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·13 luglio 2025

Chi può spendere e chi deve risparmiare: cosa dicono davvero i bilanci delle big di Serie A

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Dall’Inter in crescita alla Lazio bloccata, un’analisi dettagliata delle finanze dei top club italiani e delle implicazioni sul mercato estivo, riporta la redazione di Redazione Sport & Business di Gazzetta

Chi può spendere e chi deve risparmiare: cosa dicono davvero i bilanci delle big di Serie A

In questa finestra di calciomercato, l’apparente calma delle big di Serie A nasconde strategie ben più complesse, dettate non solo dall’ambizione sportiva ma soprattutto dai numeri di bilancio. A fare la parte del leone finora è stato il Como, club sostenuto dal potente gruppo Hartono, con oltre 112 milioni investiti. Ma se si restringe l’analisi ai top club tradizionali, lo scenario si frammenta: c’è chi può spendere, chi deve attendere e chi, invece, è costretto all’inattività.


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Inter: conti solidi, spazio per investire L’Inter è oggi una delle società italiane con le prospettive finanziarie più solide. Dopo anni segnati dalle restrizioni imposte da Suning, l’arrivo di Oaktree ha stabilizzato il club, con un bilancio in utile previsto per la stagione 2024-25. Con ricavi superiori al mezzo miliardo e una significativa riduzione del debito (da 415 a 350 milioni), la dirigenza, guidata da Marotta, ha margini d’azione maggiori.

Il piano è chiaro: investimenti sostenibili in profili giovani, come Luis Henrique, Bonny, Susic e Zalewski, tutti tra i 21 e i 23 anni, acquistati per 68 milioni complessivi. Il limite resta lo “squad cost ratio” UEFA, fissato al 70%, ma il saldo di mercato potrà essere negativo fino a 100 milioni, se ben gestito.

Juventus: avanti con equilibrio e prospettiva La Juventus è riuscita a rimanere sulla rotta del suo piano industriale grazie alla qualificazione Champions. I ricavi europei, tra UEFA, stadio e sponsor, insieme a un aumento di capitale anticipato da Exor (30 milioni), garantiscono una relativa tranquillità finanziaria.

Nonostante l’assenza di grandi cessioni a giugno, il club bianconero punta su un mercato mirato, con profili futuribili come Kalulu e David. L’eventuale cessione di Vlahovic, il cui costo complessivo supera i 40 milioni annui, potrebbe alleggerire i conti. Anche i premi del Mondiale per club (circa 28 milioni) rappresentano una boccata d’ossigeno.

Milan: stop alle spese folli, obiettivo sostenibilità Dopo due bilanci consecutivi in utile, il Milan si trova ora a fare i conti con una stagione priva di coppe europee e circa 80 milioni di ricavi in meno. RedBird, dopo l’importante lavoro di risanamento compiuto da Elliott, non intende iniettare capitali nella gestione sportiva: i 55 milioni versati da Cardinale sono destinati al progetto stadio.

La cessione di Theo Hernandez all’Al Hilal ha portato una plusvalenza utile, idem Reijnders, ma sarà necessario fare di più per mantenere l’equilibrio. Il club prosegue con una strategia di investimenti mirati: l’acquisto di Ricci per 23 milioni si inserisce nel filone della sostenibilità. Una deroga potrebbe esserci per il centravanti, ancora da individuare.

Napoli: il re della liquidità Con un patrimonio netto di 212 milioni e liquidità pari a 210, il Napoli è il club italiano con la miglior struttura finanziaria. Dopo due stagioni in utile (80 e 63 milioni), la perdita prevista per il 2024-25, legata all’assenza dalle coppe, non preoccupa De Laurentiis. La cessione di Kvaratskhelia (70 milioni) ha coperto buona parte del rosso.

Il ritorno in Champions assicura nuove risorse. L’acquisto a parametro zero di De Bruyne è stato il primo segnale: il Napoli è pronto a investire fino a 200 milioni, con vendite importanti già avviate (Osimhen in primis). Il modello è chiaro: sostenibilità senza rinunciare all’ambizione.

Atalanta: modello virtuoso, attiva anche quest’estate Dal 2016 l’Atalanta ha sempre chiuso in utile, con un bilancio aggregato positivo di 193 milioni. Il player trading è il fulcro della gestione, con una rotazione continua tra entrate e uscite. La plusvalenza su Koopmeiners (45 milioni) e la recente vendita di Retegui (23 milioni investiti, 68 incassati) confermano l’efficacia del modello.

Anche quest’estate il club ha già investito 80 milioni, confermando la volontà di restare competitivo in Italia e in Europa, senza rinunciare all’equilibrio economico.

Lazio: mercato paralizzato La Lazio è attualmente bloccata dal mancato rispetto dell’indicatore di liquidità, parametro fondamentale per partecipare al mercato. Non sono stati centrati nemmeno gli indici correttivi relativi all’indebitamento e al costo del lavoro. Lotito ha scelto di non ricapitalizzare, decisione che congela sia gli acquisti che le cessioni.

Qualche uscita marginale potrebbe concretizzarsi, ma i big resteranno. La situazione potrebbe sbloccarsi solo a gennaio, con l’introduzione del nuovo parametro unico Figc legato al costo del lavoro. Fino ad allora, immobilismo forzato.

Roma: vincoli UEFA e strategia contenitiva Nonostante l’ingente investimento da parte di Dan Friedkin (un miliardo dal 2020), la Roma è ancora sottoposta alle limitazioni del settlement agreement con la UEFA. Dopo aver accumulato perdite pesanti (-219 milioni nel 2021-22), il club ha ridotto gradualmente il disavanzo e punta a rientrare nei parametri entro il 2025-26.

La strategia resta la stessa: cessioni mirate, taglio agli ingaggi e valorizzazione dei giovani. In quest’ottica va letta la scelta di affidare la panchina a Gian Piero Gasperini, esperto nella crescita di talenti e nella gestione sostenibile del gruppo.

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