ESCLUSIVA PSB – Occhiuzzi: “Mi davano del pazzo quando davo fiducia a Tiritiello. Gliozzi potrebbe segnare ancora di più. Su Caso e Kone…” | OneFootball

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·28 novembre 2025

ESCLUSIVA PSB – Occhiuzzi: “Mi davano del pazzo quando davo fiducia a Tiritiello. Gliozzi potrebbe segnare ancora di più. Su Caso e Kone…”

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Per analizzare il campionato di Serie B e incentrare il focus su alcuni di quei protagonisti che tanto lo stanno movimentando, abbiamo raggiunto il esclusiva Roberto Occhiuzzi.

Mister, vorrei iniziare chiedendole una considerazione generale riguardo il livello dell’attuale campionato di Serie B.


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“Come ogni anno, parliamo del campionato più difficile in Italia e, forse, in Europa. C’è tanta organizzazione, soprattutto nella parte centrale del campionato. Con l’organizzazione spesso si riesce a sopperire anche a una rosa meno strutturata. Chi ha rose competitive può soffrire e poi uscire fuori dopo, ma non è sempre detto. Quando hai difficoltà in termini di risultati, non è facile uscirne. Ogni anno si dice che quello attuale è il campionato più difficile”.

Monza e Modena in testa, Venezia e Palermo leggermente distaccate. La critica ha individuato in queste quattro squadre quelle maggiormente accreditate per la promozione. Cosa ne pensa?

“La classifica è molto corta, soprattutto tra zona playoff e i playout. Qualche squadra potrebbe uscire. Le squadre in testa o hanno dato continuità, come il Modena, o sono strutturate per andare in A, come il Monza. Il Palermo sulla carta doveva stravincere il campionato, ma questo non avviene solo perché prendi un grande allenatore con carisma, che incendia la piazza. La corsa è lunga. Poi c’è l’Empoli, che potrebbe dare fastidio”.

Il Frosinone, più di tutti, è andato oltre ogni più rosea aspettativa. Almeno fin qui. In classifica, subito dopo, c’è il Cesena. Probabilmente anche in linea con le ambizioni post mercato estivo. Sotto l’aspetto tecnico-tattico, quale idea si è fatto in merito all’offerta qualitativa offerta dai gruppi di Alvini e Mignani?

“Le caratteristiche di queste due squadre rispecchiano molto le idee e il pensiero dei due allenatori. Allenatori che sono stati fortemente voluti dai rispetti club. Perché, ritornando a quello che dicevamo prima, se c’è chiarezza nel progetto, tutto diventa più facile. Questi due club hanno strutturato le rose in base alle richieste dei propri allenatori. Adesso ne stanno raccogliendo i frutti. Ad Alvini servono calciatori esplosivi, calciatori che hanno coraggio nel giocare uno contro uno e così si sono mossi sul mercato. Spesso c’è confusione, ci sono contesti in cui in ottica mercato si esprimono molti dirigenti e si perde di vista il credo dell’allenatore e del ds”.

In basso alla classifica la situazione è altrettanto incasinata. Crede che Sampdoria e Bari resteranno a lungo invischiate nei bassifondi?

“Qui la differenza la fa la solidità societaria. Serve chiarezza, anche per quanto riguarda il momento che si sta attraversando. Te ne puoi uscire, rimettendo a posto le cose, se non regna la confusione, se si sta uniti facendo fronte comune. Perché se c’è chiarezza, anche dai momenti difficili si esce. Ma se inizi a cambiare numerosi allenatori, senza che nessuno abbia la certezza sul modo in cui intervenire, la situazione si complica e poi tirarsene fuori non è facile”.

Da tecnico, come motiva questa flessione netta dello Spezia rispetto allo scorso anno?

“Tante volte entri in un vortice negativo delle cose, nel classico momento no, da cui poi tirarsene fuori è complicatissimo. Quando passi dall’essere in cima alla classifica all’ultimo posto, non è facile gestire il momento e la pressione”.

Tra i calciatori di questo campionato che lei conosce meglio c’è sicuramente Tiritiello. Protagonista indiscusso in questa prima parte di campionato, oltre alle garanzie difensive si è già reso protagonista di sei gol.

