Calcionews24
·14 giugno 2025
Club León, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore

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·14 giugno 2025
Il Club León è inserito nel girone D del Mondiale per Club insieme a Flamengo, Chelsea e ES Tunis.
Il Club León è una delle squadre più storiche e amate del Messico, un club che rappresenta l’orgoglio della città di León e dello stato di Guanajuato. Fondato nel 1944, il León si impose subito come una forza dominante, vincendo quattro campionati nei suoi primi dieci anni di vita e guadagnandosi lo status di “Campeonísimo“. Il suo soprannome più noto è La Fiera, un tributo a uno stile di gioco storicamente grintoso, aggressivo e indomabile. Un altro soprannome, molto più curioso, è Panzas Verdes (Pance Verdi). L’origine è legata ai conciatori di pelli, l’industria principale della città. I lavoratori, maneggiando i prodotti chimici per la concia, si macchiavano spesso le pance (panzas) di verde. Il soprannome, nato per identificare la classe operaia della città, è diventato un simbolo di identità e di appartenenza.
Dopo un periodo di declino che li ha visti sprofondare per dieci lunghi anni nella seconda divisione, il León è tornato in Liga MX nel 2012, aprendo un nuovo ciclo di successi. Una “cosa che non puoi sapere” è che il club ha rischiato di rimanere “senza casa” nel 2020. A causa di una complessa disputa legale, la proprietà dello stadio, l’Estadio León, è passata a un imprenditore privato che ha sfrattato la squadra. Per alcune partite, il León fu costretto a giocare in un’altra città, prima che si trovasse un accordo. Questo episodio ha rafforzato ancora di più il legame tra la squadra e i suoi tifosi, che si sono mobilitati in massa per sostenere il club. Il León è noto per un calcio tradizionalmente offensivo e per aver avuto tra le sue fila grandi giocatori, tra cui il leggendario portiere Antonio “La Tota” Carbajal, il primo calciatore ad aver partecipato a cinque Coppe del Mondo.
Nel centrocampo del Club León che si presenta al Mondiale per Club, c’è un guerriero che incarna l’anima del calcio sudamericano: il cileno Rodrigo Echeverría. Soprannominato il “Pitbull” per la sua tenacia, è molto più di un semplice mediano di rottura. È un leader silenzioso, un motore instancabile che unisce una straordinaria grinta a insospettabili doti offensive, diventando il cuore pulsante della sua squadra e della nazionale cilena.
Echeverría è il classico “volante mixto” sudamericano, un centrocampista totale. La sua dote principale è un’aggressività agonistica fuori dal comune: è un maestro nel recupero palla, un giocatore che non toglie mai la gamba e che pressa incessantemente per tutti i novanta minuti. Ma a questa “garra” cilena unisce una notevole pericolosità in attacco. È dotato di un tiro potente e secco dalla lunga distanza e, grazie alla sua forza fisica, è un saltatore temibile sui calci piazzati, come dimostrano i suoi numerosi gol di testa in carriera.
Cresciuto in Cile tra Universidad de Chile ed Everton, la sua carriera ha avuto una svolta decisiva con il prestito in Argentina all’Huracán. Lì è esploso, diventando un idolo dei tifosi e uno dei migliori centrocampisti del campionato, guadagnandosi la chiamata fissa nella nazionale cilena e il successivo trasferimento al Club León. Al Mondiale per Club arriva nel pieno della sua maturità calcistica, pronto a dimostrare il suo valore su un palcoscenico globale.
Nel cuore del Club León che si affaccia sul palcoscenico del Mondiale per Club, cresce un talento nato e cresciuto in casa: Sebastián Santos. A 22 anni, questo centrocampista dinamico non è una stella esotica, ma il simbolo dell’identità del club, un giocatore che unisce l’appartenenza alla maglia con le qualità del calciatore moderno. Dopo essersi affermato come un elemento importante della squadra, il torneo mondiale è la sua grande occasione per mostrarsi al di fuori dei confini messicani.
Santos è un centrocampista box-to-box, un giocatore di grande corsa e applicazione tattica. La sua forza risiede nella capacità di coprire ampie porzioni di campo, fungendo da collante tra la difesa e l’attacco. Non è un regista puro né un trequartista di fantasia, ma un elemento di equilibrio, abile nel recuperare palloni e nel riproporsi subito in avanti con inserimenti veloci. Pur non essendo un goleador, sa essere pericoloso quando si spinge nell’area avversaria, come dimostrano i suoi gol decisivi nel campionato messicano.
