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·27 dicembre 2024

Dalle Supercoppe ai Mondiali: l'Arabia mette sul tavolo 600 miliardi per il calcio

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Nel 2034 i Mondiali si giocheranno in Arabia Saudita. Ma guardando a un futuro prossimo, a partire da gennaio il paese medio orientale tornerà a ospitare la Supercoppa italiana e quella spagnola a distanza di una settimana, ribadendo così la sua neonata centralità nel mondo del calcio internazionale.

Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, nessuno può dire con certezza quanti soldi saranno stati spesi entro il 2034. Le stime indicano diverse centinaia di miliardi di euro, investiti in vari ambiti: dalla promozione del calcio nazionale alle sponsorizzazioni internazionali, dall’acquisto di campioni per la Saudi Pro League alla costruzione di 11 nuovi stadi e delle infrastrutture necessarie per un evento di tale portata.


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Per farsi un’idea si potrebbe riportare alla luce i numeri di Qatar 2022: per la rassegna iridata, vinta dall’Argentina di Messi e giocata per la prima volta in inverno, il paese asiatico ha investito circa 200 miliardi di euro. Una cifra che però potrebbe essere triplicata dal Regno saudita, fino a toccare quota 600 miliardi.

Il motivo è il famoso piano, lanciato nel 2016, dal principe Mohammed Bin Salman, finalizzato a diversificare le fonti di guadagno del Paese (non più solo petrolio) e prevede un’enorme spesa per trasformare l’immagine della nazione. Lo sport, in particolare il calcio, insieme alla Formula 1, alla boxe e al golf, svolgeranno un ruolo cruciale, attirando sempre più visitatori dall’estero.

Infatti, non è solo lo sport nazionale a essere in gioco. Ospitare grandi eventi, calcistici e non, con i Mondiali come gioiello più prezioso della corona, servirà all’Arabia Saudita per mostrarsi al mondo sotto una nuova luce, molto distante dal passato, quando il Paese era noto per la chiusura della sua società e la disparità dei diritti tra uomini e donne.

Lo sport ha cambiato, parzialmente, la situazione e il calcio può fungere da ulteriore acceleratore di questo cambiamento, che ha portato milioni di visitatori dall’estero, spinti anche dal desiderio di assistere a un evento sportivo in un Paese che per tradizione non è mai stato il centro dello sport. Proprio per i visitatori, in vista dei Mondiali 2034, saranno costruite 230.000 nuove camere d’albergo in tutto il Paese, che però farà rispettare il divieto di alcolici per motivi religiosi. Si stanno progettando hotel di lusso (a cinque stelle, ma anche a quattro), oltre a ristoranti, centri commerciali, aree verdi e nuove infrastrutture di trasporto.

Una spinta sarà data anche all’occupazione, come sempre accade in vista di un grandissimo evento. Il calcio da solo creerà circa 100.000 nuovi posti di lavoro, ma se si considerano tutti gli altri settori, le opportunità occupazionali saliranno drasticamente: qualcuno parla addirittura di un milione di nuovi impieghi entro i prossimi 10 anni.

I Mondiali 2034, che vedranno protagoniste 48 nazionali grazie all’ampliamento deciso dalla FIFA già per l’edizione 2026, si giocherà in 15 stadi. Di questi, solo quattro, attualmente utilizzati per la Saudi Pro League, saranno ristrutturati, gli altri 11 verranno costruiti da zero.

Tre di questi sono già in fase di realizzazione e saranno pronti per la Coppa d’Asia, in programma tra gennaio e febbraio 2027, altro grande evento che l’Arabia Saudita è riuscita ad accaparrarsi. Gli altri otto, invece, sono ancora in fase di progettazione. Oltre agli stadi, è prevista la creazione di 72 campi di allenamento in 15 città del Regno, più altri 60 nelle cinque città che ospiteranno le partite del Mondiale. Inoltre, saranno costruiti due centri di allenamento per arbitri a Riad City. Una mole di infrastrutture imponente, sia per quanto riguarda il numero che per le loro caratteristiche, ma il tempo di certo non manca per rendere tutto realtà e portare tutto al massimo dell’efficienza.

Ma certamente un grande evento come i Mondiali non sarà solamente concentrato sugli stadi. Infatti, gli investimenti in programma riguardano anche strade, autostrade, hotel, ristoranti e persino una nuova città, chiamata Neom. Senza dimenticare gli investimenti per i giocatori di calcio: nell’ultimo periodo, campioni come Cristiano Ronaldo, Benzema, Neymar e Kanté sono arrivati nella Saudi Pro League per cifre astronomiche, con un investimento totale che ha sfiorato il miliardo di euro (escludendo gli ingaggi faraonici).

Anche se nell’agosto 2024 si è registrato un rallentamento, il fondo sovrano saudita PIF continua a detenere il 75% delle quote dei quattro principali club sauditi – Al Hilal, Al Nassr, Al Ittihad e Al Ahli – ed è vicino ad acquisire la maggioranza di altre sei società. Ciò significa che altre stelle del calcio europeo arriveranno. Ma come detto lo sviluppo dell’Arabia Saudita è anche all’estero per quanto riguarda il mondo del calcio, e dello sport in generale.

Si va dal controllo del Newcastle, sempre tramite PIF, agli accordi con Serie A e Liga per ospitare le rispettive Supercoppe. Quest’ultimi due eventi hanno generato un investimento di qualche decina di milioni di euro, ma certamente la vetrina che si è aperta sul paese medio orientale è importante. Inoltre, si calcola che l’Arabia Saudita sponsorizzi circa 900 squadre ed eventi sportivi: tra i tanti esempi, Riyadh Air ha stretto una partnership con l’Atletico Madrid, mentre Riyadh Season si è legata alla Roma.

Tutto quello che è stato appena illustrato, e molto altro, rientra tutto nel progetto saudita di Vision 2030, che però va ben oltre a questa data, basti ricordare che i Mondiali che si giocheranno in Arabia Saudita saranno quelli del 2034.

L’obiettivo è creare una nuova generazione di atleti, come Saud Abdulhamid, oggi in forza alla Roma, e di talenti in tutti gli sport. Per questo motivo, si stanno sviluppando accademie sportive e si incoraggiano sempre più ragazzi e ragazze a praticare attività fisiche. E per farlo, almeno in un primo momento, serve investire anche all’estero ma provando a convincere vari esperti del mondo sportivo a portare le proprie conoscenze in Arabia Saudita così da potere, in un prossimo futuro, muovere i propri passi come uno dei paesi leader dello sport. Progetti e risorse economiche di certo non mancano, anche se il percorso è solamente all’inizio.

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