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·19 settembre 2025
CorSport – Napoli: doveva essere la serata di KDB, ma è stata quella di Politano!

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·19 settembre 2025
Doveva essere la serata di Kevin De Bruyne e del suo gran ritorno a Manchester, ma è stata – per certi versi – quella del compagno di squadra che gli era accanto durante l’inno della Champions, che ha provato a dargli forza con una pacca sulla spalla quando all’Etihad fioccavano striscioni dedicati a King Kev e nel cuore del belga, probabilmente, c’era un mix di emozioni difficili da descrivere. Matteo Politano era lì, anzi, Matteo Politano era ovunque sul prato verde di Manchester. Ha fatto tutto, il ragazzo che in fin dei conti sarebbe un attaccante. S’è ritrovato anche capitano, quando Di Lorenzo s’è fatto espellere per aver fermato Haaland lanciato a rete. Fascia al braccio e leadership moltiplicata alle stelle. Più che un esterno, un terzino destro, ad aiutare Spinazzola nei raddoppi, a fare la fascia in quelle poche volte in cui ha potuto avere abbastanza campo da percorrerla. Chilometri e salvataggi: un duello continuo con Doku, la freccia belga del Manchester City.
Fatica immensa, ma di quelle che gasano. Pronto in ogni situazione, anche quando ha agganciato al volo un lancio di 70 metri di Milinkovic-Savic. Stop a seguire, O’Reilly puntato, poi involontariamente anche abbattuto. Avrebbe potuto proseguire l’azione, ma s’è preoccupato dell’avversario, colpito da un pestone – di quelli che fanno male – sulla gamba. Ha provato a imbeccare Hojlund e McTominay, rientrando sul sinistro, ma il City era ovunque a togliere il respiro. Anche a lui, che di polmoni ne ha almeno uno in più. Gigantesco in tutti i sensi, anche quando al secondo minuto di recupero del primo tempo ha praticamente salvato sulla linea un tiro di Reijnders rischiando sì l’autogol, ma fidandosi ciecamente del suo portiere, Milinkovic-Savic, pronto a evitare la beffa a lui e a tutto il Napoli. Ha esultato come se avesse segnato, battendo il petto, cercando energia per resistere dai 2.700 tifosi azzurri presenti all’Etihad. È tornato negli spogliatoi da leone, dopo aver lottato e ringhiato su Doku e su tutto il City per un tempo intero nonostante le immense difficoltà, cresciute in modo esponenziale quando si è ritrovato in dieci con i compagni.
Non s’è scomposto, Matteo, ma a un certo punto, con il belga che spuntava da tutte le parti, s’è dovuto arrendere all’evidenza e alla straordinaria velocità di Doku, fermandolo con un abbraccio al 7’ della ripresa. S’è preso un giallo, sacrosanto, ed è qui che Conte ha deciso di cambiarlo. Fuori Politano, dentro Juan Jesus al 10’ del secondo tempo. Troppo rischioso avere un calciatore così impegnato nel gioco difensivo con un’ammonizione sulle spalle, avrà pensato l’allenatore. E da quel momento, Matteo s’è messo in panchina e il Napoli ha preso gol. Prima con Haaland, salito in cielo su assist geniale di Foden, poi proprio da Doku, infilatosi tra Spinazzola e Beukema. Ha fatto il possibile e anche di più, ma contro campioni del genere non è bastato. Doveva essere la serata di Kevin De Bruyne, ma per 55 minuti, nonostante la sconfitta, è stata quella di Matteo Politano.
Carlo Gioia