Cesar gioca in anticipo Inter Lazio: «Può succedere di tutto, Sarri può avere quel problema. Chivu era un leader silenzioso, ma non credevo che…» | OneFootball

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·9 novembre 2025

Cesar gioca in anticipo Inter Lazio: «Può succedere di tutto, Sarri può avere quel problema. Chivu era un leader silenzioso, ma non credevo che…»

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L’ex calciatore di Inter e Lazio, Cesar, prova a giocare d’anticipo la sfida di stasera a San Siro tra i nerazzurri e i biancocelesti

Cesar Aparecido, ex calciatore di Lazio (2001-2006) e Inter (due stagioni, 2006 e 2007-08), analizza lo scontro di stasera tra le sue due ex squadre in un’intervista a Tuttosport, offrendo uno sguardo sulle dinamiche attuali dei club e sulla figura di Cristian Chivu come allenatore.

IL MATCH DI OGGI – «Può succedere di tutto. L’Inter deve riprendersi, io sono andato spesso a San Siro e ultimamente non ho visto una squadra brillante, ma un team che concede troppo, che crea anche delle situazioni, senza farti male. I nerazzurri hanno potenzialità, devono essere più concreti. La Lazio invece, non avendo potuto fare mercato, è penalizzata tanto perché oggi Sarri lavora con qualche giocatore che non era nei suoi piani. Però affronta la situazione a viso aperto, ha un centrocampo e un attacco che hanno fatto vedere cose importanti, prendono pochi gol. Non hanno i ricambi dello stesso livello e questo può essere un problema».


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QUANTO CONTA AVERE ALLENATORI CHE CONOSCONO IL CLUB – «È importante, impone rispetto. Sapere che ha indossato quella maglia, ha vissuto quell’ambiente, ha vinto e tiene veramente all’Inter è importante soprattutto per l’impatto iniziale. Poi conta il lavoro sul campo e la mentalità trasmessa».

CHIVU PUO’ ACCORCIARE IL DEFICIT D’ESPERIENZA – «Questo è soggettivo, dipende dal suo lavoro. L’ho visto allenare la Primavera dell’Inter, con cui ha vinto, poi è andato a fare questa esperienza a Parma, dove ha fatto bene, conquistando la salvezza. Gestire una grandissima squadra è diverso, all’Inter sapevano già come lavorasse e hanno puntato su di lui».

QUANDO CI GIOCAVA INSIEME, PENSAVA POTESSE DIVENTARE ALLENATORE – «Non credevo, al tempo, che Chivu potesse diventare un allenatore, ma non significa nulla. Magari non lo pensavo neppure di Simone Inzaghi, eppure lui è diventato un top. A me piace vedere le squadre che giocano bene, sono molto critico su questo. Credo che Chivu sia sulla strada giusta, ma gli va dato tempo».

CHIVU ERA UN LEADER – «Ci sono tanti modi per esserlo. Lui era un leader silenzioso e di personalità. Era da esempio col suo comportamento».

QUANTO C’È ANCORA DI INZAGHI IN QUESTA INTER – «Sinceramente non vedo tanta differenza a livello tattico, di gioco sì perché ho ancora in mente le grandissime partite degli anni precedenti. Ma Chivu ha tutto il tempo dalla sua parte».

CHIVU HA QUALCOSA DI MANCINI – «No, Chivu è un profilo diverso caratterialmente. Per vissuto, esperienza, per le caratteristiche anche dei giocatori che dopo ha portato con sé Mancini, c’è differenza. Poi vedo Cristian molto calmo, è il suo modo di essere: mi sembra evidente questa differenza di metodologie e mentalità».

LE BRUTTE GARE CON VERONA E KAIRAT – «Stanchezza assolutamente no, siamo solo all’inizio della stagione. Magari le prestazioni di alcuni calciatori non sono state il massimo. Pensi a Frattesi, che era uno che entrava e spaccava la partita…».

L’ATTACCO NERAZZURRO – «Il reparto è più forte rispetto alla scorsa stagione. Pio è tornato e ha fatto tutto quello che doveva. Dovrà migliorare, ma si vede che è da Inter. Bonny ha tanto potenziale, però secondo me non sta dimostrando ancora tutto il suo valore».

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