Esclusiva | César: "L'Inter non brilla, ma sarà una gara aperta. Lazio? Ecco dove può arrivare" | OneFootball

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LazioPress.it

·8 novembre 2025

Esclusiva | César: "L'Inter non brilla, ma sarà una gara aperta. Lazio? Ecco dove può arrivare"

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Cinque stagioni in biancoceleste, rese indimenticabili dallo storico goal nel derby del 6 gennaio 2005 e coronate con la vittoria della quarta Coppa Italia della storia laziale contro la Juventus. La storia d’amore tra César e la Lazio si conclude però nel 2006, quando il difensore brasiliano approda all’Inter, in cui milita dal 2006 fino al 2008 - nonostante le parentesi in prestito al Corinthians e al Livorno. Tuttavia, il suo legame con la Lazio è continuato anche dopo il suo ritiro - avvenuto nel 2010 - come conferma il suo attaccamento ai colori biancocelesti.

In vista del prossimo impegno dei biancocelesti, attesi a San Siro contro l’Inter di mister Cristian Chivu - in programma domenica 9 novembre alle ore 20:45 - César Rodrigues è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it, offrendoci il suo sguardo sul presente e sul futuro di entrambe le squadre.


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Era a San Siro per l'ultimo impegno dell'Inter in Champions League. Come ha trovato la squadra? E come giudica il suo percorso finora?

Purtroppo l'Inter non è brillante, concede troppo, ma ha un potenziale. Ha anche fatto un turnover importante, visto alcuni giocatori non al massimo della forma, però non è brillantissima e concede tanto e sbaglia delle cose semplici. Questo è dovuto al turnover e ai giocatori che non giocano tantissimo, però è sempre l'Inter. Il Kairat è una squadra che è venuta a fare la sua partita sperando e aspettando l'Inter. Ha creato delle situazioni importanti, non ha concretizzato e loro ci hanno creduto. Poi l'Inter non è mai stata dentro la partita, ha sempre il rischiato e concesso. Sarà per il turnover, poi anche con i cambi che ha fatto non è riuscito a essere incisiva, perciò l'Inter è altalenante. Sarà per i cambi, sarà per il turnover, sarà per tutte queste situazioni che si sono create, come il cambio di allenatore, moduli e cose varie. Però l'Inter oggi non è una squadra che può sperare di fare grandi cose, anche se ha delle capacità, ma dentro il campo non lo sta dimostrando perché i numeri parlano. Delle difficoltà in cui si trova, dei giocatori che rientrano, non è incisiva, questo è il mio parere sull'Inter che ho visto contro il Kairat, ma l'ho visto anche contro la Fiorentina, l'ho visto anche a Verona. È un storico, non è una singola partita che può starci che possa andare male, come il non esprimersi a certi livelli, ma quello dell'Inter è un percorso. Speriamo che torni ad essere l'Inter, che torni a esprimere un bel calcio, i potenziali ce li ha, però manca qualcosa ancora, io credo che Chivu ci stia lavorando e credo che i valori ci siano, ma penso anche che manchi qualche stimolo in più, a livello dei giocatori, di fare qualcosa in più: li vedo un po' apatici. Sembra che manchi qualcosa, spero che possano cambiare presto questa impronta. Non è il massimo per arrivare ai risultati che l'Inter spera.

Inter e Lazio arrivano a questo match con umori molto diversi. Che tipo di partita si aspetta sul piano tattico e mentale?

Mi aspetto una partita aperta. L'Inter non può lasciare che gli altri vadano avanti, perché poi diventerebbe troppo difficile la strada, anche se siamo all'inizio del campionato. La Lazio diciamo che non ha niente da perdere. Con tutte le difficoltà, come la gestione, il mercato, infortuni, cartellini, ecc, penso che andrà a giocarsela perché è giusto che sia così. La Lazio a momenti mi piace, poi sarò troppo critico, ma non entro in merito perché è una condizione talmente complessa e dare dei giudizi su certe situazioni è difficile. Penso che la Lazio per il percorso che sta facendo ce la possa fare, l'Inter deve farcela. Non essendo un momento brillantissimo per tutte e due squadre, credo che sarà una partita aperta perché entrambe devono fare risultato, certo tutti devono fare risultato, ma la Lazio deve per queste situazioni interne come le gestioni, gli infortuni, le situazioni di mercato, l'Inter perché deve tornare ad essere l'Inter, perciò dal mio punto di vista sarà una partita aperta.

