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·5 dicembre 2024
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Il protagonista di oggi della rubrica “Che fine ha fatto” è Fulvio Pea, uno dei personaggi più preparati e controversi di tutto il panorama nazionale calcistico, la cui storia ha del paradossale.
Fulvio Pea è nato a Casalpusterlengo il 10 febbraio 1967. A differenza di tanti colleghi, Pea non ha mai giocato a calcio. L’amore per questo sport, però, lo hanno messo subito a contatto con i campi da calcio, portandolo in giovane età ad intraprendere il percorso da allenatore.
È uno studioso, oltre che un amante del calcio. Queste due doti, fondendosi, lo hanno portato da subito a farsi strada dal nulla. A differenza di chi nel mondo del calcio ci resta dopo la carriera da calciatore, il nostro protagonista si è dovuto fare spazio a colpi di talento e personalità. Ha iniziato con diverse squadre giovanili e, nel mentre, si è iscritto all’Università Cattolica di Milano dove ha seguito gli studi ISEF. L’incontro che gli ha segnato la vita professionale è stato quello con Gigi Simoni, con cui ha collaborato dal 2001 al 2005, nelle vesti di viceallenatore. In rapida successioni le esperienze che ha vissuto insieme al tecnico sono state: CSKA Sofia, Ancona, Napoli, Siena e Lucchese. Proprio con i rossoneri, dopo che Simoni ne è diventato direttore tecnico, Pea ha assunto il ruolo di allenatore. Le sue doti non sono passate inosservate, al punto di essere chiamato prima da Marotta alla guida della Sampdoria Primavera, con cui ha vinto la Supercoppa italiana di categoria, e poi da Mourinho, dove al comando della formazione Primavera dei nerazzurri ha messo in bacheca la Champions League.
Il 2011-2012 è stato l’anno del suo avvento in Serie B. Dopo i tanti successi e dopo le ottime cose mostrate con le formazioni Primavera, ha scommesso su di lui il Sassuolo. A Reggio Emilia è rimasto una sola stagione, dove ha condotto i neroverdi al terzo posto in classifica. Un intero campionato al vertice, è terminato poi con la sconfitta nella semifinale play-off contro la Sampdoria. Lo score finale parla di 46 partite giocate: 23 vittorie, 16 pareggi e 7 sconfitte. Ha salutato il mondo neroverde ringraziando tutti.
La stagione successiva è toccato al Padova. Qui, però, l’avventura è stata meno fortunata. Proprio una sconfitta casalinga a dicembre contro il Sassuolo gli è costata la panchina. Dopo 19 partite disputate, dove ha collezionato 7 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte, la società ha deciso di esonerarlo. Al suo posto è stato chiamato Franco Colomba. Nemmeno con questo le cose sono andate nel verso giusto. Motivo per cui la società lo ha richiamato a metà marzo. La classifica li ha visti alla fine della corsa piazzarsi all’11’ posto in classifica.
L’ultima esperienza, assolutamente la più deludente per molteplici questioni, è stata quella con la Juve Stabia. La squadra di Castellammare di Stabia, nella stagione 2013-2014, lo ha chiamato alla guida tecnica del club dopo 15 partite disputate e 7 punti conquistati. Pea ha accettato. Ma, dopo 11 partite, anche lui è stato sollevato dall’incarico. Decisione, questa, presa sulla base delle 5 sconfitte e 5 pareggi a fronte di una sola vittoria. Con questa avventura ha definitivamente salutato il campionato cadetto da allenatore.
A queste hanno fatto seguito diverse esperienze in Lega Pro e poi quelle con Nanjing Chengshi e Hebăr Pazardžik. Attualmente Pea è il direttore tecnico della Nazionale albanese, ruolo che ricopre dal 2023.