Calcio e Finanza
·30 gennaio 2025
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Nel mirino della Dda per associazione a delinquere, bandito dagli stadi per tre anni. Lontani i tempi in cui Emis Killa era uno di famiglia in casa Lucci. Qui – scrive La Repubblica – aveva fatto la conoscenza dello “zio Peppe”, cioè del padre di Rosario Calabria, finito dentro con Lucci per droga e vicino alla ’ndrina dei Barbaro-Papalia.
«Io sto aprendo una catena di negozi — spiegava Luca Lucci a cena ai parenti — uno lo sta aprendo il cantante Emis Killa a Monza». Eppure Emis Killa, così presente nelle carte dell’inchiesta “Doppia Curva”, era stato appena sfiorato dal blitz dello scorso 29 settembre che azzerò gli ultras del Meazza.
Era ai cancelli dello stadio, l’11 aprile 2024, quando uno steward troppo ligio ai tornelli fu picchiato prima di Milan-Roma di Europa League. E aveva offerto il suo sky box a Luca Lucci in persona, lo scorso 17 agosto: prima di campionato contro il Torino, la Curva Sud che omaggia con uno striscione enorme il ritorno del capo al Meazza, concesso da un giudice di sorveglianza.
I problemi di Emis Killa sono iniziati con le perquisizioni a margine della retata. Sette coltelli, tre tirapugni, uno sfollagente telescopico, un taser e 40mila euro. «Il cash per i miei concerti», provò a sostenere. Il pm Paolo Storari e la squadra mobile milanese hanno continuato ad indagare, soprattutto sul business da gestire ora che Luca Lucci è in carcere.
E così il nome di Rudolf Emiliano Giambelli (Emis Killa, appunto) è finito sul registro degli indagati per un reato pesante come l’associazione a delinquere, «ritenuto facente parte del sodalizio criminale Curva Sud», come fosse una cosca. E un mese dopo, il 23 dicembre, ecco il daspo del questore, marchio di «un giudizio di pericolosità grave, attuale e concreto».
Niente stadi, non solo il Meazza, per tre anni, nemmeno per allestire coreografie. Divieto di avvicinarsi a Milanello «nel raggio di 500 metri». Divieto perfino, pena il carcere da uno a tre anni, di passeggiare per il piazzale esterno a San Siro il giorno della partita, quando cioè «le attività commerciali, anche ambulanti, compiono le operazioni di allestimento e smobilitazione», si legge nel provvedimento.
C’è «l’esigenza di scardinare l’azione di controllo criminale esercitata dalla consorteria in esame nell’ambito delle manifestazioni sportive, inibendo tali luoghi ai suoi accoliti», conclude il questore nel suo provvedimento.