L’andamento della Lazio di Sarri è stato in parte condizionato in questi mesi dai numerosi infortuni. Da ex giocatore, come giudica questa situazione?

È difficile perché gli infortuni quando avvengono in partita, o in allenamento, sono dinamiche che non conosciamo internamente, perciò è difficile valutarle. Ma la cosa che pesa di più in questo caso alla fine è sempre il discorso di mercato, perché Sarri si è ritrovato a gestire una squadra con giocatori che magari non avrebbe voluto e invece deve tenerli. Con queste situazioni di infortuni, cartellini e cose varie, alla fine deve anche dare spazio perché non può fare diversamente. Perciò è una situazione che alla fine torna sempre sul tema della gestione, degli errori, sempre delle situazioni che condizionano totalmente la squadra, gli allenatori: perciò gli infortuni ci stanno, può succedere, chi più chi meno, però coincide con una situazione di gestione e così diventa un problema vero e proprio.

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Ha giocato con Cristian Chivu all’Inter: che effetto le fa vederlo oggi allenatore della prima squadra? Come valuta il suo rendimento in queste prime uscite?

Conoscendo l'ambiente sicuramente, nonostante le difficoltà, è normale che è un uomo, è un professionista. Ha avuto quest'occasione venendo dal Parma dove è riuscito a fare un mezzo miracolo, se non un miracolo, perciò è riuscito a fare bene. Però oggi gestire una squadra come l'Inter, con la sua storia, con la perdita di un grande allenatore come Simone Inzaghi, con la dolorosa sconfitta in finale di una Champions League, non è facile trovare i giusti stimoli e riaccendere quella fiamma. Penso che sia un percorso ragionevole perché sapeva a cosa andava incontro. Ha vissuto l'ambiente da calciatore, da allenatore nei settori giovanili, perciò conosce l'ambiente. Rispetto a Simone Inzaghi ha un carattere diverso, è più ragionevole. Io, per come vedo il calcio, vorrei qualcosa in più a livello di energia, perché questo a volte fa bene anche ai giocatori che stanno dentro il campo. Però conosce lui la gestione, quello che vivono negli allenamenti, e come si rapporta con i giocatori. Perciò questa è un'idea mia. Questo vedo, però credo che se riesce a trovare le giuste situazioni a livello tattico e anche mentale dei giocatori, possa fare grandi cose.

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Photo by Newpress/Getty Images via Onefootball

Come ha giudicato il cambio in panchina di Inzaghi, con cui ha condiviso il campo alla Lazio? Pensa che sia stato giusto lasciare l’Inter in un momento così delicato, oppure sarebbe stato meglio proseguire in nerazzurro?

Credo che fosse finito un ciclo, perché poi perdendo la partita in quel modo (finale di Champions League, ndr) non è stato il massimo per tutti, anche se poi c'è chi pensa diversamente, è da rispettare. Io condivido il fatto si sia staccato dall'Inter, prendendo un'altra strada, almeno adesso. Si era chiuso un ciclo perdendo, se ragioniamo bene nel tempo, l'Inter ha perso lo scudetto del Milan, come ha perso quello del Napoli, l'Inter lo Scudetto che ha vinto, l'ha vinto. Eppure lì è stato così, invece l'ultimo scudetto comunque ha perso. Sono quattro anni che l'Inter poteva vincere, perché io mi ricordo benissimo, perché seguendo le situazioni e le condizioni nelle quali ha perso degli scudetti, perdendo anche la finale di Champions League contro il Manchester, perdendo anche la finale di Champions in questo modo contro il Paris Saint-Germain, perciò poteva fare molto di più. Penso che davanti a tutto questo sfinimento, queste situazioni di insoddisfazione generali, anche sue, penso che fosse finito un ciclo, penso che era finito un ciclo, era giusto così.

