Calcio e Finanza
·2 ottobre 2025
Eredità Agnelli, ricerca nei porti franchi svizzeri per i 13 quadri scomparsi

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Proseguono le indagini degli inquirenti relative ai quadri della collezione della famiglia Agnelli che sarebbero stati trasferiti all’estero per non farli risultare nel computo dell’eredità di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli, e finiti al centro del procedimento che vede contrapposti Margherita Agnelli e i tre figli, John, Lapo e Ginevra Elkann.
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, la ricerca avviata dagli inquirenti percorre il territorio svizzero, da Ginevra a Basilea, passando da Chiasso a Zurigo. Sono in totale 13 le opere d’autore scomparse ma lasciati in eredità da Gianni Agnelli, morto il 24 gennaio del 2003. In particolare ci si concentra su tutti i cosiddetti porti franchi presenti in Svizzera, le zone libere da vincolo doganali. I primi riscontri sono però negativi dopo settimane di ricerca, che però continua in questi giorni.
Le indagini sono iniziate in realtà nel 2022 su iniziativa della Procura di Milano, dopo la segnalazione di Margherita Agnelli, attraverso una rogatoria al governo svizzero. Dall’investigazione sono state escluse le dimore elvetiche degli Agnelli, perché l’iter burocratico necessario a ottenere il permesso a ispezionare le abitazioni avrebbe richiesto tempi molto lunghi, senza neanche la certezza di un esito positivo. E da questo nasce la decisione degli inquirenti di puntare l’attenzione in Svizzera prende spunto dalle dichiarazioni degli Elkann che, attraverso i propri avvocati, hanno affermato che i quadri della collezione si troverebbero da tempo al di là delle Alpi. A questo punto, è parsa una scelta inevitabile controllare nei magazzini specializzati nella conservazione di opere d’arte situati nei porti franchi, aree diventate negli ultimi vent’anni luoghi dove sono collezionate migliaia di opere d’arte di immenso pregio.
Inoltre, non è escluso che anche la Procura di Roma, dove il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pm Stefano Opilio stanno indagando sulla scomparsa dei quadri, possa intraprendere iniziative simili. Intanto dall’inchiesta capitolina, per ora senza indagati, che ipotizza la ricettazione e l’esportazione illecita di opere d’arte per occultare i quadri a Margherita, è emerso l’inventario dei quadri fatto nel 2019 da Marella Caracciolo, qualche settimana prima di morire.
Nell’elenco stilato dalla stessa Marella sono indicati i 13 quadri, sottolineando che sarebbero conservati in Italia, ma dove gli inquirenti non ne hanno trovato traccia. La data dell’inventario fa ritenere agli inquirenti che la sparizione delle tele originali sia avvenuta dopo la morte della vedova Agnelli. Nel caveau del Lingotto sono state infatti rinvenute solo tre copie: La scala degli addii di Giacomo Balla, Mistero e malinconia di una strada di Giorgio de Chirico, e un Monet, Glaçons, effet blanc. I primi due falsi sono stati appesi alle pareti della residenza romana della famiglia Agnelli, mentre il Monet si trovava a Villa Frescot. Le copie sarebbero state realizzate dopo la scomparsa di Gianni Agnelli.
Uno dei dipendenti, componente del personale domestico, ha raccontato ai carabinieri del nucleo investigativo di tutela del patrimonio artistico che «due opere nella casa di Roma sono state sostituite nel 2008, quando Marella si è ammalata». Un altro testimone ha aggiunto: «Al posto dell’opera originale di Balla è stata inserita una copia di qualità inferiore». Non è insolita la sostituzione di una tela originale con una copia per tutelare le tele da incidenti. Quello che invece è anomalo è la sparizione delle opere dipinte da Monet, Balla, de Chirico, Picasso e altri artisti di grandissimo valore. Presto la Procura ascolterà Tiziana Russi e Paola Montalto, le due segretarie di fiducia di Marella Caracciolo. Le loro testimonianze, confidano gli inquirenti, aiuteranno a capire cosa è successo dopo il 2008.
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