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·30 giugno 2019
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·30 giugno 2019
di Giuseppe Livraghi –
Più che di un derby, si tratta di una classica sfida tra Davide e Golia. Nessun paragone è più calzante per presentare il confronto tra Curaçao e gli Stati Uniti, che domenica 30 giugno alle ore 20:30 (corrispondenti in Italia alle 2:30 del 1° luglio) saranno opposte nei quarti di finale della CONCACAF Gold Cup, cioè la massima competizione per Nazionali del Nord-Centro America e dei Caraibi. Davide, ovviamente, è Curaçao rappresentativa di una piccola isola (ubicata non lontano dalle coste del Venezuela) consistente in una ex colonia dei Paesi Bassi: chiusa l’epoca coloniale, Curaçao non è diventata indipendente, ma è stata tramutata in una “Nazione costitutiva” del Regno dei Paesi Bassi, al pari della non lontana isola di Aruba e della parte sud di San Martino (la più piccola isola divisa tra due Stati, col nord francese col nome di Saint Martin e il sud olandese con quello di Sint Marteen).
Superfluo spiegare che la parte di Golia spetta agli Stati Uniti, espressione della superpotenza yankee (scritto yanqui a sud del Rio Grande/Rio Bravo, ma pronunciato allo stesso modo) e Campioni in carica. Presentatisi alla competizione col chiaro intento di conquistare la “Copa Oro” (nome col quale è nota la competizione nei Paesi ispanofoni), i “gringos” a stelle e strisce hanno superato a punteggio pieno il girone valido quale prima fase, senza incassare neppure una rete: al 4-0 dell’esordio con la Guyana hanno, infatti, fatto seguito il 6-0 a Trinidad e Tobago e l’1-0 conclusivo con l’ostico Panama, per un primo posto a quota 9 punti, con 11 reti realizzate (e zero, appunto, incassate), a dimostrazione d’aver ormai messo alle spalle l’amarezza per la mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018 (mancato proprio a causa di una sconfitta a Trinidad e Tobago, che è costata il sorpasso da parte dei panamensi, peraltro). Assai diverso lo stato d’animo di Curaçao, alla sua seconda esperienza in Gold Cup dopo quella del 2017 (conclusa con l’eliminazione al primo turno, con zero punti e zero reti realizzate). Inseriti nel girone C, in compagnia di El Salvador, Honduras e Giamaica, i curaçaensi parevano eliminati già dopo la sconfitta 0-1 dell’esordio con El Salvador: invece, la successiva vittoria per 1-0 con l’Honduras e il pareggio 1-1 conclusivo con la Giamaica sono valsi il clamoroso accesso alla fase successiva, a spese dei salvadoregni (in contemporanea sconfitti per 0-4 nel sempre sentitissimo derby con gli honduregni).
La sfida Curaçao-Giamaica è assolutamente da ricordare. Terzi in classifica, a -1 dai salvadoregni, i curaçaensi incassano il vantaggio giamaicano già al 14′ (rete di Shamar Nicholson), mentre il derby dell’America centrale è ancora fermo sullo 0-0, il che manderebbe alla fase successiva El Salvador, con buona pace di chi ama le “favole”. Invece, nella seconda frazione accade di tutto, con l’Honduras che si scatena, annichilendo i salvadoregni con un 4-0, mentre Curaçao gioca il tutto per tutto con la Giamaica, alla ricerca del pareggio che varrebbe la qualificazione: l’1-1 arriva al 93′, con un tiro “della disperazione” del difensore Juriën Gaari, che da fuori area scocca un destro che va concludere la sua corsa nel “sette” alla sinistra dell’incolpevole portiere giamaicano Andre Blake. Pochi istanti dopo, al 95′, i curaçaensi vanno addirittura vicini al clamoroso successo, con un destro da fuori area di Elson Hooi che termina di poco sul fondo, a portiere battuto!
Finisce, quindi, 1-1, un pareggio che consente a Curaçao di agganciare a quota 4 punti El Salvador, ma superandolo grazie alla miglior differenza reti (0 contro -3), staccando il “biglietto” per i quarti di finale. Dopo aver smentito i pronostici che lo vedevano quale vaso di coccio tra vasi di ferro, Curaçao andrà a sfidare gli Stati Uniti, in una sfida-trabocchetto nella quale gli statunitensi partono favoritissimi. Già, ma i “gringos” si presentarono da favoriti anche il 10 ottobre 2017, a Port of Spain, nel confronto di qualificazione al Mondiale col già eliminato Trinidad e Tobago: persero per 2-1, mancando l’accesso alla rassegna iridata, della quale erano presenza fissa dal 1990 (edizione alla quale -corsi e ricorsi storici- ebbero accesso grazie alla vittoria per 1-0 nell’ultimo incontro delle qualificazioni proprio in casa di Trinidad e Tobago, piegato da una realizzazione dell’italoamericano Paul Caligiuri).