Calcionews24
·13 luglio 2025
Chelsea PSG: tre cose che non hai notato

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·13 luglio 2025
Una lezione di calcio, una notte magica, un trionfo che sovverte ogni pronostico. Il 3-0 con cui il Chelsea di Enzo Maresca ha demolito l'”ingiocabile” Paris Saint-Germain è molto più di un risultato: è il manifesto di una squadra giovane, coraggiosa e tatticamente perfetta. Ma al di là della doppietta di un sontuoso Cole Palmer e del sigillo di João Pedro, la storia di questa finale del Mondiale per Club è stata scritta da episodi curiosi e momenti simbolici che hanno definito l’inerzia psicologica di una partita a senso unico. Tre istantanee che raccontano la superiorità dei Blues e il crollo verticale dei parigini.
1. L’illusione del gol di Palmer: un presagio di dominio. Dopo appena sette minuti, il Chelsea ha già il pieno controllo della partita. Un’azione corale meravigliosa si conclude con un tacco geniale di João Pedro che libera Cole Palmer al limite dell’area. L’inglese calcia a giro, il telecronista urla al gol, il pubblico esulta, ma la palla colpisce solo il palo di sostegno e l’esterno della rete. Quella che sembra una beffa è in realtà un presagio. In quel singolo istante c’è tutta la narrazione del primo tempo: la superiorità dei meccanismi del Chelsea, la facilità con cui arriva al tiro e l’incapacità del PSG di contenere la sua qualità. Un “quasi gol” che ha fatto capire al mondo che la paura, quella sera, non abitava a Londra.
2. Lo show all’americana e l’intervallo infinito. Sul 3-0, le squadre rientrano negli spogliatoi. Ma invece di un intervallo di 15 minuti, il pubblico del MetLife assiste a uno spettacolo in stile Super Bowl, con popstar e rapper sul palco. Il risultato è un’attesa surreale, un intervallo che, come notano le cronache, si protrae per ben 23 minuti. Questo episodio, apparentemente di colore, è invece significativo: ha spezzato ulteriormente il ritmo di un PSG già annichilito, costringendolo a una lunga e snervante attesa prima di poter tentare un’improbabile reazione. Un’americanata che ha contribuito, a suo modo, a congelare il risultato e a rendere la ripresa una lenta agonia per i francesi.
3. La follia di João Neves: il “placcaggio” per i capelli che chiude la partita. Con la partita ormai chiusa, la frustrazione del PSG esplode nel modo più plateale. João Neves, uno dei talenti più celebrati, perde completamente la testa: a palla lontana, in un gesto di pura impotenza, tira giù Marc Cucurella afferrandolo per i capelli. Un “momento di follia”. L’arbitro inizialmente lo ammonisce, ma il VAR non perdona: il richiamo al monitor trasforma il giallo in un rosso diretto. Non è un semplice fallo di gioco, ma la resa psicologica di una squadra che, di fronte alla superiorità avversaria, ha perso il controllo e l’onore. Quel che non si può sapere è: ma quanti capelli ha perso Cucurella?