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·4 ottobre 2025

Caso Premier-Manchester City, 29 club potrebbero chiedere risarcimenti

Immagine dell'articolo:Caso Premier-Manchester City, 29 club potrebbero chiedere risarcimenti

Il caso Manchester City continua a scuotere la Premier League e ad aprire scenari inediti sul piano giuridico ed economico. Come spiegato dai media inglesi, citando una analisi dello studio legale Norton Rose Fulbright, infatti, sarebbero 29 i club che, in diverse stagioni comprese nel cosiddetto Periodo Rilevante, potrebbero avanzare richieste di risarcimento danni nei confronti dei Citizens per presunti vantaggi competitivi ottenuti in seguito a violazioni delle regole finanziarie, nel caso in cui il club venisse ritenuto colpevole per le 115 accuse di violazioni.

Come spiegano i legali, non è semplice per un club dimostrare di aver subito perdite dirette a causa di una violazione altrui. Ancora più complesso è provare che la competitività del campionato sia stata alterata, consentendo al club colpevole di ottenere un vantaggio sul campo. Perché un’azione sia fondata, ogni club dovrebbe provare sia la causalità fattuale (“se non fosse stato per le violazioni del City, il mio club avrebbe raggiunto una posizione migliore”) sia la causalità giuridica (ossia la prevedibilità del danno per le parti coinvolte).


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Gli avvocati sottolineano come l’incertezza tipica del calcio – tra scelte tattiche, infortuni, espulsioni o decisioni arbitrali – renda ogni ricorso complesso. Tuttavia, le perizie statistiche (ad esempio la correlazione tra monte ingaggi e risultati sportivi) potrebbero rafforzare le tesi dei club che ritengono di aver perso la possibilità di ottenere migliori piazzamenti, premi e introiti commerciali.

La platea dei possibili ricorrenti è ampia e variegata. Alcuni club avrebbero un percorso probatorio più solido, come il Manchester United, arrivato secondo dietro al City in due stagioni, in particolare nel 2011/12, quando perse il titolo soltanto per differenza reti. Altri club, come Liverpool, vicecampione nel 2013/14 a due punti dai Citizens, potrebbero sostenere di essere stati privati di una chance concreta di vincere il campionato.

Non mancano poi società che hanno mancato la qualificazione europea per pochi punti, come Tottenham ed Everton, oppure club retrocessi a margine del Periodo Rilevante – tra questi Hull City, Burnley, Wigan, Fulham, Swansea, fino a realtà storiche come Blackburn Rovers e Bolton Wanderers. Anche società oggi lontane dalla Premier League, come il Portsmouth, penalizzato da un -9 nel 2009/10 e retrocesso con largo anticipo, rientrano nella platea indicata dagli esperti legali.

In totale, sono 29 i club che, in diverse stagioni tra il 2009/10 e il 2017/18, potrebbero formalmente lamentare un danno economico legato al posizionamento in classifica o alla perdita di opportunità di qualificazione e premi.

Quanto al quantum del risarcimento, la valutazione dipenderebbe dal periodo temporale: i club coinvolti prima del 2013/14, infatti, avrebbero diritto a cifre più contenute, calcolate sugli accordi di trasmissione dell’epoca (Sky Sports, Setanta/ESPN). Viceversa, chi si ritiene danneggiato durante l’era Sky-BT avrebbe diritto a somme molto più elevate, in linea con la crescita esponenziale dei ricavi televisivi della Premier League.

A questo si aggiunge il tema delle sponsorizzazioni: secondo gli avvocati, le alterazioni competitive avrebbero inciso anche sulla capacità di altri club di attrarre partner commerciali di alto livello. Un esempio recente è l’accordo del Liverpool con Adidas, valutato 60 milioni di sterline a stagione per cinque anni: un contratto che, se il club avesse accumulato più successi durante il Periodo Rilevante, avrebbe potuto essere ancora più remunerativo.

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