Inter News 24
·27 dicembre 2025
Conferenza stampa Chivu pre Atalanta Inter: «Dobbiamo osare, non possiamo giudicare Luis Henrique in base ai gol. La mia dignità non è in vendita! Sul mercato rispondo così»

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·27 dicembre 2025

La conferenza stampa di Cristian Chivu alla vigilia di Atalanta Inter, match valevole per la diciassettesima giornata del campionato di Serie A 2025/26: queste le parole del tecnico nerazzurro. La conferenza avrà inizio alle ore 12:00, noi di InterNews24 la seguiremo live.
CHE PARTITA MI ASPETTO? L’IMPORTANZA DELL’APPROCCIO – «Sempre stata una partita ostica, a prescindere dalla guida. Con Gasperini hanno costruito qualcosa di importante, poi hanno cercato di mantenere la stessa identità. Con Raffaele hanno trovato quella continuità nelle vittorie e nel dare gli stimoli giusti. Sappiamo che non sarà facile, con loro non sono mai partite semplici. Dobbiamo essere bravi, coraggiosi, mantenere la voglia di vincere qualche seconda palla ed essere concreti nelle poche occasioni che ti concederanno».
SERVE QUALCOSA DAL MERCATO? – «Ci sono ancora 5-6 giorni fino all’apertura del mercato, poi per un allenatore è sempre difficile parlare di mercato. Se lo fai sembra che manchi di rispetto ai tuoi giocatori. Un allenatore non potrà mai dirvi cosa manca, cosa serve e cosa vorrebbe prendere, perché vuol dire che quei 25 giocatori che ha a disposizione al momento non sono all’altezza delle proprie idee».
IL MIO BILANCIO DEL 2025 E IL SOGNO PER IL 2026 – «Non parlo mai di me stesso, ma della squadra. Sono stati 5 mesi difficili, credo all’inizio, per quello che era stato il vissuto e la fine dalla stagione scorsa, ma abbiamo fatto di tutto per rimetterci sulla strada giusta, per essere competitivi, abbiamo lavorato sodo, lasciandoci alle spalle la delusione del passato. Ci siamo messi in carreggiata, abbiamo provato fin dall’inizio ad aggiungere cose che servivano al gruppo sia a livello tattico che mentale. Abbiamo alti e bassi, non siamo perfetti e non abbiamo mai cercato di esserlo. Stiamo cercando di migliorare quegli aspetti che a volte indirizzano l’andamento di una stagione. Direi che, anche se siamo a dicembre, dire che siamo un cantiere aperto non è semplice da dire, però la realtà è che una squadra che vuole essere competitiva bisogna che ogni giorno mantiene l’ambizione giusta per portare avanti una stagione».
SE E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI FARE UN SALTO DI QUALITA’ DAL PUNTO DI VISTA DELL’ATTENZIONE E DELLA CATTIVERIA AGONISTICA – «Ci sono partite importanti da giocare, il campionato è lungo. Poi ci sono quelle che indirizzano l’andamento della stagione di una squadra. Per noi tutte le partite sono importanti, questa è la mentalità che l’Inter deve sempre avere. Non andare mai in campo pensando sia facile, ma cercare sempre di essere all’altezza ed esser la miglior versione di ciò che abbiamo. Stiamo combattendo per migliorare sotto ogni punto di vista, quello della motivazione, della responsabilità che abbiamo quando scendiamo in campo. Quello che non dobbiamo perdere di vista è osare, perché una squadra che ha l’ambizione giusta per arrivare fino in fondo bisogna che osi tutti i giorni».
LUIS HENRIQUE LA SOLUZIONE DEFINITIVA PER L’ASSENZA DI DUMFRIES O E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI DIOUF? – «La responsabilità individualmente di tutti i giocatori è molto importante. Luis Henrique, essendo uno dei nuovi arrivati e trovandosi in una realtà ben diversa da quella in cui era abituato, dove le aspettative e le pressioni sono altissime, ovviamente per lui non è mai semplice. Ma nelle ultime partite non ho visto un Luis Henrique che non sia all’altezza di una squadra come l’Inter. Ha fatto il suo, ha cercato di dare il suo contributo, ovvio che poi possiamo dire che gli è mancata un po’ di iniziativa, ma dal punto di vista tattico e della prestazione non ha fatto meno di quello che i suoi compagni hanno fatto in passato. Poi ovvio che Denzel (Dumfries, ndr) è un giocatore importante per noi, per l’apporto al gruppo e per i gol che ha fatto. Ma non possiamo giudicare Luis Henrique in base ai gol che fa, gli dobbiamo dare tempo e la fiducia giusta per esprimere le sue qualità, perché grazie a Dio ne ha».
PERCEZIONE CHE MANCHI POCO PER VINCERE GLI SCONTRI DIRETTI O PREOCCUPAZIONE? – «Bisogna esser più forti delle frustrazioni, delle ingiustizie, della percezione di come siamo visti fuori. Abbiamo un solo obiettivo, quello di lavorare sodo per aggiungere qualcosina in più dal punto di vista motivazionale, dal punto di vista delle cose da dover fare con più responsabilità, senza cercare necessariamente di dover fare le cose belle. Questa squadra ha un’identità chiara, dobbiamo solo aggiungere qualcosa in più, non dobbiamo andare a togliere le caratteristiche e l’ossatura di una squadra che di cose nel passato ne ha fatte. Siamo consapevoli di ciò che manca, stiamo lavorando con determinazione, impegno e responsabilità, anche con coraggio nell’accettare che bisogna uscire un po’ dalla zona di confort».
