David Juve, parla il primo allenatore Vanderhaeghe: «A 17 anni era già avanti, alla Juve avrà un impatto super. Le sue qualità migliori sono queste» | OneFootball

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·8 agosto 2025

David Juve, parla il primo allenatore Vanderhaeghe: «A 17 anni era già avanti, alla Juve avrà un impatto super. Le sue qualità migliori sono queste»

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David Juve, parla il primo allenatore Vanderhaeghe: tutte le dichiarazioni sul nuovo attaccante bianconero

Lo ha visto nascere, crescere e sbocciare. Yves Vanderhaeghe è stato uno dei primi allenatori a credere nel talento di Jonathan David, lanciandolo nel calcio europeo a soli 17 anni con la maglia del Gent. Oggi, a distanza di anni, osserva con l’orgoglio del mentore l’esplosione del suo ex pupillo, diventato il nuovo centravanti della Juventus.

In un’intervista esclusiva a Tuttosport, il tecnico belga ripercorre le tappe della crescita del giovane attaccante canadese, svelando i segreti di un talento precoce, di un ragazzo “più maturo della sua età” e di un potenziale campione che, secondo lui, ha già avuto un “impatto super” sul mondo bianconero.


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LA SCOPERTA DEL TALENTO – «Siamo partiti insieme, era il mio primo anno al Gent, dopo una doppia esperienza in Canada. Non potevamo non prenderlo».

LA SUA CRESCITA RAPIDA – «Ho solo attivato il meccanismo giusto e ho capito che si trattava di un potenziale enorme: è uno di quelli che ti ruba l’occhio»

LA QUALITÀ CHE LO HA COLPITO DI PIÙ – «David era ed è assai curioso e chiedeva qualsiasi cosa. Era sveglio. Situazioni. L’obiettivo era diventare sempre più forte, salire di livello».

IL SUO CARATTERE – «Quando l’ho conosciuto io, era una persona aperta, umile, positiva, sorridente. Conoscevo anche questo per facilitare l’entrata nel gruppo. E poi, il suo integrarsi in maniera rapida, era un aiuto enorme».

L’IMPATTO CON LA JUVENTUS – «Non ho alcun dubbio: sarà un colpo importante per la causa bianconera. Ripeto: guardi quei numeri, quelli relativi ai gol».

IL SUO RENDIMENTO A 16 ANNI – «È arrivato a 16 anni e a 25 gol in totale. Cinque reti in campionato, due in Europa League, due in coppa nazionale. A 18 anni, poi, l’ho visto giocare in Nazionale maggiore. Si è proposto con i bianconeri e a soli 17 anni l’ho visto segnare al Napoli, poi al 22, tre anni fa ha raggiunto il Milan, è uno che la mette dentro».

GIOCHERÀ PURE PER LA SQUADRA«Lo vedo prima di tutto come un giocatore che, nei prossimi tre anni, darà un apporto decisivo. Parliamo di statistiche».

IL PRIMO GOL DA PROFESSIONISTA – «L’ho visto giocare al Gent ancora prima che potesse farlo in maniera ufficiale. Aveva 17 anni, mica 18 anni e un giorno. Aveva il pallone tra i piedi e lo faceva di fretta. Diceva: mister, devo studiare».

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