Calcionews24
·25 marzo 2025
Di Livio: «Un giornale fece questo titolo su di me… Ho un rimpianto in carriera, ma ho giocato con numeri 10 fantastici. Alla Fiorentina mi davano del gobbo, poi è stata una favola»

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·25 marzo 2025
Oggi Angelo Di Livio lo si vede in tv a commentare calcio. In passato è stato un giocatore determinante per applicazione, soprattutto nella Juventus guidata da Marcello Lippi negli anni ’90. Su La Gazzetta dello Sport ha raccontato la sua carriera, ecco i passaggi salienti.
LA SCRITTA SUL SUO PROFILO WHATSAPP – «Spiego: inizio anni 80, sono al torneo di Viareggio con la Primavera della Roma, partita sotto un temporale pazzesco contro una squadra cecoslovacca o jugoslava, non ricordo. Segno io e il giornale locale titola: “Prima il diluvio, poi Di Livio” Bello, no?».
ALLA ROMA SENZA DEBUTTARE IN PRIMA SQUADRA – «Rimpianto anche per loro (Ride). Grande gruppo, quello: io, Giannini, Desideri, Tovalieri, Di Mauro, Baldieri, tutti ragazzi che si sono affermati. Sono cresciuto alla Bufalotta, vengo da una famiglia romanista, mio padre Amerigo sognava di vedermi con quella maglia. Mi rode non avergli dato quella soddisfazione. Le qualità le avevo, ma mi hanno lasciato andare. E si sono sbagliati di grosso visto quello che ho raggiunto dopo. Diciamo che mi sono preso la rivincita».
L’ARRESTO DI BYRON MORENO PER NARCOTRAFFICO – «Nessun stupore, non era un professionista».
I CAMPIONI CON CUI HA GIOCATO – «Robi è stato il maestro di Del Piero, ho grande rispetto per Baggio, è stato unico nella storia del calcio italiano. Zizou era un giocoliere, ci diceva: quando ho due avversari addosso datemi il pallone che mi esalto. La verità è che nella mia carriera ho giocato con numeri 10 eccezionali. Rui Costa alla Fiorentina, un fuoriclasse assoluto. In Nazionale ho avuto 10 come Totti, Zola, Doni, Di Natale, campioni veri. Il più sottovalutato? Stefano Fiore, all’Europeo del 2000 fece un torneo pazzesco».
LA FIORENTINA – «Firenze è una città speciale, focosa, come è nella mia natura. Quando sono arrivato qualche insulto me lo sono beccato. Gobbo di qua, gobbo di là. Poi è nato un legame fortissimo. E ho conosciuto l’allenatore che ricordo con più affetto: Fatih Terim, un gentiluomo, ci sentiamo ancora oggi. Alla Fiorentina sono rimasto da capitano anche dopo il fallimento. Siamo ripartiti dalla C2, ho contribuito alla rinascita, è stata una bellissima favola. A 38 anni mi sono ritirato. Sarei rimasto volentieri a lavorare in società, ma ahimè non me l’hanno permesso…».
DOVE GIOCHERBBE OGGI – «Nel Napoli di Conte. Con Antonio ho giocato nella Juve, è un grande allenatore. Ai giocatori sa trasmettere l’essenziale, le cose che contano».