Inter Milan
·4 novembre 2025
Chivu: "Nessuna gara facile in Champions, contano umiltà e lavoro"

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·4 novembre 2025

Dopo il successo contro l'Hellas Verona, l'Inter si prepara per scendere in campo contro il Kairat Almaty, nella quarta giornata della fase campionato della Champions League 2025/26. Alla vigilia della sfida, dal BPER Training Centre di Appiano Gentile, le parole di Cristian Chivu in conferenza stampa:
Che rischi ha la partita di domani, visto che è evidente la differenza d’organico tra Inter e Kairat? E quanto le dà fastidio che qualcuno dica che l’Inter è a punteggio pieno in Champions solo perché ha avuto gare facili finora? “Io non sto ad ascoltare o a leggere cosa dicono gli altri. So che domani ci aspetta una gara importante e tutt’altro che semplice, perché si tratta della Champions League: vincere non è mai scontato, né qui né in campionato. Affrontiamo una squadra che ha superato quattro turni preliminari, eliminando lo Slovan e il Celtic: questo dice molto del loro valore. Se qualcuno vuole dire che le nostre partite sono state semplici, è libero di farlo, ma noi - come gruppo, staff e società - rispettiamo sempre la competizione e sappiamo quanto sia difficile giocarla e arrivare fino in fondo”.
Avete mostrato entusiasmo, gioco, risultati e anche la capacità di vincere partite “sporche”. Qual è l’aspetto che l’Inter deve ancora migliorare per competere fino in fondo in tutte le competizioni? “Possiamo sempre migliorare e ne siamo consapevoli. Stiamo lavorando per dare continuità a ciò che di buono abbiamo fatto, ma anche per accettare i momenti difficili, rialzarci e reagire. Il calcio, come la vita, è fatto di tempeste e di giornate di sole. Ho la fortuna di lavorare con ragazzi maturi e responsabili, che hanno capito cosa serve per crescere. Mi è piaciuto anche come Carlos ha risposto alle vostre domande: è un ragazzo umile, consapevole di dove si trova e di dove vuole arrivare. Questo è lo spirito che voglio: un gruppo unito, responsabile, sempre a testa alta anche nei momenti difficili”.
Considerando l’infortunio di Thuram, c’è la possibilità di vedere insieme dall’inizio Pio Esposito e Bonny contro il Kairat? “Domani ho tutti e quattro gli attaccanti a disposizione, ed è la cosa più importante. Non penso mai a “risparmiare” qualcuno per la partita successiva: affronto ogni gara con chi reputo pronto. Tutti i miei giocatori possono partire dall’inizio, e i cinque che entrano a partita in corso sono altrettanto fondamentali. A Verona, ad esempio, i cambi hanno portato energia e hanno cambiato l’inerzia della gara. Per quanto riguarda Lautaro, si cerca di creare un caso dove non c’è. Anche quando non segna, contribuisce con il suo lavoro: se non segna un attaccante, segna un difensore o un centrocampista. E poi preferisco vincere 4-3 che 1-0”.
Lei ha alternato a lungo Acerbi e De Vrij, poi ha dato spazio a Bissek e persino ad Akanji come centrale. Come stanno vivendo i due titolari del ruolo che ora giocano meno? “Per me la teoria non esiste: esiste il campo. Tutti i miei difensori, Acerbi, De Vrij, Bissek, Akanji, Bastoni, e anche Darmian, sono bravi e affidabili. Chiunque di loro può giocare da terzo o da centrale senza problemi. Sono tutti giocatori forti, tecnici, strutturati e con qualità diverse. A volte le scelte dipendono dalla velocità, dalla condizione o da esigenze tattiche, ma sono sempre fatte per il bene della squadra”.
Le sue scelte dipendono più dall’avversario o dalla meritocrazia negli allenamenti? “Mi prendo sempre la responsabilità delle mie scelte. Non c’è polemica: scelgo chi ritengo possa aiutare la squadra in quel momento. Tutti si allenano bene e nessuno si tira mai indietro. È normale che qualcuno sia più deluso se gioca meno, ma tengo conto dei minutaggi, dell’equilibrio del gruppo e dell’energia. Abbiamo subito 12 gol, è vero, ma 7 sono arrivati in due partite. Fa parte del percorso, e me ne prendo la responsabilità”.
Come ha reagito Josep Martínez alla tragedia che l’ha colpito? “Noi dobbiamo stargli vicino, aiutarlo e sostenerlo. È un momento molto difficile, e non lo auguro a nessuno. Sta vivendo una situazione delicata, ma la bravura sta proprio nell’essergli accanto e nel permettergli di ritrovare serenità. La vita non è sempre come la desideriamo: serve forza per superare momenti così”.
Come si insegna ai giocatori a non considerare una tragedia la sconfitta e a non esaltarsi troppo per una vittoria? “La prima regola è saper perdere. Se non sai perdere, non saprai mai vincere. I miei giocatori sono professionisti seri, rispettano lo stemma che portano sul petto e mettono da parte l’ego. La perfezione non esiste: arriveranno sempre tempeste, ma bisogna restare in piedi, con la schiena dritta. Fuori qualcuno giudica in base ai soldi o alle aspettative, ma loro mettono la faccia sempre, nel bene e nel male dimostrando di essere dei veri uomini. Chi sogna, chi vuole imparare e migliorarsi ogni giorno, è il vero campione. E questi ragazzi sono così”.
Come si fa ad aiutare Lautaro a non sentire troppo il peso della responsabilità quando non segna? ”Gli ho detto una cosa semplice: deve sorridere di più. La felicità, la passione, la leadership fanno parte di lui. A volte il senso di responsabilità lo appesantisce, ma sa bene quanto è importante per noi. Lavora tanto, dà tutto, e questo è ciò che conta. Deve solo ricordarsi di godersi quello che fa”.









































