Désiré Doué si racconta: «Il Golden Boy è il frutto del lavoro collettivo, sono molto felice di ricevere questo premio. Finale di Champions? Uno dei giorni più belli» | OneFootball

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·1 dicembre 2025

Désiré Doué si racconta: «Il Golden Boy è il frutto del lavoro collettivo, sono molto felice di ricevere questo premio. Finale di Champions? Uno dei giorni più belli»

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Désiré Doué si racconta a Tuttosport. Il giovane talento del Paris Saint-Germain ha ricevuto il premio Golden Boy 2025 come miglior Under 21 dell’anno

Il ventenne Désiré Doué, talento del Paris Saint-Germain, riceverà stasera a Torino il premio Golden Boy 2025 come miglior Under 21 dell’anno. Raggiante per il traguardo individuale, il franco-ivoriano sottolinea l’importanza del lavoro collettivo e dei successi ottenuti con il club. Ecco le sue parole in un’intervista esclusiva a Tuttosport.

LA PRIMA REAZIONE ALLA VITTORIA – «Un sensazione di grande fierezza. E di felicità. Con la consapevolezza che il lavoro collettivo paga perché così facendo il PSG ha ottenuto i più grandi traguardi nel corso di quest’anno centrando la miglior stagione della sua storia. Si tratta del risultato di uno sforzo collettivo. Sono molto felice di ricevere questo premio, se è il frutto della vittoria di trofei con la squadra e di un mio apporto positivo nelle partite importanti».


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I COMPAGNI DI SQUADRA – «Mi hanno fatto le congratulazioni, si sono complimentati con me. A cominciare dai ragazzi della mia età con cui sono più legato per ragioni anagrafiche come Warren Zaire-Emery, Bradley Barcola, Senny Mayulu. Poi c’è stato Ashraf Hakimi che ne ha combinata una della sue: appena mi ha visto arrivare al centro sportivo ha incominciato a chiamarmi Golden Boy. A ripetizione: Golden Boy, Golden Boy, Golden Boy! Ma devo ringraziare tutti i miei compagni di squadra, perché è grazie a loro se ho questo riconoscimento. Se non avessimo vinto partite, se non avessimo giocato come abbiamo fatto, se non avessimo sollevato trofei, non avrei ricevuto questo premio».

A CHI DEDICA IL PREMIO – «In primis alla mia famiglia. Poi naturalmente ai compagni di squadra, all’allenatore, allo staff, ai dirigenti e a tutte le persone che lavorano per il club con un pensiero particolare al nostro grande presidente Nasser Al Khelaifi, che ha avuto fiducia in me e che mi ha portato al Paris Saint-Germain. Senza di loro non avrei potuto conquistare il Golden Boy».

L’ORGOGLIO DI ENTRARE NELL’ALBO D’ORO – «È un onore far parte di questa lista ed essere menzionato insieme ad alcuni dei più grandi nomi del calcio. I giocatori che hanno vinto questo premio, come Messi, Agüero, Haaland, Mbappé, sono tutti giocatori eccezionali che hanno avuto, o stanno avendo, carriere incredibili e che mi ispirano ogni giorno. Quindi è un grande motivo di orgoglio».

LA FINALE DI CHAMPIONS – «Uno dei giorni più belli della mia vita. È stato un sogno che si è avverato. Quando sei bambino, sogni di giocare in Champions League e poi di vincerla. È qualcosa di incredibile. Credo che il mio ricordo più bello sia il secondo gol che ho segnato, quindi il terzo della partita. Quello è stato il momento in cui mi sono convinto che avremmo vinto la partita».

IL TRASFERIMENTO AL PSG – «Quando ho firmato il contratto quinquennale con il Paris Saint-Germain sapevo che sarei andato a giocare in un club grandissimo, tra i migliori in assoluto del mondo. Ma non avrei immaginato di vincere tutto nel giro di appena un anno».

AMBIZIONI PER IL 2026 – «Puntare sempre ai più grandi traguardi, come quest’anno».

HOBBY OLTRE IL CALCIO – «Mi piace molto la NBA. Tutti i grandi mi affascinano: Michael Jordan, Magic Johnson, Lebron James, Wemby e Steph Curry. Mi piace pure il tennis, ho seguito la finale ATP di Torino fra Sinner e Alcaraz, i due migliori al mondo. E poi amo molto leggere».

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