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·4 ottobre 2025

Che nostalgia di Ago. Quei rigori molli che spiegano tanto

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Il Corriere della Sera (Valdiserri) – Con i tre rigori falliti in rapida successione, la Roma è sembrata più bisognosa del lettino di uno psicologo che di una sessione extra di allenamento dal dischetto. Eppure, un po’ di pratica non guasterebbe: come insegnava Liedholm, “chi si crede arrivato deve palleggiare contro il muro”. Parole che riportano alla mente Agostino Di Bartolomei, simbolo di personalità e precisione. Rivedendo i penalty di Dovbyk (due) e Soulé, viene inevitabile pensare a quanto Ago avrebbe “spaccato la porta”, mentre i loro tiri sembravano rallentare prima di arrivare al portiere. È difficile credere che professionisti di questo livello possano calciare così male: dietro c’è, evidentemente, anche un problema psicologico.

La Roma, per dirla con Mourinho, “non ha banditi”. E l’ultimo, Paredes, se n’è andato in estate. Una finestra di mercato che non ha portato a Gasperini gli attaccanti desiderati. Con Dybala e Bailey ai box, il tecnico si ritrova a gestire un duello tra Dovbyk e Ferguson in cui, ironicamente, il “meno peggio” sembra sempre quello che non gioca. Nel frattempo, El Shaarawy è lontano dai suoi standard e Soulé appare ancora smarrito, come se cercasse la linea laterale per orientarsi.


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Il confronto con le altre grandi è impietoso: il Napoli sostituisce l’infortunato Lukaku con Højlund, la Juve alterna Vlahovic, Openda e David, l’Inter lancia Pio Esposito e il Milan ritrova Leão. A Roma, invece, si arriva quasi a rimpiangere Shomurodov. La stagione è lunga, e con il rientro imminente di Dybala e Bailey qualcosa potrà cambiare, ma il tempo stringe. Gasperini avrà bisogno di un rinforzo in attacco — anzi, forse due — già a gennaio. Perché i rigori si possono allenare, ma la mancanza di gol non si cura con le chiacchiere.

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