SE HO PENSATO A FRATTESI A TUTTA FASCIA A DESTRA? – «No, non ho mai pensato a questo. Abbiamo già provato a fare qualche esperimento con Carlos Augusto, abbiamo provato a farlo con Diouf che non è un esterno ma che comunque può interpretare quel ruolo per caratteristiche, per impatto fisico e per il coraggio nel provare a saltare l’uomo. A Davide non abbiamo pensato, se non ad utilizzarlo un po’ sotto la punta per dargli le caratteristiche di inserimento in area. Davide ha giocato meno di quello che qualcuno si aspettasse, ma non posso raccontare sempre tutte le cose perché ci sono delle cose che devono rimanere nello spogliatoio. Non ho bisogno di giustificarmi, la squadra non ha bisogno di giustificarsi. Altrimenti mi prendo sempre io le responsabilità di tutto quello che di negativo accade a questa squadra. Non ci abbiamo mai pensato a Frattesi esterno anche perché abbiamo preso un giocatore in quel ruolo, Luis Henrique, che lo sta facendo discretamente bene direi, visto che integrarsi in una squadra come la nostra non è mai semplice. Diouf quando subentra ci dà quello spunto importante nel saltare l’uomo e andare a cercare la porta».
CALHANOGLU PRONTO A TORNARE TITOLARE? CONFERMA PER MARTINEZ IN PORTA? – «Calhanoglu aveva fatto il primo allenamento prima della semifinale a Riad, quindi non è subentrato in quella partita. Poi ha dato continuità in tutti gli allenamenti. Sta bene ed è uno di quelli a disposizione per domani. Pepo Martinez ci ha dato buoni segnali a Riad nella semifinale, purtroppo non ci siamo qualificati per la finale dove avrebbe giocato nuovamente lui. Siccome in questo mese abbiamo un calendario impegnativo ci sarà modo di rivederlo».
ALTRE COSE POSITIVE CHE CI PORTIAMO DA RIAD? – «Abbiamo provato in tutti i modi, sarei ipocrita a dire che siamo contenti di cosa abbiamo fatto. La realtà è che negli ultimi anni giocare contro il Bologna per l’Inter non è mai semplice, io ho visto un secondo tempo nel quale abbiamo messo una qualità mai vista. Il Bologna mette in difficoltà chiunque per il modo di fare e di aggredirti, un po’ come l’Atalanta. Ho visto delle cose buone, ci è mancato qualcosa sì, dobbiamo sicuramente aggiungere qualcosa. Con il bello, col possesso palla, non si vincono sempre le partite. Bisogna trovare la chiave giusta, lo stimolo giusto nell’andare ad aggiungere qualcosa in più».
BISOGNA METTERE QUALCUNO SULLA GRATICOLA PER OTTENERE QUALCOSA IN PIU’? – «Le cose che si dicono dentro lo spogliatoio le si dicono sempre in faccia, si racconta la verità, si fa la critica e l’auto critica. Fuori non posso venire a dirvelo, per il mio modo di essere. Questo non vuol dire che lì dentro non si dicano le cose in faccia, non ci si assuma le responsabilità. Sembra semplice da fuori ma non lo è quando si è tutti i giorni qua, si cerca di aggiungere qualcosa per migliorare. Questa squadra ha il coraggio di mettersi in gioco per provare a migliorare. Poi ovvio che se ogni partita che non si vince diventa un problema non è mai semplice, però noi abbiamo sempre cercato di mettere tutto ciò che abbiamo per migliorarci. Non è nemmeno giusto andare a prendersi individualmente i giocatori per tirar fuori le mancanze, sono consapevoli anche loro di cosa manca, li si responsabilizza. Si lavora sempre per migliorare, per accettare i difetti. Le risposte ci sono state. Dall’inizio della stagione in cui qualcuno poteva dire che non sarebbe stato semplice, e non lo era affatto, questo gruppo si è ricompattato, ha lavorato e ha messo la faccia. Sta cercando di migliorare per esser competitivo».
ALEKSANDAR STANKOVIC SULLA STRADA GIUSTA PER RITAGLIARSI IN FUTURO UNO SPAZIO ALL’INTER? – «Sono felicissimo per lui, sono il suo primo tifoso probabilmente insieme al padre. Lo conosco da piccolo, ho avuto la fortuna di allenarlo e di trasmettergli quelli che sono i valori nel mondo del calcio. Ha avuto il coraggio di tagliare il cordone ombelicale e andare a farsi le ossa. In Svizzera ha fatto bene, poi il Bruge ha insistito molto per averlo. E’ un ragazzo intelligente che penso capisca bene quella che è la propria strada, il suo futuro e le sue ambizioni. Noi lo guardiamo con interesse, anche con ammirazione perché è un prodotto del nostro settore giovanile, è un interista, è nato con i colori nerazzurri dentro al sangue! Mi fa piacere vederlo ad alti livelli, che ieri abbia segnato un gol importante, che faccia prestazioni che permettano alla nostra società di guardalo con molta attenzione».
IL FATTO CHE L’INTER SIA COME UNA LAVATRICE MI SPAVENTA O MI ESALTA? – «Mi stimola, anche perché io l’esperienza l’ho avuta e ho imparato. A me non fa paura. Io accetto di esser dipinto o etichettato, accetto anche la distorsione della realtà. Accetto tutto perché so chi sono, so che la mia lealtà è forte. So cosa posso portare a tavola. La cosa che ho imparato nella vita è che non ho paura nemmeno di restare da solo a tavola, il mestiere dell’allenatore è anche questa. La mia dignità non è in vendita, sono leale e so cosa porto».









