A differenza di molti talenti, la carriera di Santos è legata a doppio filo con la sua città. Dopo un’esperienza nel settore giovanile del Pachuca, è tornato al Club León nel 2021 per completare il suo percorso di crescita. Ha debuttato in prima squadra nel 2023, guadagnandosi progressivamente sempre più spazio fino a diventare una pedina importante dello scacchiere de La Fiera. La sua ascesa, culminata con le presenze nella nazionale messicana Under 23, lo rende un esempio per i giovani del vivaio e un beniamino dei tifosi.
Sulla panchina del Club León siede un uomo che non è semplicemente un allenatore, ma un apostolo. Un discepolo fedele di una delle religioni calcistiche più affascinanti e dogmatiche del mondo: il “Bielsismo“. L’arrivo di Eduardo “Toto” Berizzo in Messico è una dichiarazione d’intenti, la scelta di un’identità precisa, senza compromessi. Con lui, La Fiera ha abbracciato una filosofia fatta di corsa, aggressività e un calcio verticale che non conosce pause, con l’obiettivo di presentarsi al Mondiale per Club con un volto riconoscibile e temibile.
Il calcio di Berizzo è un’eredità diretta del suo maestro, Marcelo “El Loco” Bielsa, di cui fu assistente nella nazionale cilena. I suoi principi sono scolpiti nella pietra: pressing asfissiante e uomo su uomo a tutto campo, recupero palla immediato e verticalità ossessiva. Guardare una squadra di Berizzo al suo meglio è un’esperienza mozzafiato; i giocatori non gestiscono, attaccano. L’intensità fisica richiesta è estrema, al limite dello sfinimento, ma il risultato è un calcio coraggioso, che non specula mai e che cerca sempre di imporre il proprio gioco, contro qualsiasi avversario.
Ma dietro la lavagna tattica c’è un uomo forgiato da battaglie ben più dure. La sua carriera è un manifesto di resilienza, la stessa che chiede ai suoi giocatori. La sua lotta contro un cancro alla prostata, affrontata e vinta durante il suo periodo al Siviglia, ha mostrato al mondo la sua “garra“, la sua tempra indomabile. È questa forza interiore che trasmette alla squadra, chiedendo ai suoi uomini non solo sudore, ma anche un cuore enorme e la capacità di non arrendersi mai.
La sua carriera è stata un saliscendi, come è tipico per gli allenatori con idee così radicali. Ha raggiunto l’apice in Spagna con il “EuroCelta” Vigo, una squadra che ha incantato l’Europa con il suo gioco spettacolare, arrivando a un passo dalla finale di Europa League. Ha vinto uno storico titolo in Cile con l’O’Higgins, ma ha anche faticato nelle sue esperienze da commissario tecnico di Paraguay e Cile, a dimostrazione che forse il suo vangelo calcistico necessita della dedizione quotidiana di un club per essere assimilato. Con Berizzo, il León non ha scelto una guida, ma un destino. La sfida per i giocatori sarà enorme, ma la ricompensa potenziale è un’identità di gioco che può esaltare i tifosi e sorprendere il mondo.
Sebbene il club abbia vinto otto campionati messicani, il vertice della sua storia a livello internazionale è stato raggiunto nel 2023 con la vittoria della sua prima CONCACAF Champions League. Per anni, i club messicani avevano dominato la competizione, ma il León non era mai riuscito a vincerla. Quell’anno, sotto la guida del tecnico Nicolás Larcamón, La Fiera compì un percorso straordinario. Dopo aver eliminato avversari ostici, arrivò in finale contro il Los Angeles FC, una delle squadre più forti e ricche della MLS. Contro ogni pronostico, il León vinse la gara d’andata in casa per 2-1 e poi andò a espugnare Los Angeles per 1-0 nella partita di ritorno, con una prestazione di grande intelligenza tattica e sacrificio. Quella vittoria non solo ha spezzato un tabù, ma ha qualificato il club a questo Mondiale per Club, regalandogli il palcoscenico più prestigioso della sua storia.
Il Club León arriva al torneo come un’incognita. La Liga MX è un campionato di alto livello, e le squadre messicane sono sempre competitive. Saranno un avversario molto più ostico di quanto si possa pensare per le big. Il loro obiettivo sarà quello di lottare con l’Espérance de Tunis per il terzo posto, ma hanno le qualità per provare a fare lo sgambettoa una tra Flamengo e Chelsea. Molto dipenderà dalla loro capacità di adattarsi al livello e all’intensità del calcio europeo e sudamericano.