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·21 luglio 2025

Ex Cagliari, Romagna: «In Sardegna sono stati due anni in cui mi sono trovato davvero bene!»

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Filippo Romagna, ex giocatore del Cagliari ora in forza al Sassuolo, ha rilasciato delle dichiarazioni sul periodo trascorso nell’isola e non solo

Filippo Romagna, ex difensore del Cagliari e ora in forza al Sassuolo, è stato intervistato oggi da Cronache di Spogliatoio. Il tutto affrontando diverse tematiche legate al suo passato in Sardegna e al difficile percorso di recupero dall’infortunio patito.


Gli anni al Cagliari: un capitolo importante

Nelle sue dichiarazioni, Filippo Romagna ha ripercorso gli anni trascorsi con la maglia del Cagliari. Per il difensore, il periodo in Sardegna è stato un capitolo significativo della sua carriera, un’esperienza che lo ha visto crescere e affermarsi nel calcio italiano. Il centrale ha parlato del legame con la città, con i tifosi e con l’ambiente rossoblù. Il Cagliari ha rappresentato una tappa fondamentale per la sua maturazione calcistica, offrendogli la possibilità di giocare a buoni livelli in Serie A.


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La battaglia contro l’infortunio: un percorso di resilienza

Uno dei temi centrali dell’intervista è stato sicuramente l’infortunio che ha costretto Romagna a un lungo stop. La riabilitazione e il ritorno in campo dopo un infortunio grave sono un percorso fatto di sacrifici, determinazione e resilienza. Le sue parole hanno offerto uno spaccato intimo delle difficoltà affrontate, delle sfide superate e della forza d’animo necessaria per non mollare. La sua testimonianza può essere d’ispirazione per altri atleti che si trovano ad affrontare simili ostacoli.

La sua capacità di tornare a giocare a buoni livelli dopo un periodo così difficile è la prova del suo carattere e della sua professionalità. Ora, con il Sassuolo, Romagna cerca la piena continuità e l’opportunità di dimostrare di essere tornato ai suoi massimi livelli. Le sue parole:

«Sono stati due anni in cui mi sono trovato davvero bene quelli a Cagliari. Infortunio? Proprio quando stavo avendo continuità, un infortunio molto grave al tendine rotuleo mi ha stroncato. Era il miglior periodo della carriera: avevo 22 anni. Il giorno prima, il premier Conte aveva chiuso l’Italia per il primo lockdown e questo ha amplificato i tempi di recupero e complicato sia l’operazione che la riabilitazione. Sono stato fermo per più di tre anni. So bene i sacrifici che ho fatto per tornare».

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