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·16 novembre 2025

Di Gennaro avverte la Juventus: «Vanoli conosce l’ambiente Fiorentina e ha lavorato con Conte. Sono sicuro che…»

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Di Gennaro avverte la Juventus: «Vanoli conosce l’ambiente Fiorentina e ha lavorato con Conte. Sono sicuro che…». Le dichiarazioni

Antonio Di Gennaro è stato un forte centrocampista della Fiorentina nel passato. Oggi fa il commentatore tv e ne ha parlato con il Corriere dello Sport. Ecco la sua analisi sul delicato momento della prossima avversaria della Juventus.

LE PAROLE DI VANOLI SUL PRENDERSI LA RESPONSABILITA’ – «Parole sacrosante. Adesso che la squadra è in forte sofferenza serve di più sotto il profilo del carattere, del cuore, dello spirito. Al netto che manca mezzo stadio, i tifosi viola sono quelli che io conosco. Firenze è una piazza esigente che vuole vedere giocare a pallone. Con Terim i primi due mesi abbiamo fatto un po’ di fatica e poi cinque mesi in cui spesso uscivamo dal campo tra gli applausi, anche dopo aver perso. Firenze è questa. Se dai tutto per la maglia poi si può vincere o perdere, ma la gente apprezza».


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ESSERE PRATICI – «In questo momento serve essere pratici e, se sei 2-1 a Genova, devi vincere. Che gol è il secondo incassato? Certi errori non vanno commessi. Ecco perché ci vuole ancora di più per essere squadra, fare punti e risollevarsi. Vanoli lo conosco, ce l’ha questa forza, ma anche i calciatori, chi più e chi meno, devono capire che in questo momento vanno conquistati punti per non retrocedere: per tirarti fuori c’è tempo, però hai l’esigenza non più rimandabile di esprimere certe caratteristiche. Ricordando che sono stati spesi novanta milioni: non è che questa squadra non sia costata a Commisso e non abbia qualità. Vanoli ha detto di non dover dimostrare nulla a Gudmundsson, a Fagioli, ai calciatori che sono chiamati a confermare sul campo le loro qualità, con la necessità anche di esprimere una mentalità vincente. Ho citato due nomi tra i più rappresentativi, ma vale per tutti. Penso a Ranieri che è il capitano e deve avere atteggiamenti diversi».

GUDMUNDSSON – «L’islandese l’ho seguito per due anni a Genova e le partite le vinceva da solo. Problemi personali o tutto quello che vuoi, però poi in campo hai il 10 sulle spalle e il 10 pesa a Firenze ancora di più. Chi l’ha indossato negli ultimi cinquant’anni? Antognoni, Baggio, Rui Costa, Mutu. Campioni. Ma è bello che sia così secondo me. Uno che arriva a Firenze lo sa. Gudmundsson è il giocatore che alla prima partita alla Fiorentina ha segnato due gol su rigore ribaltando la Lazio. Quello è sinonimo di personalità».

KEAN – «Moise è rimasto a Firenze, ha scelto di rimanere a Firenze, rafforzando la sua leadership che lo scorso anno si è manifestata non solo con i tanti gol realizzati. Tutti si devono mettere a disposizione di Vanoli, ma è chiaro che la Fiorentina ha assoluto bisogno anche di Kean per tirarsi su. Del miglior Kean».

COSA DEVE FARE VANOLI – «Non deve fare sconti. Lui è chiamato a salvarla e, giustamente, ha firmato per un anno: quindi, l’augurio per lui, per la Fiorentina e per tutti è che possa fare bene. Conosce l’ambiente viola, è stato un buon terzino fluidificante, ma soprattutto un professionista che si curava e ha trasmesso questa dote una volta passato in panchina. Senza dimenticare che ha lavorato con Conte e da Antonio ha preso la capacità di dare un’identità alla squadra. Ha l’esperienza giusta, a Venezia ha fatto un mezzo miracolo prendendo la squadra sest’ultima in B e l’ha portata in Serie A in un anno e mezzo. Paolo credo sia l’allenatore giusto. Anzi, ne sono sicuro».

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