BundesItalia
·16 gennaio 2020
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La stagione 2019-2020 della Bundesliga ha visto l’Union Berlino fare il suo esordio in assoluto nel massimo campionato tedesco diventando così la 56^ squadra a disputare almeno un anno nel livello più alto della piramide calcistica tedesca. E, ironia della sorte, i berlinesi dell’Est hanno giocato il loro primo match, perso poi 4-0, contro l’RB Lispia che a sua volta, al debutto nel 2016-2017, è stata la formazione numero 55 in Bundes. La diversa caratura degli avversari, i grandi palcoscenici e gli ampi divari economici hanno spesso portato le neopromosse a stagioni deludenti, alcune disastrose, con retrocessioni ampiamente annunciate già ad agosto ai nastri di partenza. Eppure negli almanacchi, a partire dal 1963, da quando è stata adottata l’attuale formula a girone unico, tra le debuttanti della Bundesliga ci sono storie di “underdog” che hanno ribaltato i pronostici, spingendosi ben oltre l’ambito traguardo della non retrocessione. C’è chi si è piazzato secondo, chi ha deciso le sorti di un campionato, chi ha anche vinto una Bundesliga, ma anche chi – con valenza negativa – ha ridefinito tutti i record, ma al ribasso.
La Bundesliga a girone unico è nata da cinque stagioni e il calcio tedesco è ancora in fase di aggiornamento e stabilizzazione. La squadra di Aquisgrana, dopo aver chiuso al primo posto la Regionalliga West del 1967, fa il suo debutto assoluto in Bundes nella stagione 1967-1968 chiudendo in 11^ posizione, con 34 punti in 34 giornate, davanti al Monaco 1860, Amburgo e Borussia Dortmund. Ma è l’anno dopo che i Kartoffelkäfer, possiamo dire da semi-debuttanti e meno strutturati rispetto alle compagini rivali, raggiungono quello che è ancora oggi il loro piazzamento migliore, il secondo posto distaccati di sei punti dal Bayern Monaco campione di Germania;
Vincitore della Regionalliga West, il Wuppertaler si qualifica per i play-off promozione dove la squadra renana dimostra la sua supremazia rispetto le altre cinque pretendenti vincendo tutte le otto partite in programma, una cosa mai successa in quegli ultimi 11 anni. La prima stagione assoluta in Bundes per i Leoni è decisamente la migliore e la più inaspettata: nessuna squadra può competere per il titolo contro il Bayern Monaco, ma il Wsv riesce a rimanere per cinque settimane in seconda posizione, per poi finire al quarto posto in campionato con 40 punti. Piazzamento che qualifica la squadra per la Coppa Uefa dove viene eliminata al primo turno dai polacchi del Ruch Chorzów.
L’esordio nel calcio che conta per le Aspirine arriva solo alla fine degli anni Settanta. La squadra di Leverkusen, infatti, disputa la sua prima Bundesliga solamente nella stagione 1979-1980, un’annata senz’altro positiva, chiusa con una salvezza conquistata senza troppi patemi, ma soprattutto passata alla “storia” per aver deciso il vincitore del Meisterschale di quell’annata. La lotta, serratissima, è tra Amburgo, campione in carica, e i bavaresi; un testa a testa avvincente che si protrae per tutta la seconda parte del campionato fino alla penultima giornata quando le due formazioni arrivano appollaiate entrambe a 46 punti. Il Bayern vince 3-1 contro lo Stoccarda, mentre l’Amburgo cade clamorosamente 2-1 in casa proprio contro il Leverkusen. Una sconfitta che di fatto lascerà indelebilmente il segno con la vittoria data alla squadra di Monaco.
È un’impresa talmente epica ed epocale che merita di essere citata seppur con “deroga”. Sì, perché la Bundesliga vinta dal Kaiserslautern nel 1998 è ancora oggi un assoluto del calcio tedesco: i ragazzi di Otto Rehhagel, infatti, dopo aver vinto la Zweite Bundesliga nella stagione precedente, concludono al comando della classifica la stagione da neopromossi, resistendo agli attacchi dei campioni in carica del Bayern Monaco. Neopromossi sì, ma non debuttanti assoluti perché i Roten Teufel hanno nel loro palmarés diversi campionati alle spalle e anche tre titoli di campioni di Germania. Solo quattro sconfitte stagionali, 68 punti finali contro i 66 della squadra di Trapattoni e soprattutto due vittorie su due contro i diretti rivali. Un autentico trionfo, anche se non da debuttanti in Bundesliga.
