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·24 febbraio 2025
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·24 febbraio 2025
Tre punti nelle ultime quattro partite, una sconfitta clamorosa contro il Como e la vetta della classifica che sfugge di mano.
Non sono segnali incoraggianti per il Napoli alla vigilia dello scontro diretto con l'Inter, potenzialmente uno snodo fondamentale per determinare il destino di questo campionato.
Il mese di febbraio è stato decisamente negativo per il Napoli di Antonio Conte, che sembra entrato in un periodo di crisi nera.
Le vittorie contro Atalanta e Juventus a fine gennaio sembravano aver spianato la strada per lo scudetto alla squadra.
Invece, dopo il pareggio con la Roma in extremis (gol di Angelino al 93') il Napoli è stato bloccato sul pareggio anche da Udinese e Lazio, prima della sconfitta di ieri contro i lariani di Fabregas.
Cosa sta succedendo ai partenopei? E cosa ha smesso di funzionare nella squadra di Conte?
Sicuramente hanno avuto un impatto gli infortuni subiti nelle ultime giornate dal Napoli. Per un Buongiorno recuperato c'è un Olivera che è rimasto lontano dal campo tutto il mese, con il suo sostituto Spinazzola che non è riuscito a dare le stesse garanzie.
Come se non bastasse, l'infortunio di David Neres ha costretto Conte a cambiare modulo, passando dal 4-3-3 a un 3-5-2. Il brasiliano ha assunto un ruolo centrale dopo l'addio sul calciomercato di Kvaratskhelia, ma la sua assenza ha mostrato tutte le falle presenti nella rosa dei partenopei.
Falle che non sono state tappate durante il mercato di gennaio: se Billing ha potuto far rifiatare un giocatore centrale come Anguissa, spremuto in quanto imprescindibile per Conte, non gli si può chiedere lo stesso impatto fornito sul centrocampo del Napoli dal camerunense.
Discorso a parte per l'altro innesto di gennaio, Okafor, che ancora deve scontare un grande ritardo di condizione. Insomma: è una rosa che sta finendo la benzina e che non ha ricevuto sufficienti rinforzi?
Tutto sembrerebbe indicare di sì: sembra mancare qualcosa soprattutto dal punto di vista mentale. E ad ammetterlo è lo stesso Conte, che ha parlato di "crepe a livello mentale" e di una squadra "remissiva, senza fame e cattiveria".
Un giocatore che sicuramente sta soffrendo per la mancata possibilità di rifiatare è Romelu Lukaku.
È la prima volta da inizio stagione che il belga non va in gol per quattro giornate consecutive. Quattro giornate che, guardacaso, coincidono proprio con la serie negativa del Napoli.
Non che sia mancato il suo apporto, si pensi all'assist servito a Raspadori contro la Lazio. E non che in attacco manchino dati positivi: proprio quel Raspadori andato a segno in due partite consecutive ne rappresenta uno.
Potrebbe però essere un segnale se un attaccante così centrale per il gioco di Conte sta facendo così fatica a realizzare: una potenziale ripresa passa sicuramente dai suoi gol.
Nonostante il rientro di Buongiorno, un dato è evidente: sono sei partite che il Napoli non riesce a mantenere la propria porta inviolata.
Un dato preoccupante per una squadra che vantava la miglior difesa del campionato. Anzi, ad onor del vero la vanta tuttora, 21 gol subiti, a pari merito con la Juventus.
21 gol, un terzo dei quali (7) subiti nelle ultime cinque partite: prima ne erano servite ben 21 per subirne 14.
Nella prima metà della stagione il Napoli aveva concesso più di un gol solo in due occasioni (le sconfitte 3-0 contro Verona e Atalanta), da gennaio è già la terza volta che capita.
Certo, l'infortunio di Buongiorno, nonostante le buone prestazioni fornite da Juan Jesus, ha avuto il suo impatto. E forse adesso, nonostante il suo ritorno, la necessità di adattarsi al cambio modulo e alle necessità di una difesa a tre stanno facendo pagare il dazio.
📸 Marco Luzzani - 2025 Getty Images