio e il mio migliore amico Pietro. Poi nell’86 ho seguito un corso con Michele Plastino, giornalista sportivo romano, e ho iniziato a fare sul serio. Prima radiocronaca Cesena-Lazio di Serie B nel 1987, prima telecronaca una gara del Leeds nel 1991. Ho avuto la fortuna di essere spesso al posto giusto, alla fine ho fatto 5 Mondiali di cui uno vinto, 4 Europei con un’altra vittoria, tante finali di Champions e Europa League».

LE TRE TELECRONACHE DEL CUORE? – «Ovviamente Italia-Germania 2006, Italia-Inghilterra finale dell’Europeo post Covid e poi Liverpool-Borussia Dortmund, quarto di finale di Europa League 2016 con i Reds che rimontano da 1-3 a 4-3, partita epica»

IL RAPPORTO CON BEPPE BERGOMI – «Siamo fratelli. Per i miei 25 anni di matrimonio accanto alla torta per me e Benedetta (Parodi, ndr) ce n’era una più piccola per i 25 anni con Beppe. Anche se fuori dal lavoro non ci vediamo spesso, siamo in simbiosi totale, una vecchia coppia alla Jack Lemmon e Walter Matthau. È forse la persona che sa più della mia vita in assoluto».

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