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·11 ottobre 2025

Estonia Italia, Sacchi: «Sono convinto che gli Azzurri andranno al Mondiale. E vi spiego il mio ottimismo»

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Estonia Italia, Sacchi: «Sono convinto che gli Azzurri andranno al Mondiale. E vi spiego il mio ottimismo». Le dichiarazioni dell’ex ct

Arrigo Sacchi, il “Profeta di Fusignano”, vive il momento della Nazionale italiana con un coinvolgimento profondo e quasi viscerale. Da ex commissario tecnico, coordinatore delle nazionali giovanili e da eterno innamorato del calcio, Sacchi non concepisce un’Italia fuori dal prossimo Mondiale. Dopo le scottature del 2018 e 2022, per lui mancare la qualificazione sarebbe «imperdonabile». Eppure, nonostante la delicatezza del momento, il suo ottimismo traspare in ogni parola, soprattutto quando si parla del nuovo corso targato Gattuso. Ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport.

MONDIALE – «Lo dico subito così chiarisco bene il mio pensiero: non voglio nemmeno immaginare che l’Italia non possa qualificarsi per il Mondiale. Dopo le due delusioni consecutive patite nel 2018 e nel 2022, sarebbe imperdonabile non partecipare. E comunque, lo aggiungo per spiegarmi ancora meglio, sono convinto che gli azzurri di Gattuso ce la faranno. Ho buone sensazioni perché mi fido di Gattuso, della sua serietà e della sua capacità di trasmettere entusiasmo a tutto il gruppo».


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L’EVENTUALE SPAREGGIO – «E allora? A me non interessa come ci arriviamo, al Mondiale. Mi interessa arrivarci. Perché non parteciparvi per la terza volta consecutiva sarebbe una botta tremenda per tutto il movimento. La Nazionale è la punta dell’iceberg. Se funzionano gli azzurri, tutti ne trarranno giovamento, a cominciare dai club che non sempre hanno dimostrato un grande interesse per la Nazionale. E qui parlo di cose vissute sulla mia pelle: quante volte ci sono state società che hanno messo i bastoni fra le ruote all’Italia? Nel nostro Paese dobbiamo imparare a fare sistema, dobbiamo lavorare uniti e non pensare soltanto agli interessi personali».

IL BLASONE – «Chi pensa che si possano ottenere grandi risultati grazie al blasone è fuori strada. Nel calcio moderno c’è stato un livellamento. Al giorno d’oggi puoi perdere contro chiunque, perché le squadre sono molto organizzate, perché grazie alle tecnologie c’è un continuo scambio di informazioni e, in sostanza, non esistono più segreti. La Norvegia, ad esempio, è una squadra moderna, fisica e tecnica allo stesso tempo, con un formidabile centravanti come Haaland. Tempo fa nessuno avrebbe immaginato che potesse impensierire l’Italia, invece la realtà dice che i norvegesi sono davanti a noi in classifica e ci hanno battuto nello scontro diretto in casa loro. La pagnotta bisogna guadagnarsela con la fatica e il lavoro, questa è la verità. Ma sono sicuro che Gattuso saprà toccare le corde giuste con i suoi ragazzi».

DA COSA DERIVA IL SUO OTTIMISMO – «Principalmente dal fatto che ho visto miglioramenti nelle due partite che abbiamo disputato da quando Rino è commissario tecnico. Non voglio parlare di miglioramenti tecnici, anche se pure quelli hanno la loro importanza, ma di miglioramenti a livello di atteggiamento. Se non mi sbaglio, in precedenza c’è stato anche chi ha rifiutato di andare in Nazionale, e quella fu una vicenda che mi fece davvero male. Adesso mi pare che i comportamenti siano corretti e che tutti ci tengano parecchio alla maglia azzurra».

COSA CHIEDE AGLI AZZURRI OGGI – «Di correre per novanta minuti. Anzi, per un po’ di più perché non dobbiamo rilassarci nemmeno nel tempo di recupero. Voglio vedere impegno, spirito di sacrificio, desiderio di lottare su ogni pallone. E non voglio assolutamente vedere atteggiamenti di supponenza. Se andiamo in Estonia e pensiamo di vincere soltanto perché noi siamo l’Italia, commettiamo un grave errore. Nella vita, e di conseguenza anche nel calcio, nessuno ti regala nulla. Siamo superiori all’Estonia, questo è vero, però dobbiamo dimostrare sul campo questa superiorità. Se capiamo questi concetti, allora siamo sulla buona strada. Si può anche sbagliare un passaggio, ma l’importante è avere subito la voglia e l’energia per andare a riprendere il pallone».

I GIOCATORI SU CUI CONTARE – «Io ragiono in termini di collettivo, perché il calcio si gioca in undici. Se l’Italia è una squadra, possiamo stare tranquilli. E comunque la coppia Kean-Retegui mi sembra ben assortita. Adesso, però, che ci facciano divertire e che ci portino al Mondiale perché un’altra eliminazione non la sopporterei»

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