Calcio e Finanza
·14 aprile 2025
Caso scommesse, le minacce a Fagioli: «Paga o ti faccio mettere a fare il muratore»

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·14 aprile 2025
I problemi con le scommesse di Nicolò Fagioli hanno costretto il giovane centrocampista, attualmente in prestito alla Fiorentina dalla Juventus, a dover affrontare alcuni esponenti del mondo criminale che era dietro al circolo illegale delle piattaforme che il classe 2001, insieme a Tonali e a diversi calciatori e sportivi, usava.
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, nella primavera del 2023, Fagioli, già molto esposto a livello debitorio per le scommesse, viene raggiunto al telefono da Nelly, un esattore di cui non si conosce pubblicamente il vero nome e che usava una sim intestata a un cittadino straniero. «Stai proprio a sbaglià persona. Perché ti faccio smettere. Te faccio mettere a fare il muratore», il testo del messaggio inviato a Fagioli.
Da quanto viene riportato dalle carte dell’inchiesta, Fagioli all’epoca aveva già maturato un debito pari a 1,5 milioni di euro, che non era in grado di ripianare. Proprio per questo entra in scena il già citato Nelly. Dalle carte spuntano diverse chat fra i due che restituiscono un quadro di pressioni e minacce. Le ultime, le più pesanti, l’8 maggio: «Hai rotto il ca..o. Tu credi che mi faccia prendere per il culo da te». Fagioli cerca di calmarlo: «Ho fatto un errore più grande del mio stipendio annuale… ho chiesto una mano per darteli. Dato che è giusto così». Un approccio che però non funziona, vista la risposta Nelly: «Quanto è vero, lo giuro sui miei bambini se mercoledì non ho i soldi vengo a Torino e ti faccio smettere di giocare. Ti levo pure la penna per firmà i contratti perché sei un cesso. So tutto, i soldi segnati ad altre persone che so tutti tuoi».
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Fagioli all’epoca dei fatti aveva debiti sia a Roma che a Milano per una cifra complessiva di 2,8 milioni di euro. Le chat che traspare dalle conversazioni agli atti dell’inchiesta mostra anche un calciatore disperato: «Se continua così starò sempre in panchina ma perché è vero non riesco più ad andare al campo felice». Confida all’amico Marco (per gli agenti il figlio dell’ex giocatore Bruno Giordano, collegato a un’agenzia londinese di procuratori sportivi), che non è indagato: «Ma io voglio chiudere tutto per la mia vita. E andare al campo sereno e diventare un giocatore vero come posso diventare senza pensare più a questo errore enorme».
E sempre dai dialoghi con Marco emerge come in principio ci fosse ottimismo sul giro di persone a Roma che minacciava Fagioli. «Non sono pericolosi, soprattutto ora che questo mio amico, che è veramente pesante, gli dirà di darsi una grossa calmata», rassicura Marco. Di più, siamo ad aprile 2023: «Se questi ti toccano li denuncio e gli dico: sai che c’è? Avete cagato fuori dal vaso, mo’ i soldi li ripigliate col ca..o. Vogliamo fare a chi è più cattivo? Gli spacco il culo, li faccio sparare a questi». Pochi giorni dopo, però, la situazione si fa nera: «Non c’è da scherzare con questi, perché comunque anche a mettere di mezzo altre persone succede casino, poi ti spiego».
Nel pieno della tempesta, Fagioli sta cambiando procuratore («devo trovare un accordo con D’Amico», il suo storico agente), anche per la promessa che i nuovi avrebbero sistemato i debiti: «La cosa più semplice — scrive Marco, riferendosi all’agenzia londinese — sarebbe che la Juventus parte del tuo stipendio lo fa arrivare a questi, facendo un nuovo stipendio; nel senso, senza tasse, senza ca..i e mazzi». Perché, ormai, il problema del gioco è evidente e Fagioli lo sa: «Perché in realtà, ho minacce e non ho più tempo né scuse; e se scoppia la bomba, io sono rovinato a vita. Anche la Juve mi ha detto oggi così».
Siamo al 24 marzo, lo scandalo scoppierà solo nell’ottobre successivo. E ancora: «Ho fatto danni, ma non so più gestirla, oggi mi hanno parlato alla Juve, dicendomi se avevo qualche problema perché stanno capendo che ho qualcosa e che gli è arrivata voce del gioco». Fagioli cerca soluzioni ovunque per saldare le scommesse. Il 12 maggio, in una chat con un uomo che si fa chiamare M.B. (per la polizia sarebbe un intermediario con Nelly), spiega di aver chiesto aiuto a «persone sbagliate», che per «togliere il debito» ne «creavano uno più grosso»: «Dovevo ridare al mese il 7 per cento. Sono 140K (140 mila, ndr), ma come faccio». In un altro passaggio rassicura: «La soluzione c’è con i procuratori nuovi che sanno tutto e mi aiuteranno a pagare».