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·8 luglio 2025
Di Biase Juve, l’agente Mura: «Non vede l’ora di giocare con la Next Gen. Il rinnovo, il prestito alla Pergolettese e gli allenamenti a Londra: ecco come è andato l’ultimo anno e sul futuro…» – ESCLUSIVA

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·8 luglio 2025
Gianmarco Di Biase è pronto a prendersi la Juventus Next Gen. Uno dei talenti più interessanti del settore giovanile bianconero ha trascorso la seconda parte di stagione con la Pergolettese dopo una prima parte con la Juve Pimavera da assoluto protagonista. Un percorso pensato per crescere, misurarsi con il calcio dei grandi e arrivare pronto all’appuntamento con la Seconda squadra. Juventusnews24 ha contattato l’agente dell’attaccante classe 2005 per fare un recap dell’ultima stagione e le prospettive future.
Da quando ci eravamo sentiti a inizio stagione sono cambiate molte cose, a partire dal rinnovo: quanto è stato importante per lui e per voi questo riconoscimento da parte della Juventus?
«Sì, è stato un anno molto importante per Gianmarco. Veniva da un infortunio che lo aveva tenuto lontano dal campo per un anno, e a inizio stagione c’erano tanti buoni propositi. Ma poi, andare in campo e mettere in pratica le cose che ci si immagina, è sempre difficile. E per questo va fatto un grande complimento Gianmarco.
Ha fatto un anno importante, in cui a un certo punto segnava un gol ogni 93 minuti in Primavera con la Juve. Questo ci ha spinto a volere qualcosa di più per lui, ad accelerare il percorso di crescita. Tornare a giocare anche con i grandi, come aveva già fatto negli anni prima della Juve in Serie D, e cercare un’esperienza in Serie C. Vedere poi il rinnovo con la Juventus a gennaio è stato molto importante: è stato un segnale chiaro da parte della società di quanto continui a credere in Gianmarco. Non solo a parole, ma anche con i fatti».
L’esperienza in prestito alla Pergolettese si è appena conclusa: come valutate questi mesi in Serie C, sia dal punto di vista tecnico che umano?
«L’esperienza alla Pergolettese è stata, secondo me, un’esperienza positiva sia dal punto di vista tecnico che umano. In Primavera, Gianmarco stava facendo benissimo e c’era la voglia di misurarsi e confrontarsi con la Serie C.
Naturalmente avremmo voluto vederlo un po’ di più in campo, però la cosa più importante è che ogni volta che è stato chiamato in causa, Gianmarco ha risposto presente. Basta vedere le partite per capire chiaramente come fosse a suo agio, e abbia anche dato una mano in un momento difficile. Penso, ad esempio, all’ultima partita, in cui c’era bisogno di fare punti per salvarsi: Gianmarco è partito titolare e ha contribuito a conquistare quei punti. Dal punto di vista umano, Gianmarco è cresciuto tanto.
Queste sono tappe fondamentali per un giovane che ha un obiettivo chiaro e vuole arrivarci. Sono step che vanno fatti. E credo che anche solo la maturità di fare una scelta così, di andare a mettersi in gioco, dimostri molto del carattere e della determinazione del ragazzo».
Crede che questa parentesi tra i professionisti possa aver accelerato la sua crescita in vista della prossima stagione con la Next Gen, anche per conoscere già la categoria e prepararsi al salto?
«Assolutamente sì. Rompere il ghiaccio con la categoria con sei mesi di anticipo e arrivare a iniziare una stagione conoscendo già quel tipo di realtà, avendo già vissuto quell’esperienza, può essere solo qualcosa di positivo, sia per lui che per la Next Gen stessa. Quindi, assolutamente sì».
In queste settimane ha preso parte alla preparazione in Inghilterra con la vostra agenzia: come ha vissuto questo periodo e su cosa si è concentrato maggiormente il lavoro?
«Sì, come ogni anno cerchiamo di portare tutti i nostri giocatori nel nostro Entourage Camp di Londra, per farli lavorare con professionisti del settore. In particolar modo, Gianmarco ha avuto prima di tutto la possibilità di misurarsi con altri giocatori importanti: giocatori di Arsenal, Everton, Newcastle, e anche professionisti che giocano già in prima squadra al Manchester United. Quindi, è stata sicuramente una settimana di crescita, a prescindere da tutto.
In più, Gianmarco ha lavorato in modo specifico con Colin Kazim-Richards, ex attaccante di Premier League, Galatasaray e Fenerbahçe. Con lui ha potuto concentrarsi su tanti dettagli fondamentali per gli attaccanti di oggi. È stata una settimana in cui non solo è cresciuto e si è migliorato, ma ha anche potuto confrontarsi, scambiare informazioni e imparare. E per un ragazzo come lui, che è affamato, attento ai dettagli e vuole migliorarsi giorno dopo giorno, è stata un’occasione fondamentale.
Dal punto di vista umano, poi, è sempre un piacere averlo vicino, viverlo ogni giorno. Questo è proprio il tipo di rapporto che vogliamo costruire: non rappresentiamo 300 giocatori per scelta, ma seguiamo da vicino quelli in cui crediamo davvero. Il lavoro fatto, soprattutto con il suo preparatore e il suo allenatore, è importante e cercheremo di portarlo avanti anche durante la stagione. Lui vuole migliorarsi e non smette mai di imparare: ha la testa giusta per crescere ogni giorno».
