Inter News 24
·12 settembre 2025
Conferenza stampa Chivu pre Juve Inter: «Contento della rosa che ho a disposizione, non sono qui per stravolgere. Akanji è pronto e sulle critiche a Bisseck rispondo così»

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·12 settembre 2025
La conferenza stampa di Cristian Chivu alla vigilia di Juventus Inter, match valevole per la terza giornata del campionato di Serie A 2025/26: queste le parole del tecnico nerazzurro. La conferenza avrà inizio alle ore 13:30, noi di InterNews24 la seguiremo live.
COME ARRIVA LA SQUADRA ALLA PARTITA CON LA JUVE? – «La squadra ha lavorato bene. Quelli che erano qua con noi, poi gli altri sono stati in nazional e sappiamo che la nazionale ti dà qualcosa dal punto di vista mentale e delle energie, ritrovare i tuoi compagni, parlare la tua lingua… Oggi è il primo giorno che abbiamo tutto il gruppo a disposizione. L’importante è che stanno tutti bene e sono tutti pronti per giocare questa partita».
UNA PARTITA CHE VALE PIU’ DI 3 PUNTI, COME DICE TUDOR? – «Siamo ancora alla terza giornata, il bello del calcio è che prima o poi devi giocare questo tipo di partite. Non bisogna caricarla più di tanto anche perché tutte e due le squadre sono consapevoli dell’importanza del derby d’Italia, di quello che rappresenta. Bisogna avere l’energia e la mentalità giusta per capire i momenti della partita».
HO AVUTO MODO DI LAVORARE SUI DIFETTI EVIDENZIATI CONTRO L’UDINESE? – «Io non ho parlato di difettucci ma di certezze. Questa squadra ha certezze, sa fare determinate cose. Ho parlato poi di togliere qualcosina che non mi era piaciuta. Devo essere coerente, avere l’intelligenza giusta di capire quello che questa squadra potrebbe fare, senza perdere le certezze. Non sono qua per stravolgere tutto, anche perché è impossibile farlo. E’ una squadra che ha vissuto dei bei momenti negli ultimi anni, è sempre stata ai vertici del calcio italiano e anche di quello europeo. Bisogna solo aggiungere qualcosina per far rendere questa squadra e per far sì che ritrovi la passione e la fiducia nei propri mezzi. Trovare l’energia e gli stimoli giusti per portare al termine gli obiettivi di questa squadra».
AKANJI PRONTO PER GIOCARE UNA PARTITA COSI’ IMPORTANTE? DA DOVE NASCE QUESTA OPERAZIONE E IL CAMBIO CON PAVARD? – «Non credo che sia importante come si è arrivati a questo cambio, l’importante è che sia stato fatto. Secondo me Akanji è un giocatore importante, lo ha dimostrato negli ultimi anni. Qualche anno fa sarebbe dovuto venire qua prima di andare al City, è un giocatore di esperienza e di uno spessore internazionale importante, è sicuramente un valore aggiunto per questo gruppo ma come lui lo sono anche gli altri 21 giocatori. Tutti sono importanti e tutti devono dare il contributo nella ricorsa agli obiettivi. Sono i giocatori che ho a disposizione e sono molto contento di quello che ho. Per me questi 22 giocatori di movimento sono i migliori che ci sono in circolazione e sono contento di loro».
COSA MI ASPETTO DOMANI DALLA MIA INTER? – «Noi siamo consapevoli di quello che è l’andatura di una stagione. Le partite le vinci o le perdi, se le perdi o vinci all’inizio o dopo non cambia niente. E’ una maratona, sono 38 giornate, non vengo a darvi statistiche e dirvi che ci sono precedenti nel passato perché non guardo mai il passato ma guardo all’oggi per migliorare il domani. Siamo tutti consapevoli dell’importanza di una partita contro la Juve ma questo non cambia il nostro valore e la lunga percorrenza della stagione. Delle volte bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, c’è solo una via nello sport in generale: imparare dalle sconfitte e dagli errori. Solo così si può crescere».
DOMANI CI SI PUÒ ASPETTARE UN ATTEGIAMENTO MENO SPERIMENTALE E PIÙ CONSERVATORE? – «Noi abbiamo un’identità e cerchiamo di portare avanti un lavoro, poi bisogna capire in quali momenti puoi fare delle cose e in quali no. Il piano della gara in un tot di tempo può essere stravolto e devi trovare soluzioni per reggere l’impatto, l’urto della partita. Noi andiamo sempre in campo per fare la partita, per trovare la miglior versione di ciò che si ha e si mette a disposizione del gruppo per poi, come gruppo, essere dominanti e cercare di ottenere un risultato».