L’ultima “fiaba” de passato millennio ha come protagonista la squadra di un paesino di appena 24 mila abitanti dell’Alta Baviera, l’Unterhaching. Il secondo posto conquistato in 2. Bundesliga garantisce al club uno storico approdo in Bundesliga e la già clamorosa impresa della promozione nella massima serie è addirittura migliorata nell’annata seguente, appunto 1999-2000, quando l’Unterhaching riesce a ottenere la salvezza in Bundesliga con una giornata di anticipo, chiudendo con un ottimo decimo posto finale, con 44 punti, ben più quattro rispetto al Borussia Dortmund. Bello sì, ma non è nulla rispetto a quello che succede durante gli ultimi 90 minuti: il Leverkusen è a un passo dalla vittoria, basta un punto sul campo proprio dell’Unterhaching per lasciarsi alle spalle il solito Bayern Monaco. Ma la storia si ripete, questa volta a trame invertite, e le Aspirine crollano incredibilmente 2-0 con, in aggiunta, un beffardo autogol di Ballack. La stagione finisce con due squadre a 73 punti, ma sono i bavaresi ad alzare il trofeo al cielo per miglior differenza reti.
È il Mainz di un certo Jürgen Klopp. Già nel 2002 e nel 2003 la squadra di Magonza fallisce la promozione in Bundesliga per un soffio, ma il terzo tentativo è quello buono e i Nullfünfer conquistano per la prima volta l’accesso al massimo campionato sotto la guida di Klopp, da tre anni al timone della squadra. Nella stagione d’esordio il Mainz si classifica dignitosamente all’undicesimo posto, ma a rendere speciale e irripetibile quest’annata è il posto in Coppa Uefa assegnato come vincitrice del Premio Fair Play, un riconoscimento in vigore dal 1994 fino al 2015 che premia in base a punteggi le formazioni con meno cartellini, che propongono un calcio offensivo e senza perdita di tempo e rispettando l’avversario.
Senza ombra di dubbio è il rendimento migliore e performante in relazione a una tra le assolute debuttanti nella storia della Bundesliga. Il Lipsia griffato Red Bull con l’ambizione espansionistica di avere un peso nel calcio tedesco e internazionale, appena nata nel 2009 e dopo aver macinato cavalcate trionfali dalla quinta serie, riesce nell’impresa di chiudere al secondo posto alla prima storica apparizione in Bundes. I Roten Bullen si piazzano a 67 punti, davanti al Bvb e all’Hoffenheim, si illumina la stella di Timo Werner con 21 gol e traguardo che significa Champions League centrata al primo tentativo.
Una menzione speciale per una debuttante che a suo modo ha scritto la storia del calcio in Germania…negativamente. La stagione 1965-1966, appena la terza della nuova Bundesliga, è ricordata per la presenza del Tasmania. La squadra ha sempre militato nelle serie inferiori tedesche fino al 1965, quando viene catapultata in Bundes in seguito al declassamento dell’Hertha Berlino a causa di irregolarità finanziare e al vincolo federale che stabiliva la presenza di una squadra di Berlino Ovest nel massimo livello del campionato tedesco. Il debutto è un autentico disastro con una serie di record negativi ancora oggi imbattuti. Ne citiamo alcuni come il minor punti conquistati in una stagione, otto, (considerando 2 punti a vittoria); il minor numero di vittorie in una stagione, due; il maggior numero di sconfitte in una stagione, ben 28; unica squadra della Bundesliga a non aver mai vinto in trasferta; la più lunga serie di incontri senza vittorie, ben 31 partite; peggior differenza reti con -93 (15 segnate, 108 subite) e la più larga sconfitta casalinga con un 0–9 contro il Duisburg, il 26 marzo 1966. Insomma, non sempre le debuttanti in Bundesliga sorprendono…