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·23 marzo 2025
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Un primo sguardo all'ipotetica Juventus di Igor Tudor: dal modulo ai principi di gioco, ecco chi gioca e chi invece potrebbe fare più fatica nel nuovo corso bianconero che sembra alle porte.
Come annunciato da Fabrizio Romano, Thiago Motta sarebbe giunto al capolinea sulla panchina della Juventus. I bianconeri avrebbero virato decisi su Igor Tudor, un "sergente di ferro" che conosce già l'ambiente e che avrebbe già accettato il ritorno in bianconero: contratto fino a giugno con opzione fino al 2026.
Il croato ha iniziato la carriera da coach nel 2013 e, oltre al "suo" Haiduk Spalato, ha allenato in Grecia e in Turchia prima di tornare in Serie A all'Udinese, al Verona e alla Lazio poi, dopo l'avventura al Marsiglia (terzo in Ligue 1 nel 22/23).
In quanto a trofei ha vinto una Coppa di Croazia. Quella della Lazio è stata la sua ultima panchina: aveva raccolto la squadra a fine marzo (come ora), nona in classifica, e portata fino al settimo posto (Europa League) con 18 punti in 9 partite. Poi si era dimesso i primi di giugno a causa di divergenze con la società.
Tudor predilige la difesa a 3: il suo modulo preferito è il 3-4-2-1, utilizzato quasi sempre in carriera: a Verona, a Marsiglia, a Udine (più 3-5-2). Il modulo diventa, all'atto pratico in campo, un 3-2-4-1 in fase offensiva (capace di impostare anche a 4) e un 4-4-2 in fase di non possesso. Il tecnico ha giocato anche col 4-2-3-1 (visto al Galatasaray) ma in molte meno occasioni.
I principi di base di Tudor sono il pressing alto - per interrompere sul nascere la costruzione degli avversari - e il gioco uomo su uomo, in stile gasperiniano. In fase offensiva, invece, il tecnico chiede verticalità, ritmo e velocità, soprattutto sulle corsie. Non ama fasi di possesso prolungato: come fu alla Lazio nel post Sarri, anche per la Juventus Tudor rappresenta quasi l'opposto del suo predecessore. I bianconeri con lui sperano di ritrovare solidità e intensità. La formazione di Tudor, comunque, cambia forma e struttura durante le partite: fluidità e duttilità sono elementi cari anche a Thiago Motta.
Alla luce di quanto detto, Kalulu potrebbe rappresentare il braccetto destro perfetto per Tudor: abile negli inserimenti e nel gestire il pallone, dovrebbe abituarsi alla difesa a tre ma sembra il profilo giusto per caratteristiche. Il reparto sarebbe completato da Bremer o Gatti al centro, forti fisicamente e leader del reparto, e da Renato Veiga o Kelly sul centro-sinistra.
Sulle corsie Cambiaso sembra certo di un posto: dall'altra parte ha più chance Weah di Costa o Savona. Tudor utilizza in genere un esterno più difensivo dell'altro in modo da poter passare a 4 in determinate fasi di gioco (alla Lazio giocavano Marusic-Zaccagni). In mezzo la corsa di Thuram sembra imprescindibile, l'altra maglia potrebbe essere di Locatelli o di McKennie, magari a seconda dell'avversario.
Per quanto riguarda le due mezze punte, i titolari potrebbero essere Koopmeiners - da rilanciare - e Yildiz: uno più fisico, l'altro più rapido e abile negli uno contro uno, i due si completano a vicenda come piace all'allenatore. Conceicao e Nico Gonzalez valide alternative o armi a gara in corso.
Capitolo prima punta: Kolo Muani o Vlahovic? L'attaccante ideale di Tudor deve avere mobilità, resistenza - visto che sprinta spesso per andare in pressing sul portatore di palla - e deve saper legare il gioco con i compagni. Immobile e Taty con lui hanno faticato, ecco perché Kolo Muani sembra più adatto di Vlahovic (destinato comunque a partire in estate).
Di seguito dunque la probabile formazione ideale di Tudor alla Juventus, se il tecnico dovesse davvero optare per il passaggio a tre dietro.
Juventus (3-4-2-1): Di Gregorio; Kalulu, Gatti (Bremer), R. Veiga; Weah, Thuram, Locatelli (McKennie), Cambiaso; Koopmeiners, Yildiz; Kolo Muani. All. Tudor.
📸 Simone Arveda - 2024 Getty Images