Juventusnews24
·9 ottobre 2025
Caso Osimhen, affare opaco tra Napoli e Lille ma nessuna prova schiacciante: ecco cosa ha fatto la differenza rispetto alla vicenda plusvalenze della Juve. La ricostruzione

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·9 ottobre 2025
Il tema delle plusvalenze torna a infiammare il dibattito sportivo, con un confronto diretto tra il caso che ha coinvolto la Juventus e quello relativo al trasferimento di Victor Osimhen, attaccante nigeriano, al Napoli. I colleghi del quotidiano Libero hanno analizzato la situazione, spiegando nel dettaglio perché il club partenopeo, a differenza della Vecchia Signora, non rischia alcuna sanzione a livello sportivo, nonostante le analogie nelle presunte irregolarità. La differenza sostanziale risiede nella natura e nel peso delle prove raccolte.
L’affare che portò Osimhen in azzurro dal Lille è stato definito “opaco”: 50 milioni di euro più i cartellini del portiere Karnezis e di tre giovani calciatori di fatto sconosciuti al grande pubblico. Tuttavia, secondo la ricostruzione, la Procura Federale non ha considerato “schiaccianti” le prove a carico del Napoli. Le chat e le mail emerse, pur suggerendo che i due club fossero consapevoli dei rischi, non sono state ritenute sufficienti per giustificare la riapertura di un processo che si era già concluso con una doppia assoluzione nei primi due gradi di giudizio.
La situazione della Juventus, invece, è stata radicalmente diversa. Il processo sportivo a carico del club bianconero fu riaperto a seguito dell’inchiesta “Prisma” della Procura di Torino. In quel contesto, emersero intercettazioni telefoniche e nuove carte che, per la Procura Federale, non lasciavano alcun dubbio sulla volontarietà del sistema plusvalenze. Questa documentazione è stata considerata una prova nuova e decisiva, tale da stravolgere i precedenti verdetti e portare alla penalizzazione in classifica.
La disparità di giudizio da parte degli organi della giustizia sportiva, che sta causando la rabbia di molti tifosi bianconeri, trova quindi la sua origine proprio nella qualità del materiale probatorio a disposizione degli inquirenti. Mancando un elemento probatorio inconfutabile e nuovo come le intercettazioni, per il Napoli non è stata ravvisata la necessità di riaprire il fascicolo.
Di conseguenza, la vicenda si è conclusa in modo diverso per i due club. Da un lato la Juventus, condannata sulla base di prove ritenute inappellabili, dall’altro il Napoli, per cui gli indizi raccolti non hanno superato la soglia necessaria per ribaltare le sentenze assolutorie precedenti. Una distinzione tecnica, ma fondamentale, che spiega la differente gestione dei due casi da parte delle istituzioni sportive.