Del Piero si racconta: «Torino? Al mio arrivo impatto importante. Luoghi del cuore? Parecchi, ci sono stato 19 anni di fila. Difficile trovare parole l’Avvocato, Sonia e la famiglia fondamentali» | OneFootball

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·26 dicembre 2025

Del Piero si racconta: «Torino? Al mio arrivo impatto importante. Luoghi del cuore? Parecchi, ci sono stato 19 anni di fila. Difficile trovare parole l’Avvocato, Sonia e la famiglia fondamentali»

Immagine dell'articolo:Del Piero si racconta: «Torino? Al mio arrivo impatto importante. Luoghi del cuore? Parecchi, ci sono stato 19 anni di fila. Difficile trovare parole l’Avvocato, Sonia e la famiglia fondamentali»

Del Piero si racconta: le parole dell’ex capitano della Juventus, intervistato come ospite di Stanotte a Torino su Rai 1, di Alberto Angela

Ospite speciale del programma Stanotte a Torino, in onda su Rai1 e condotto da Alberto Angela, Alessandro Del Piero ha raccontato aneddoti e ricordi legati alla sua lunga esperienza in bianconero e alla sua vita personale.

Un viaggio intimo e profondo, che ha toccato i primi passi a Torino, il rapporto con la città, le figure chiave della Juventus e alcune delle emozioni più forti vissute in carriera.


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L’ARRIVO A TORINO«Un ricordo di immergermi in una realtà molto grande: arrivavo da un paesino (Conegliano), Torino era una metropoli per me e l’impatto è stato importante, bello, anche traumatico. I primi mesi non sai bene dove sei, con queste grandi vie… da diciottenne è stata una scoperta fatta piano piano, passo dopo passo».

I LUOGHI DEL CUORE«Parecchi, ho vissuto 19 anni di fila qui. Dal primo luogo, lo stadio Comunale, dove ho visto i miei idoli giocare e vincere ed ero curioso di vederlo da dentro. Piazza Carlina, dove ho vissuto per la maggior parte del tempo e ha rappresentato la mia casa dal ’90 al ’96: questi sono i due luoghi di primo impatto».

L’AVVOCATO AGNELLI«Difficile trovare le parole per un uomo del genere, un personaggio unico per tantissimi aspetti: per il ruolo nella Juve, per come conosceva e seguiva la Juve. Sembrava quasi spaesato e invece sapeva perfettamente cosa accadeva. Poi c’è questo mito delle telefonate mattutine, alle cinque. C’era la classica frase: “Casa Agnelli, le passo l’Avvocato”. Noi eravamo obbligati ad avere il telefono a casa. La prima telefonata avvenne due minuti prima della mia prima partita con la Juve. “Mi raccomando oggi, in bocca al lupo”. Se già avevo poca pressione… Abbiamo perso 1-0 quella partita contro un Milan stellare, erano la squadra da battere e l’abbiamo fatto l’anno dopo».

LA FAMIGLIA E SONIA«Per ogni calciatore la compagna è fondamentale. Io arrivo da una famiglia semplice e in lei ho trovato altrettante qualità, oltre ad altre. Insieme abbiamo intrapreso questo viaggio che ci ha portato ad avere tre figli e ogni pensiero è rivolto a loro: cerchiamo di fare il meglio per loro».

I GOL PIÙ EMOZIONANTI«Ne vorrei citare tanti. Te ne dico due: il primo è nel ’94, il 4 dicembre, contro la Fiorentina. Spalle alla porta ho tirato di esterno destro sorprendendo il portiere. Il secondo è l’ultimo a Torino, Juve-Atalanta, dove ho salutato la Juventus qualche giorno dopo. Decisamente emozionante per il clima che si era creato».

IL MONDIALE«Si consacra la carriera di un calciatore, come andare sulla luna. La cosa più importante è stata andare a battere il rigore, vivere quel momento come fosse normale».

LA NAZIONALE DI OGGI«Vincere. La cosa più ovvia per rispondere. Oggi non siamo il campionato più importante dal punto di vista economico e di visibilità. Gli altri hanno lavorato e noi dobbiamo reinventarci, trovare qualcosa di diverso e di nuovo».

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