Guardando al futuro, quali sono le prospettive per la prossima stagione? Possiamo dire che ora è pronto per affrontare un ruolo da protagonista con la Next Gen?
«Per quanto riguarda le prospettive future, sicuramente lo vediamo pronto per affrontare la stagione che sta per cominciare con la Next Gen. Fa piacere vedere che Gianmarco è seguito e apprezzato: c’è stato e c’è tuttora tanto interesse, anche da parte di squadre di Championship e League One in Inghilterra, così come da club di Serie B e Serie C in Italia.
Questo non lo diciamo per creare hype, ma semplicemente perché i numeri parlano chiaro: il lavoro che sta facendo e la crescita che sta avendo sul campo sono evidenti, ed è normale che suscitino attenzione.
Detto questo, Gianmarco è molto felice alla Juventus. Prima di qualsiasi altro discorso o interesse, la sua priorità resta la Juve. Si sta preparando, per affrontare questa stagione con la Next Gen. È molto motivato e non vede l’ora di poter aiutare la sua squadra e il suo club nel migliore dei modi».
La scelta del prestito inizialmente mi aveva sorpreso, ma la logica di mettere minuti nelle gambe tra i professionisti mi ha subito fatto ricredere. La sua stagione in bianconero era partita molto bene e stava diventando un punto di riferimento: quali sono state le motivazioni che hanno portato alla decisione del prestito?
«La Juventus naturalmente avrebbe voluto tenerlo, perché stava facendo molto bene in Primavera. Però credo che la motivazione più grande sia stata proprio quella di Gianmarco: voleva misurarsi con i grandi, confrontarsi con la Serie C e avere spazio lì. Quella è stata la spinta principale.
È una scelta che inizialmente ha sorpreso molti, perché spesso i ragazzi della sua età guardano più allo stemma o al nome del club, piuttosto che concentrarsi su ciò che può davvero farli crescere. Io, che sono abituato al contesto inglese, vedo che lì funziona molto questo tipo di percorso: all’Arsenal, al Chelsea, al Manchester United è normale che i giovani vadano in prestito in Championship o in League One. Si va dove si può giocare, crescere, migliorare.
E questo, secondo me, dimostra la grande maturità di Gianmarco e una visione chiara del suo percorso. Ha una fame diversa, e questa fame può davvero aiutarlo a raggiungere obiettivi non banali. Quindi sì, è stata una scelta particolare, ma siamo contenti, perché secondo noi, e soprattutto grazie a lui, si è riusciti ad accelerare quel processo e l’approccio alla realtà della Serie C».
Premettendo che ogni passo va fatto con equilibrio e che ogni percorso ha i suoi tempi, si era valutata anche la possibilità che potesse giocare direttamente in Serie C con la Next Gen? O in quel momento non c’erano spazi reali e per quello avete optato per il prestito?
«Assolutamente sì, si era valutata anche l’opportunità di giocare con la Next Gen in Serie C anziché andare in prestito. Però va ricordato che la Juventus, in quel momento, viveva una situazione molto particolare in classifica: aveva appena cambiato allenatore e l’obiettivo, giustamente, era pensare a salvarsi e fare punti.
Come spesso accade, e come ci piace fare quando c’è collaborazione con i club, ci si siede a tavolino tutti insieme per capire quali possono essere le possibilità, le opportunità e quale strada alternativa si può percorrere per permettere al ragazzo di fare un’esperienza utile.
Quando poi abbiamo valutato le offerte, perché c’erano diverse richieste da parte di squadre di Serie C, abbiamo cercato di scegliere quella che ci sembrava la situazione migliore. E così, con molta tranquillità, ci siamo messi d’accordo con la Juventus e si è deciso di intraprendere questa esperienza che è stata positiva».
Conoscendo la Juventus di Brambilla, in quale ruolo potrebbe essere valorizzato al meglio nella Next Gen per esprimere pienamente le sue caratteristiche?
«Su Gianmarco spesso c’è la tendenza a voler per forza categorizzarlo, trovargli un ruolo o una posizione ben precisa. Invece, secondo me, una delle sue qualità più importanti è proprio la capacità di giocare su tutto il fronte d’attacco. Gianmarco è nato come esterno alto a sinistra, ma poi ha fatto benissimo anche da numero 9.
Secondo me ha caratteristiche da seconda punta e quando gioca accanto a un attaccante fisico, esperto, riesce a rendere ancora meglio perché lavora molto sia fuori che dentro l’area. Ha un fiuto del gol raro da trovare in giro.
Il fatto che possa giocare a sinistra, a destra, da punta centrale o seconda punta, lo rende un po’ il sogno di un allenatore. È un giocatore duttile, che può essere gestito in modi diversi, e in più ha un’intelligenza calcistica che gli permette di adattarsi facilmente al contesto.
Con Gianmarco non ci poniamo mai il problema del modulo o della posizione, perché sappiamo che ha questa facilità di lettura del gioco. Sta al mister decidere come e dove utilizzarlo: lui, come sempre, si metterà a completa disposizione».
Si ringrazia Samuele Mura per la disponibilità, la professionalità e la gentilezza mostrate in questa intervista.