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·21 novembre 2025
🗣 Emerson Royal: “Quando ero al Milan si parlava di me più di CR7, non è bello rivevere onde d’odio a priori”

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·21 novembre 2025

Emerson Royal è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, concedendo una lunga intervista. Il giocatore brasiliano ha parlato dell’esperienza al Milan, non particolarmente positiva. Di seguito gli stralci principali, ripresi dalla Rosea.
“Oggi sto bene e sono finalmente tornato ad essere felice. Tornare qui dopo tanti anni fuori è stato speciale. Stiamo disputando due competizioni importanti e una delle ragioni per cui ho scelto di rientrare era farmi conoscere di più dalla gente del mio paese, perché sono stato tanto tempo all’estero. È una sensazione bellissima sentirmi apprezzato. Io sono arrivato in Italia con una sensazione un po’ strana da subito. Dall’inizio, ogni volta che dicevo o facevo qualcosa si parlava di me più di quanto si parlasse di Cristiano Ronaldo… ma in modo negativo. Mi sentivo di dover fare sempre il doppio per essere accettato, e poi non essere accettato comunque”.
“Io sono uno che non si lascia colpire facilmente, perché conosco il mio valore. Ma non è bello arrivare e sentire quell’onda d’odio senza ancora essere entrato ancora in campo e aver giocato anche solo un minuto. Ho una famiglia e degli amici: sono loro che soffrono di più. Non è stata di certo una situazione piacevole. Non vorresti mai sentire certe cose mentre stai cercando di fare al meglio il tuo lavoro, qualsiasi esso sia”.
“Ho parlato con la mia famiglia, con il mio agente, e l’idea di andarmene era già diventata una priorità. Non avrei potuto continuare con quella sensazione addosso. Al Tottenham mi era successa la stessa cosa, ma lì ero riuscito a far cambiare idea: arrivi, la gente parla, poi non vogliono più che tu te ne vada. È sempre questione di tempo e adattamento. Inizialmente avevo pensato di fare lo stesso anche al Milan, di restare per dimostrare davvero chi sono. Ma dopo l’infortunio e i mesi fermo, quella sensazione si è amplificata ancora di più. E quando ho capito che il mio rapporto con l’ambiente si era ormai logorato, mi sono reso conto che restare non sarebbe stata la scelta giusta“.
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