Invece per quanto riguarda la Lazio, dove può arrivare la squadra di Sarri? Pronostica un piazzamento in Europa, nonostante il momento complesso?

Sì, è vero, purtroppo torniamo sempre là, condiziona tutto. Sarri, menomale che c'è lui, è un allenatore che conosce la piazza, ha accettato questo desafio, parlo in portoghese (ride, ndr), questa sfida, e fa del suo meglio conoscendo già i ragazzi, è un po' avvantaggiato su questo. Proprio per questo sa già le caratteristiche dei giocatori che potevano dare di più a lui e purtroppo il mercato non gli ha permesso sia in entrata che in uscita, però vedo la situazione positiva. Poi è ovvio, la Lazio ha degli obiettivi, a prescindere dal lottare per l'Europa. È difficile, però se davanti alla difficoltà ti arrendi è sicuro che non ci arrivi, poi succede di tutto come vediamo. L'importante è che tu ci sia, perché se ci sarà l'opportunità di farlo e tu sei pronto, magari riesci.

Da ex difensore, come valuta il rendimento del reparto difensivo di Inter e Lazio in questa stagione? C'è un giocatore che l’ha impressionata di più nelle rispettive squadre?

Sì, parlando proprio di Di Marco e di Carlos Augusto, sono giocatori che seguo tanto, vedo tanto, hanno dei ruoli simili, ma con caratteristiche anche diverse. Come Tavares che ha fatto benissimo, ma adesso non riesce a esprimersi a quei livelli, a causa di infortuni e situazioni varie. Sono tutti giocatori che hanno il potenziale, ma non sono tutti in gran forma, sono tutti in grandissima forma. Ho visto giocare Di Marco, che è un ragazzo che si spinge tantissimo, che ha tanta voglia, ma è un discorso anche di squadra, di metterli nella condizione di poter fare meglio. Carlos Augusto entra, gioca anche come centrale basso di difesa, è un ragazzo che ha tanto potenziale, ma quando non c'è una squadra che gira magari si trovano anche in difficoltà. Invece Tavares è un discorso già suo, anche se la squadra magari si esprime in un certo modo, lui già diventa quasi prevedibile. La continuità è importante, per quanto uno possa avere delle difficoltà, con la continuità si riesce a stare sempre sul pezzo, e magari riesce a fare di più. Questo sarà per l'infortunio, per le situazioni di andare via o meno, cose varie interni che magari noi non sappiamo. Però quando si va dentro il campo noi non vediamo questo, vediamo un giocatore che va in campo e aspettiamo che faccia del suo meglio.

Nel caso in cui la Lazio riuscisse a fare mercato, quale reparto dovrebbe maggiormente puntellare?

Nel caso in cui fosse possibile, sarebbe interessante un difensore, uno o due centrocampisti, sempre se è tutto a posto (ride, ndr). Un attaccante vero, proprio il vero intendo, una punta vera e propria.

Attaccante vero…Castellanos non la convince?

Convince, però se tu vuoi arrivare a certi livelli devi avere dei cambi validi, perché come abbiamo detto tra infortuni e cartellini, se hai una partita sulla carta più alla portata di un risultato positivo, ti mancano i pezzi da mettere in campo. Quando parlo così parlo di avere 16-17 giocatori che potrebbero giocare. Poi parlare di 22 sarebbe avere una rosa spettacolare, parlando di un certo livello. Quando parlo così è per tante situazioni che possono capitare in un percorso, dentro un campionato, di infortuni, cessioni, arrivi, cose varie, e perciò è necessario avere 16-17 giocatori validi all'altezza, che hanno voglia, non che non hanno voglia, ci mancherebbe altro, ma giocatori apprezzati anche dai tifosi.

E su Dia?

Beh se mancano questi pezzi per infortuni o cose varie che può capitare, o anche per una scelta tecnica, nel caso in cui ci fosse un giocatore che sta meglio in quel momento. Non tutti riescono tutto l'anno a fare una stagione splendida, nel massimo della forma, e quindi intendo che quando entra un giocatore possa mantenere il livello, questo è importante per arrivare agli obiettivi.

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