PianetaBari
·27 novembre 2025
De Laurentiis e il vizio del “mangiallenatori”: 8 stagioni e già 10 tecnici a Bari

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Dal 2018, anno in cui Luigi De Laurentiis e suo padre Aurelio hanno rilevato il Bari a zero, la panchina biancorossa è diventata una delle più instabili del calcio italiano. Con l’esonero di Fabio Caserta, arrivato dopo appena 161 giorni e 13 partite ufficiali, il presidente ha collezionato 10 allenatori in 8 stagioni, confermando un turnover che ha impedito finora di costruire un progetto tecnico duraturo, sintomo di ambizioni monche e una programmazione alla giornata.

Copyright: Emmanuele Mastrodonato/IPA Sport
Il percorso parte da Giovanni Cornacchini, scelto per la rinascita dalla Serie D e protagonista della promozione in C, ma esonerato dopo poco più di un anno e appena quattro giornate. Da lì una girandola di cambi: Vivarini, Auteri (due volte), Carrera, Mignani, Marino, Iachini, Giampaolo, Longo e infine Caserta. Ora, ironia della sorte, il Bari riparte proprio da Vincenzo Vivarini, già protagonista nel 2019/20 e reduce dall’esonero a Pescara.
I numeri raccontano la precarietà: la durata media di un tecnico sotto la gestione LDL è di circa 8 mesi e mezzo, con punte di stabilità solo con Michele Mignani (930 giorni e 94 partite), capace di riportare il Bari in Serie B e di sfiorare la promozione in A. Tutti gli altri hanno avuto cicli brevi, spesso interrotti a stagione in corso. Solo in 4 occasioni la stagione è terminata con lo stesso tecnico con il quale è iniziata. Nel 2018/2019, quella in Serie D, con 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗖𝗼𝗿𝗻𝗮𝗰𝗰𝗵𝗶𝗻𝗶, nel biennio 2021/2023 appunto con 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗠𝗶𝗴𝗻𝗮𝗻𝗶, e lo scorso anno con Moreno Longo.
Il caso di Caserta è emblematico: arrivato in estate per sostituire Longo, ha resistito appena cinque mesi, pagando risultati deludenti e la contestazione della piazza. Con lui sono stati sollevati dall’incarico anche il vice Accursi, il collaboratore tecnico Viola e il responsabile della preparazione atletica Reale.
In 7 anni, dunque, 10 allenatori e 11 esoneri: una media che certifica l’etichetta di “mangiallenatori” per Luigi De Laurentiis. La domanda che accompagna ora la piazza è se il ritorno di Vivarini possa finalmente garantire stabilità, o se il Bari continuerà a vivere in un eterno ciclo di cambi e ripartenze.









