QUANTO C’È DI QUEL PARMA CHE LO SCORSO ANNO VINSE CONTRO LA JUVE CHE VORREI RIVEDERE NELL’INTER? – «Per essere sempre coerente, se non guardo il passato non devo fare nemmeno paragoni e non li faccio. Si parla di due realtà diversi con gruppi e ambizioni diverse. Tudor in quel momento era appena arrivato, poi ha fatto un gran lavoro raggiungendo l’obiettivo della Juve di qualificarsi alla Champions. Quest’anno dopo due giornate hanno ottenuto due vittorie. E’ una squadra che sa fare, che ha fatto anche un mercato direi buono per quelle che sono le idee dell’allenatore. Hanno ritrovato Bremer in difesa che gli dà tanto. Non possiamo andare a paragonare quella partita accaduta qualche mese fa, qui si tratta di un’altra squadra, cioè l’Inter, che ha obiettivi diversi, che cerca sempre di essere dominante e sa che le aspettative su di lei sono altissime. Questo non vuol dire che dobbiamo avere pressioni extra che poi non ci permettono o ci condizionano nella prestazione e nella lucidità mentale che dovremo avere. Mi affido a quello che sappiamo fare, all’orgoglio dei campioni, che trovino stimoli giusti in una partita del genere dove la mentalità vale più di ogni tatticismo».
A CHE PUNTO È IL PROCESSO DI RICERCA DI STIMOLI E MOTIVAZIONI? – «E’ un processo continuo. Sono sempre quelle cose a fare la differenza. Non è semplice, il cervello cerca di farti brutti scherzi perché si allontana dalla fatica e dalla routine che ti potrebbe poi togliere qualcosina. E’ un processo continuo, che dura una stagione intera: bisogna essere bravi tutti i giorni a svegliarsi trovando stimoli per migliorare se stessi e la squadra. Questo vale per lo staff, quanto anche per i giocatori».
QUANTO MI EMOZIONERÒ DOMANI? – «Ogni domenica me lo chiedete, basta (ride, ndr). La vivo serenamente, so che lo spreco di energie può danneggiare la lucidità. Sia da giocatore che da allenatore sono consapevole di quello che sto facendo e di quello che ho fatto. Il resto è tutto spreco di energie che non fanno mai bene, perché se inizio a vedere i fantasmi e cose che non hanno a che fare con la mia lucidità fisica e mentale potrei far danni. Ora riposo molto meglio di quanto facessi da calciatore perché mi sentivo a volte responsabile per i miei compagni, per la fiducia che loro avevano in me. Sono cose fondamentali che cerco di trasmettere anche ai nostri calciatori».
CAPELLO DICE CHE IL PROBLEMA DELL’INTER IN QUESTO MOMENTO È CALHANOGLU, COSA NE PENSO? SARÀ TITOLARE DOMANI? – «Io ho un modo di lavorare e parlare coi miei calciatori, so quello che possono dare e quello che è il loro livello in questo momento. Quello che ho visto nelle ultime 4 settimane è un ragazzo sempre motivato che cerca di dare il massimo, nonostante in tanti si dimentichino che lui viene da due mesi e mezzo fermo, perché si era infortunato. Ha avuto anche un’estate non abbastanza serena, ma quando è tornato l’ho ritrovato motivato e pronto a far vedere che lui ha scelto di rimanere qua con noi ed è pronto a darci una mano».
SODDISFATTO DEL MERCATO ESTIVO? I CALCIATORI CHE HO ADESSO MI CONSENTONO DI FARE IL CALCIO CHE HO IN MENTE? – «I miei 25 giocatori che ho a disposizione sono i migliori, come ho detto prima. Sono strafelice di lavorare con un gruppo di ragazzi motivati, che ha trovato anche un po’ di gioventù e spensieratezza con gli acquisti di qualche 2003 e 2004, che portano energia, determinazione e voglia di migliorare. Alzano il livello degli allenamenti e quello della squadra quando si trovano in campo».
IL BALLOTTAGGIO TRA BISSECK E AKANJI PER LA SFIDA DI DOMANI – «La gestione di un gruppo credo che sia la cosa più difficile per un allenatore. Bisogna tenere tutti motivati perché sei consapevole che prima o poi ti serviranno, soprattutto in una squadra che gioca le competizioni europee e inizierà a giocare ogni 3 giorni. C’è bisogno di energie e di gestire alcune cose dal punto di vista individuale e della formazione. Per me Bisseck è entrato nella critica perché è facile giudicare ed è facile creare un’opinione su un calciatore che probabilmente non ha mai avuto la possibilità di dare continuità a tutto quello che è stata la sua performance durante le partite. Se al primo errore viene messo al muro e gli si tirano dei sassi contro è ovvio che non riuscirai mai a crescere con la mentalità giusta, non riuscirai mai a portargli l’autostima che un giovane deve avere per fare carriera. Non dimentichiamoci che è un ragazzo giovane che di errori ne ha fatti e ne farà ancora, bisogna sempre trovare stimoli e motivazione per dare il contributo ai propri compagni. La scelta di Bisseck è stata fatta perché abbiamo bisogno di lui, perché arrivano tante partite e perché in allenamento ha fatto vedere determinate cose. Era importante dargli minuti per averlo pronto».
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