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·26 maggio 2025
Carrarese, Calabro: “Sempre creduto nella salvezza, lnzaghi uno dei miei modelli! Migliore qualità? Eravamo senza una fisionomia precisa”

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·26 maggio 2025
L’allenatore della Carrarese, Antonio Calabro, si è raccontato in tutto e per tutto in un’intervista rilasciata a GianlucaDiMarzio.com. Il mister degli Apuani è partito da lontano, risalendo ai tempi dell’Eccellenza, salvo poi arrivare pian piano all’ultima stagione, quella della spettacolare salvezza con la Carrarese. Di seguito le dichiarazioni più rilevanti.
TEMPO LIBERO – “Ho preso spunto dalla filosofia, dalla natura, dalla campagna, da un orto e dal mare. Mi sono serviti per leggere, studiare ed essere più paziente, per capire da quello che mi gira attorno come funzionano le risorse umane, i rapporti con gli altri“.
SALVEZZA – “Io ci ho sempre creduto. Guardando la composizione del campionato non sapevo quali squadre sarebbero arrivate dietro di noi, ma ero convinto che 5 ci sarebbero state. Alla fine sono state persino 8 e questo non fa che dare ulteriore valore alla nostra stagione. Ho messo in atto quello che è stata un’esperienza globale di 10 anni da allenatore“.
SOCIETÀ – “Come l’arbitro ha fischiato la fine della partita, mi sono girato verso la tribuna dove c’era seduto il mio presidente e i dirigenti. Ho fatto segno verso di loro per dire ‘ce l’abbiamo fatta, tutti insieme‘. Inutile negarlo, quando si ottengono i risultati una percentuale importante è data dalle persone che hai intorno. Li ho apprezzati più nelle situazioni difficili che in quelle facili: a gennaio hanno compattato la squadra nel momento in cui ne aveva più bisogno“.
ARRIVO – “Ho trovato una squadra forte, integra, giovane e tecnica insieme a un ambiente di cui avevo bisogno. Un ambiente familiare dove potermi esprimere al meglio. Non è stato difficile trovare accorgimenti tattici perché sono giocatori forti. In estate sono stati presi giocatori con esperienza e altri invece che si affacciavano alla Serie B per la prima volta. Si è intravisto del potenziale e li abbiamo fatti crescere“.
MOMENTI DIFFICILI – “In quel momento sono voluto intervenire perché vedevo scoramento dopo aver perso uno scontro diretto. Ciò che mi aveva preoccupato era stata la mancanza di reazione della squadra, che per la prima volta in stagione non aveva avuto il giusto carattere. Per questo ho sentito l’esigenza di ribadire le convinzioni che avevo“.
QUALITÀ – “La mancanza di una fisionomia ben definita. Mi spiego: la Carrarese ha sempre saputo adattarsi all’avversario, quando c’era da pressare alto e quando invece c’era da tenere il baricentro basso. Questo per me è motivo di orgoglio ed è ciò che ricerco da quando alleno“.
TIFOSI – “Conosco la maturità di questa piazza. Vorrei che i tifosi non cambiassero mai: mi piacerebbe che anche l’anno prossimo si comportassero come in questo, non facendosi condizionare da quello che accade sempre in Italia. Magari tra 2,3,4 anni non saranno più soddisfatti di quello che facciamo, vorrei esortarli a mantenere sempre questo timbro perché se così sarà li differenzierà rispetto alle altre piazze. Loro sono differenti perché vengono da un’educazione, un’abitudine decennale di gente che ha lavorato tantissimo e ha fatto lavori di sacrificio e cooperazione, ce l’hanno nel DNA“.
CARATTERISTICHE PERSONALI – “Mi definisco un giovane allenatore. Sono sempre propenso a studiare, poi il mio staff mi permette di dedicarmi alla scrivania. Partendo dall’Eccellenza e avendo sempre improntato la mia carriera sulle vittorie dei campionati, ho sempre impostato le partite e gli allenamenti come fosse una questione di vita o di morte, con la rabbia e la cattiveria agonistica che spesso mi portavano allo scontro se qualcuno non la pensava come me“.
MODELLI – “Inzaghi e altri allenatori, anche stranieri, sono stati ospiti delle mie serate di studio“.
GRUPPO – “Se trovi un gruppo sano ti togli delle soddisfazioni, in altre situazioni no. Ma nei sei mesi lontano dalla panchina ho capito che non sempre è necessario arrivare allo scontro; ho imparato a gestire le sconfitte e le vicende negative in maniera diversa, trovando comunque qualcosa di positivo al loro interno. Non è sempre tutto cattivo“.
LIBRO PREFERITO – “Il gabbiano Jonathan Livingston, di Richard Bach”.