“Quando abbiamo preso Tiritiello, era una scommessa. Quando io lo facevo giocare, mi davano del pazzo. Io ho sempre sostenuto che il ragazzo era da Serie B. Perché il motore per il campionato cadetto lo ha sempre avuto. A quei tempi doveva ancora maturare, ma il percorso che ha fatto è stato importante. Ha una predominanza fisica importante, quindi alcune volte andava oltre. Ma in lui ho sempre visto un calciatore capace di fare la differenza. A Cosenza spesso costruivamo le palle inattive e i corner su di lui. Proprio per via di queste doti offensive. Ricordo i gol che ha fatto contro il Vicenza e contro la SPAL, quando lo mandai a fare il centravanti. Poi, di questi risultati attuali, sono contento. Oltre ad essere un grande professionista è un ragazzo bravissimo. Alcune volte bisognerebbe avere più coraggio nel lanciare i ragazzi. Riconoscere il talento una volta che è esploso diventa semplice”.

Davanti in classifica marcatori c’è Gliozzi, altro ragazzo con cui lei ha lavorato. Sette gol messi a segno di cui sei su rigore. Manca qualcosa per compiere il definitivo salto?

“Gliozzi con me ha fatto una delle sue stagioni più prolifiche. Sono estremamente contento per questi due ragazzi. Anche per il suo utilizzo ho ricevuto spesso molte critiche. Ma questa è gente che già ai tempi, quando giocava, dava l’anima. Gliozzi sta segnando, ma potrebbe fare ancora più gol. È un ragazzo che lontano dalla porta si spende molto. Quando lo allenavo, gli chiedevo di giocare maggiormente nell’ultima zona di campo, quindi di allontanarsi momentaneamente dalla palla per andare a prendere quanta più porta possibile”.

Caso, che per pochi mesi ha allenato, è uno di quei talenti per cui non è chiaro come ancora non sia esploso definitivamente. Ha una teoria a riguardo?

“Ho allenato Caso per due mesi soltanto. Questi, però, mi sono bastati per mettere a fuoco le sue qualità. Ha una velocità impressionante, gli devi creare spazio. A Cosenza noi partivamo dal basso proprio per creargli la profondità necessaria affinché potesse mettere in risalto le sue doti. A campo aperto e nell’uno contro uno è uno spettacolo. Stiamo parlando di un ragazzo molto serio che si allena bene. Ha fatto stagioni importantissime, altre in cui non ha garantito gli stessi standard. Deve trovare il suo equilibrio”.

Kone e Zilli a Frosinone, Pandolfi a Catanzaro: sono le piazze giuste per il riscatto tanto agoniato da questi tre calciatori?

“Ho allenato Kone tre anni, sia nelle vesti di primo allenatore che di secondo. Stiamo parlando di un ragazzo che è una forza della natura. Era un giocatore forte e valido già a Cosenza, nonostante fosse ancora molto giovane. Ricordo che questo suo strapotere fisico aveva il sopravvento su tutto. Io gli chiedevo sempre di provare a dare maggiormente spazio alla logica. Ma queste sono cose che si acquisiscono con il tempo. Anche Pandolfi ho avuto per poco tempo, ma si capiva che era un ragazzo molto efficace. È un attaccante che deve trovare la continuità nel gol. All’inizio è importante che segnino. Si sa che alcuni attaccanti tendono a maturare un po’ più avanti. Zilli ho avuto modo di vederlo che era ancora molto giovane, ho assistito a qualche sua apparizione in prima squadra. È uno che quando c’è da fare gioco sporco aiuta molto la squadra”.

Chiudiamo con una domanda personale: quali sono i suoi piani per il futuro? Se le dico Serie B, cosa mi risponde?

“La mia speranza è quella di tornare in Serie B, perché è il campionato che sento più mio. Ho masticato la cadetteria per sei o sette anni tra primo allenatore e vice. Spero che possa arrivare una chiamata. Segue molto le dinamiche del campionato, studio molto, cerco di farmi trovare pronto. Sto andando molto in giro per l’Italia, diversi colleghi mi hanno ospitato. Queste sono occasioni di crescita importantissime. Nel frattempo porto avanti il progetto della mia academy, che quest’anno ha fatto registrare numeri importantissimi”.

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