Calcio e Finanza
·18 dicembre 2024
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Gli eredi di Thierry Hermes, Bernard Arnault, leader del lusso, e Amancio Ortega, re del fast fashion, occupano i primi tre posti tra gli imprenditori del fashion e luxury con il più alto patrimonio azionario.
Come riporta l’edizione odierna di MF-Milano e Finanza, tra i più ricchi del settore figurano anche Françoise Bettencourt-Meyers, a capo del colosso della bellezza L’Oréal, gli eredi di Leonardo Del Vecchio di Luxottica e la famiglia giapponese Yanai. Questo è quanto emerge dalla prima classifica delle ricchezze in azioni degli imprenditori della moda e del lusso. Sono 15 le personalità individuate, con patrimoni azionari superiori al miliardo di euro, per un totale di oltre 600 miliardi di euro.
Al vertice della classifica si trovano le famiglie Hermès e Dumas, eredi del fondatore della storica maison di lusso parigina. Le loro partecipazioni in Hermès ammontavano a più di 159 miliardi di euro. Poco distanti, al secondo posto, si posizionano Bernard Arnault e la sua famiglia, grazie alle azioni in Lvmh ed Hermès per un valore complessivo di 158,6 miliardi di euro. Arnault, secondo il Bloomberg Billionaires Index, è attualmente il quinto uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di circa 178 miliardi di dollari (pari a 169,7 miliardi di euro). Tuttavia, la quota da lui recentemente acquisita nel gruppo Richemont non è stata inclusa nell’analisi.
Il terzo gradino del podio è occupato dalla famiglia Ortega, fondatrice di Zara e del gruppo Inditex, che controlla anche marchi come Bershka, Stradivarius, Pull&Bear e Massimo Dutti. Le loro partecipazioni azionarie, al 6 dicembre, avevano un valore di quasi 112 miliardi di euro.
Fuori dalla top 3, i patrimoni scendono sotto i 100 miliardi di euro, ma restano comunque notevoli. Françoise Bettencourt-Meyers e la sua famiglia, eredi dell’impero L’Oréal, possiedono quote per un valore superiore a 63,7 miliardi di euro. Al quinto posto troviamo gli eredi di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, con azioni in EssilorLuxottica per oltre 34,3 miliardi di euro. La famiglia italiana detiene anche partecipazioni in Generali, Avio, Covivio, Mediobanca e Unicredit, escluse dall’analisi perché fuori dal settore moda.
In sesta posizione si colloca la famiglia Yanai, proprietaria di Uniqlo e della holding Fast Retailing, che controlla marchi come Helmut Lang, Theory e Comptoir des Cotonniers. Al 6 dicembre, le loro partecipazioni azionarie superavano i 29,6 miliardi di euro. Seguono i Prada-Bertelli, con quote nel gruppo Prada per 15,2 miliardi di euro. Grazie a una crescita del 45% in borsa dall’inizio dell’anno, il marchio milanese supera il patrimonio dei Pinault, proprietari del gruppo Kering, che si attesta a 12,4 miliardi di euro.
Tra le prime dieci posizioni spicca anche Nicolas Puech, discendente di Thierry Hermès, con una quota del 4,96% nella maison francese, del valore di poco meno di 12 miliardi di euro. Decima posizione per la famiglia Cucinelli, con azioni dell’omonimo brand specializzato in cashmere per un valore di circa 3,3 miliardi di euro, per una classifica che si va così a completare nelle prime 10 posizioni:
Appena fuori dalla top ten, Giorgio Armani si distingue per il suo patrimonio, che include quote in EssilorLuxottica e nel cantiere navale di lusso The Italian Sea Group, per un valore complessivo di 2,66 miliardi di euro. Al dodicesimo posto troviamo Remo Ruffini, a capo di Moncler, con una quota azionaria di 2,17 miliardi di euro.
Chiudono la classifica la famiglia Puig, proprietaria del gruppo catalano Puig Brands, con un patrimonio di circa 1,5 miliardi di euro, e Johann Rupert, leader di Richemont, con 1,25 miliardi di euro. In ultima posizione troviamo Gildo Zegna, con azioni Zegna per 1,23 miliardi di euro.
Nel valore azionario inferiore al miliardo di euro troviamo, infine, Nicola e Paolo Bulgari, con partecipazioni in Hermès e Lvmh, la famiglia Ferragamo e i Marzotto in Hugo Boss.
Per la classifica non sono state considerate famiglie come i Lauren e i Lauder, che controllano rispettivamente Ralph Lauren ed Estée Lauder, visto che possiedono il 100% di azioni a voto plurimo non quotate, escludendole dall’analisi. Allo stesso modo, alcune partecipazioni di Michael Kors, della famiglia Versace, di Calvin Klein e Tommy Hilfiger non sono state rilevate.