Milannews24
·11 settembre 2025
Cassano Milan, il ricordo di Tavana è da brividi: lo storico medico sociale rossonera ricorda il malore del barese e non solo

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Il Dottor Rodolfo “Rudy” Tavana, figura storica e di spicco nella medicina sportiva, ha condiviso con la Gazzetta dello Sport i ricordi indelebili della sua lunga e vincente esperienza al Milan, sotto la presidenza di Silvio Berlusconi. Un’epoca d’oro, costellata da successi in Italia e in Europa, dove la scienza e l’innovazione medica hanno giocato un ruolo cruciale, spesso dietro le quinte. Oggi, con il Milan in una nuova era sotto la guida del DS Igli Tare e dell’allenatore Massimiliano Allegri, le lezioni del passato restano più che mai rilevanti.
Il racconto del Dottor Tavana inizia nel 1987, quando Berlusconi lo scelse tra otto candidati per la figura di direttore dell’area medica. “Ero un traumatologo, mi dividevo tra la Pro Patria e la nazionale dello sci di fondo. Berlusconi voleva una struttura sanitaria a 360 gradi e mi scelse dopo aver visto la mia esperienza, anche con team come i San Antonio Spurs e i Dallas Cowboys negli Stati Uniti,” ricorda Tavana.
Uno dei cambiamenti più discussi e significativi fu l’introduzione di una dieta rigorosa per i giocatori. La famosa crostata, consumata a merenda e nei pranzi pre-partita, divenne il simbolo di questa rivoluzione. “Il carburante dell’alta intensità è lo zucchero e studi svedesi dimostravano che alla fine del primo tempo i calciatori lo avevano già esaurito,” spiega Tavana. Berlusconi stesso si stupì che i giocatori mangiassero “quello che gli pareva” e impose regole precise, inclusa la reperibilità 24/7 dei medici tramite un cicalino.
Anche figure storiche come l’allenatore Nils Liedholm furono inizialmente scettiche. Tuttavia, lo scudetto del 1988 con Arrigo Sacchi segnò una svolta. “Liedholm disse che avevamo vinto perché avevamo introdotto una nuova medicina dello sport,” racconta Tavana. Un altro pilastro fu la figura del preparatore atletico, che prima “compariva nel ritiro estivo e poi spariva”. Il Milan la rese una figura “fissa e costante”, con un focus sulla prevenzione degli infortuni muscolari e delle tendinopatie, che ancora oggi rappresentano quasi il 50% delle lesioni nel calcio.
La carriera di Tavana è stata segnata anche da grandi rimpianti. Il più grande resta Marco Van Basten. Tavana si oppose alla prima operazione alla caviglia. “Lottai fino all’ultimo,” dice con rammarico. “Avrebbe potuto regalarci altri due o tre anni del suo calcio fantastico.” La sua bravura, però, si dimostrò vitale in altre occasioni, come con Antonio Cassano nel 2011. Dopo una trasferta a Roma, Tavana notò che Cassano “era confuso”. Riconoscendo i sintomi, lo costrinse a recarsi al Policlinico di Milano. “Gli esami stabilirono che si trattava di un problema neurologico che originava dal cuore,” racconta Tavana. “Cassano venne operato e il guaio risolto.”
Un aneddoto divertente coinvolge invece Ruud Gullit e un bassotto, in una settimana cruciale che precedeva la partita Napoli-Milan del 1988. Gullit si presentò zoppicante a Milanello, apparentemente per il morso di uno dei cani di Tavana, ma si trattava solo di uno scherzo ben riuscito.
Il contributo di Tavana è stato fondamentale per i successi del Milan berlusconiano, dimostrando come l’innovazione medica e una gestione professionale dei calciatori possano fare la differenza in campo. Un’eredità che continua a ispirare il mondo del calcio, anche sotto la guida del nuovo DS Tare e del nuovo allenatore Allegri.
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