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·7 maggio 2025

Conceicao Milan, Adani sicuro: «Va riconfermato e vi spiego tutti i motivi del perchè»

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Conceicao Milan, Daniele Adani, ex calciatore e noto opinionista, ha commentato la situazione del tecnico portoghese in rossonero

Intervenuto a Viva El Futbol, Daniele Adani ha parlato così della situazione di Sergio Conceicao al Milan:

PAROLE – «Io voglio partire da questo percorso perché noi abbiamo, voglio dire, seguito la carriera di Sergio anche quando era al Porto, allenatore vero, persona seria, persona che investe il suo tempo, la sua passione nel calcio e che ha allenato giocatori forti e fare quello che ha fatto al Porto non era né semplice, ma soprattutto ha fatto un percorso che è stato garanzia di merito e anche di fiducia nel mandato al Milan. Cioè non gli è stato regalato. Condizioni di per sè molto difficili, società senza una direzione, figure molto labili all’interno, e soprattutto l’uscita di Fonseca in maniera, voglio dire, paradossale, quasi grottesca, nella forma che non lasciavano presagire grandi segnali. Quindi andando oltre all’episodio, che però porta un titolo, perché quello è un episodio quei 4, 5 giorni tra l’arrivo e la vittoria in Arabia, un allenatore che ha sempre lavorato senza fiducia, con poca stima attorno a sé, e ha cercato semplicemente di scommettere sulle sue conoscenze e i suoi valori. Difficilmente, è riuscito a trovare una squadra e sembra che l’abbia trovata e se l’è inventata, non ha mai avuto paura di fare scelte scomode, ma io credo che a noi ci piace dare valore al lavoro e onore al merito, quindi secondo me Sergio deve partire con una percentuale in vantaggio tutti nella continuità. Si fa le percentuali di chi deve arrivare? Sergio deve avere una percentuale di vantaggio. Primo, perché si sta giocando il secondo titolo, e dato che in questo paese si dà molto valore ai trofei, vorrebbe dire che dal 2008 che il Milan non ne vince 2. Secondo. Perché ha 5 mesi di lavoro. Servono? Non serve mai. Conosce probabilmente chi? I 2/3 della squadra che rimarrà? E perché può condividere insieme alla società, al direttore, cosa manca e farlo dall’inizio, e avendo il ritiro da lavorare. Pensa quante cose. Se lui finisce come sta facendo non è il perché, ma il perché no».

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