Condò punge la Roma: “Difesa da titolo, ma l’attacco non decolla. Dybala un lusso da Real Madrid” | OneFootball

Paolo Condò è intervenuto ai microfoni del Corriere Della Sera ed ha analizzato senza filtri la sconfitta della Roma contro il Cagliari, soffermandosi soprattutto sulle difficoltà offensive della squadra giallorossa. Secondo Condò, la Roma continua a giocare partite asciutte, ridotte all’essenziale, in cui ogni dettaglio può determinare l’esito del match. A pesare, questa volta, sono stati due errori commessi proprio dai giallorossi: il rosso ingenuo a Çelik, che ha mandato all’aria l’equilibrio iniziale, e lo svarione di Ghilardi, che ha poi chiuso la gara a favore dei sardi.

Ecco le sue parole :“Le gare della Roma sono ossi di seppia, essenziali ed essiccate, contese equilibrate in attesa che uno sbaglio – la bravura sta nel provocarlo – ne decida la direzione. Ieri gli errori sono stati due, entrambi giallorossi: l’espulsione di Celik ha rotto quell’equilibrio e lo svarione di Ghilardi ne ha timbrato la conseguenza. La Roma mantiene la miglior difesa della Serie A, e dunque il reparto non merita il banco degli imputati: si sbaglia, amen. Ciò che colpisce è l’assenza di progressi nel gioco offensivo. La pazienza con Ferguson va esauriendosi. Dybala in dosi così omeopatiche è un lusso che si può concedere il Real Madrid, nel senso di rosa composta davanti da sei/sette campioni, non un club costretto a tesaurizzare ogni mezza chance. La disponibilità di Baldanzi a pigliar botte è encomiabile, ma sua fragilità consiglierebbe di arretrarlo in regia bassa piuttosto che avanzarlo in area di rigore. Soulé è un diversivo di valore ma non può recitare da pericolo pubblico numero uno”.

Condò riconosce che la difesa resta un punto di forza assoluto e non merita processi, perché l’errore occasionale può capitare. Ciò che preoccupa davvero, spiega, è la mancanza di evoluzione nella fase offensiva: dalla scarsa incisività di Ferguson alla gestione centellinata di Dybala, fino alla necessità di proteggere meglio Baldanzi e alla solitudine di Soulé, che non può essere l’unica fonte di pericolo. Il giudizio finale è chiaro: la Roma continua a reggere grazie alla solidità del reparto arretrato, ma senza un salto di qualità davanti rischia di perdere terreno proprio nelle gare che dovrebbe controllare.